ELENCO DEI POST

INTERVISTE, ANGELA FLAMMINI COS'E' LA MENOPAUSA E LE 3 CONSEGUENZE SUL CERVELLO LA GELOSIA CHE UCCIDE MATERNITA' SURROGATA PRO E CONTRO PROFILO DI CHI FA VIOLENZA PSICOLOGICA RISCHI DELL'INSEGNAMENTO DEL GENDER CAUSE REALI DELLA VIOLENZA SULLE DONNE L' AMORE NON BASTA! SMETTILA DI RENDERLO INFELICE! -IL REGALO CHE FA LA DIFFERENZA -MANIPOLAZIONE SESSUALE -IO PROPRIO NON TI CAPISCO VOLERE NON E' POTERE  -QUANDO SI ARRIVA AL LITIGIO, E' TROPPO TA

MATERNITA' SURROGATA PRO E CONTRO, DALLA PARTE DEI BAMBINI

Perché quando parliamo di fecondazione eterologa, utero in affitto, madre surrogata, maternità surrogata, maternità surrogata pro e contro, si parla sempre dal punto di vista degli adulti, piuttosto che quello dei nascituri? E perché il tam tam è sempre più propagandistico, ideologico, filosofico, legale o etico e mai scientifico, nonostante 70 anni di studi e ricerche dimostrano notevoli rischi sui bambini ed anche sulle stesse madri surrogate?


maternità surrogata utero in affitto fecondazione eterologa ferita dell'abbandono insicurezza emotiva

MATERNITA' SURROGATA PRO E CONTRO, PER GLI “ADULTI”

Il desiderio di un figlio è legittimo, ma non può esserlo il diritto di averlo a tutti costi, men che meno se tiene conto solo degli adulti coinvolti e non dei nascituri e delle conseguenze che queste scelte possono avere sulla loro salute mentale e fisica.
Nemmeno il diritto di essere felici, come sancito nella Costituzione americana, può prevaricare sul diritto di un altro individuo. Quando il diritto di qualcuno entra in collisione col diritto di un altro e prevarica sull'altro, si parla di abuso.
Non c'è alcuna questione di diritto da valutare, perché non può essere un diritto di alcuno quello di cedere o prendere un altro essere umano, seppur in forma embrionale e di deciderne la salute mentale e fisica.
Non c'è alcuna questione da valutare circa “il come”, se a pagamento, o gratuito. I bambini non sono oggetti da cedere, a nessun titolo.
L'unica questione da valutare è sulle conseguenze che l'egoismo “adulto” può avere sui nascituri, “oggetto” di cessione.
I bambini non sono oggetti che devono compensare nostre lacune. Se non possiamo averne, dobbiamo imparare a fare pace con questo nostro limite umano e forse anche col bisogno di rispondere a certe aspettative sociali o del politically correct. Accettarci ci porterà molti più benefici di quanti potremmo immaginare. Inoltre, ci sono tanti altri modi di essere genitori e di aiutare tanti bambini.




MATERNITA' SURROGATA PRO E CONTRO, PER I BAMBINI

Tutti i genitori vorrebbero bambini sani e belli, ma esiste molta  ignoranza sulle condizioni che permettono questo stato di cose, ovvero sulle azioni che le compromettono.

C'è troppa sottovalutazione di quel complesso processo che permette al mammifero di sopravvivere e di tutto ciò che presuppone una gravidanza sia per la madre, che per il bambino.
Dietro un parto non c’è solo un bambino che nasce, ma c’è tutta una serie di passaggi neuroendocrini che si susseguono in modo tale che si generi una perfetta procedura di vincolo madre-bebè, atta a far sopravvivere il bambino, anche salvaguardando la vita della madre.
Durante la gravidanza, il cervello della madre subisce grandi cambiamenti che sono funzionali alla cura e l’allevamento, compreso l’allattamento al seno. Questi mutamenti anatomici e funzionali, avranno conseguenze benefiche per la madre (come proteggendola maggiormente dal cancro al seno e dall’osteoporosi), e veicoleranno molti benefici al bebè prima ed all'adulto poi, come una maggiore protezione da alcune malattie fisiche e disagi emotivi, favorendo uno stile di attaccamento più sicuro e maggiore empatia. Quest'ultima, anche attraverso l'assorbimento e la produzione di ossitocina.

Gli studi psicobiologici stanno dimostrando che i sistemi madre-bambino sono interconnessi l’uno all’altro.... il cervello adulto agisce come un elemento regolatore esterno per lo sviluppo degli ancora immaturi sistemi omeostatici (tendenza naturale al raggiungimento di una relativa stabilità) del bambino. Da questa prospettiva, l’attaccamento non va considerato solo come un comportamento manifesto, ma anche come un’organizzazione interna, che viene costruita nel sistema nervoso, nel corso e come esisto dell’esperienza che il bambino fa delle sue transazioni con la madre.” (Ammaniti e Gallese, p. 152).



EPIGENETICA

La dottoressa Miriam Al Adib, ha scritto numerosi articoli disponibili nel suo blog “Mujer al día en Ginecología” sulla Ginecologia e Ostetricia (nelle quali esercita), nonché sull’epigenetica in gravidanza. Ella dice che “Il genoma è la sequenza di DNA, gli epigenomi sono i marcatori chimici del DNA. Questi marcatori chimici si attivano conformandosi all’ambiente”.
La dottoressa Miriam Al Adib riporta che, ancora prima dell’annidamento (nell'utero) della cellula uovo fecondata, l' RNA della madre biologica avvia l' “on/off” dei geni del futuro bambino, stabilendo un legame madre biologica-bambino, non solo genetico, ma epigenetico. Detto in altri termini, nel caso della fecondazione eterologa, in cui uno e entrambi i gameti vengono donati/ceduti da un genitore (questo è, di fatto) diverso da quello che lo crescerà, comunque il genitore donante, avrà un legame ed un effetto nella vita del futuro nascituro.
Il Dna cellulare non è un semplice registratore che ripete pedissequamente ciò che ha impresso […]. Saranno i coinvolgimenti relazionali propri dell’esistenza di ognuno di noi, che non possono non cominciare che al momento del concepimento, a costituire lo stimolo evolutivo individuale che sarà chiamato personalità” (T. R. Verny).




CONCEPIMENTO E FECONDAZIONE ETEROLOGA

Per favorire la sopravvivenza, molte specie, come quella umana, ma anche quella di molti uccelli (monogame per tutta la vita), consolidano legami che permettano di portare avanti la gravidanza e proteggerla il più possibile. L'esistenza di questo legame ed il contesto in cui avviene il concepimento, non può non avere un peso nel concepimento del bambino, perché ne ha la qualità del legame tra i due genitori.
Ermes Luparia ipotizza «una correlazione positiva tra la qualità della vita e la qualità dell’atto procrea­tivo».
Il contesto ottimale per il concepimento dovrebbe essere amorevole e caldo, se non lo fosse, se avvenisse con mancanza di affetto, o con violenza, o fosse artificiosa in laboratorio (come nella fecondazione eterologa), il nascituro potrebbe trovarsi sprovvisto di quegli “switch” epigenetici delle condizioni preziose per le relazioni umane legate, come l'amore, l'affettuosità, l'empatia, la fiducia, la sicurezza relazionale, favorendo disagi sempre più dilaganti nella società attuale, come l'insicurezza, la dipendenza affettiva, la mancanza di empatia, il narcisismo, l’aggressività.




GRAVIDANZA E UTERO IN AFFITTO

Gli studi sul periodo fetale smentiscono la visione del nascituro come tabula rasa, priva di qualunque informazione.
Abbiamo già visto che il contesto in cui avviene il concepimento, può avere un peso e che ce l'ha anche il genitore biologico, prima ancora dell'annidamento, creando un legame genitore biologico-bambino.
Se uno dei gameti (spermatozoe e ovocita) viene donato/ceduto (fecondazione eterologa) al bimbo viene inferta la ferita dell’abbandono o del rifiuto, cui viene predestinato, già dal concepimento.

L'istinto di sopravvivenza di un bambino, più forte di ogni “ragione”, non gli permetterà mai di concepire “il dono”, si sentirà sempre rifiutato o abbandonato, esattamente come il bambino che si sente in competizione con un nuovo fratellino o che viene portato a scuola i primi giorni. Quel bambino feritò sarà sempre dentro l'adulto e verrà fuori in ogni relazione, in modo tanto più disfunzionale, quanto più profonda è la sua ferita.

Se saranno entrambi i gameti ad essere donati/ceduti, il bambino si sentirà doppiamente rifiutato e/o abbandonato.
Se la donna che farà sviluppare il bambino non sarà il genitore che lo crescerà, come nella maternità surrogata, questa ferita sarà ancora più profonda.
Se la gestazione avverrà nell'utero (utero in affitto) di una donna che non lo allatterà o non lo crescerà, questa ferita si farà ancora più grave ed avrà delle conseguenze anche fisiche sul bambino.

Durante i miei test kinesiologici, io molto spesso verifico che determinati problemi si sono installati durante il concepimento, la gravidanza o nel primo anno di vita.

Come ben possiamo immaginare, durante la gestazione, le abitudini della madre, le sue emozioni e le sue condizioni possono creare molti cambiamenti nell’epigenoma del bebè (programmazione fetale).
Uno studio tutto italiano di, ZANCHETTIN, Liviana, et al. 2022, ha fatto una revisione degli studi degli ultimi anni, riscontrando in linea di massima una genitorialità più positiva tra i genitori che hanno fatto uso della maternità surrogata, forse anche come compensazione del fatto di non essere genitori biologici, nonché come sublimazione del fatto di non poter avere figli in modo naturale. Tuttavia, come emerge chiaramente dalla rassegna, gli aspetti indagati riguardano la genitorialità (la misura più utilizzata è stata la Quality of Parenting Interview), ma non le competenze emotive e relazionali (come quelle indagate negli studi sull'attaccamento), avevano campioni di piccole dimensioni e sono emersi diversi rischi di parzialità, ovvero di non oggettività, come per esempio il fatto che la gran parte degli studi analizzati provenissero dallo stesso gruppo di ricerca "Golombok et al." (guarda caso, quello che ha sdoganato le famiglie omosessuali) e provenienti prevalentemente dal Regno Unito, in prima linea su certi fronti.
Nonostante il rischio di parzialità degli studi di Golombok et al., vale la pena citare quello del 2011, che indica che la maggior parte delle madri designate (che hanno usufruito della maternità surrogata) ha “riportato” una buona salute mentale e fisica nei propri figli, eccessi di coinvolgimento emotivo (over-involvement), livelli più elevati di gioia e competenza e livelli più bassi di rabbia e senso di colpa, ma solo fino ai 7 anni, età in cui l'interazione madre-figlio diventa invece meno positiva.



NASCITA E MATERNITA' SURROGATA

Abbiamo visto che il legame di attaccamento si attiva fin dal concepimento, può essere condizionato dal contesto in cui avviene il concepimento e si rafforza durante tutto il periodo della gravidanza.
La conseguenza naturale è che se questo legame viene interrotto dopo la nascita, come avviene nella maternità surrogata e con l'utero in affitto, produrrà un vuoto inconscio nella madre surrogata e una profonda ferita da abbandono o rifiuto nel bambino.

Questo non vuol dire affatto che i genitori che “riceveranno” questo bambino saranno dei cattivi genitori o che i genitori naturali siano migliori di quelli adottivi, o che quelli eterosessuali siano migliori degli omosessuali e via dicendo, vuol dire solo che ciò che riguarda un bambino, sin dal momento del concepimento, condizionerà la sua salute fisica ed emotiva e tutti i legami inconsci e filogeneticamente determinati creati e rinsaldati, rima ancora delle nascita, se tagliati, non possono che creare una ferita incolmabile.

Tutti noi abbiamo ferite, più o meno profonde, più o meno precoci, che solitamente sono state create senza volere, quindi ogni bambino si dovrà confrontare con delle ferite. Le modalità che verranno adottate per difendersi dal dolore che esse provocano, saranno tanto più forti, emotive, ingestibili e problematiche, quanto più profonde saranno e quanto più determineranno persone insicure e dipendenti dall'esterno (ferita dell'abbandono). Perché arrogarci il diritto di far nascere già un bambino con una ferita così profonda e che può avere diverse ripercussioni sulla vita psichica e sociale, non solo dell'individuo, ma della intera società?

Tutti noi, quando nasciamo, ci aspettiamo l’incontro con nostra madre, che per 9 mesi ci ha trasmesso il suo sangue e la sua ossitocina, ci ha accolti e accarezzati amorevolmente e di cui per tutto il tempo abbiamo sentito di battito del cuore, le emozioni e la voce. Tutto il nostro ed il suo essere è stato programmato per farlo. Qualsiasi cosa ostacolerà questo processo, avrà ripercussioni negative sulla nostra salute fisica e mentale.
Una ricerca della Stanford University e pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences (ABRAMS, Daniel A., et al. 2016), ha dimostrato che la voce della madre, dunque anche quella della madre surrogata con l'utero in affitto, che il feto sente mentre si trova nell'utero, dopo la nascita, rappresenta una fonte di sicurezza emotiva, per tutta la fase del suo sviluppo.
Privare un bimbo della propria madre, equivale a privarlo di questa risorsa vitale, della possibilità di tranquillizzarsi, di sentirsi sicuro, del suo equilibrio emotivo ed a renderlo di fatto orfano di madre.

Cambiare la fonte di sicurezza e di riferimento di un neonato, che può essere soltanto chi lo ha protetto, nutrito e fatto sviluppare per 9 mesi, può risultare pericoloso per la sua integrità psichica, come dimostra la grande mole di studi sulla deprivazione materna, a partire da metà del secolo scorso, dagli studi di Bowbly, incaricato a riguardo dall'OMS, che ha preso in esame anche gli studi di Spitz sulla letargia e la morte per deprivazione da contatto, negli orfanotrofi.
Negli studi di Jean Liedloff troviamo che la deprivazione affettiva infantile costituisce le «premesse per la formazione di individui ansiosi, sradicati e aggressivi».
Così, lo psichiatra Reich dimostrò che quanto più un trauma avviene in età precoce, tanto più può essere difficile da superare.

Dal momento in cui nasciamo, abbiamo tutti diritto alla continuità relazionale con chi ci ha dato vita ed al divieto di separazione e di consegna ad altri.
Non siamo oggetti, né quando siamo solo uno zigote da impiantare in un utero, né quando nascituri, né quando lattanti, né in qualsiasi altro momento della nostra vita.




ALLATTAMENTO

Il rapporto esclusivo e simbiotico madre-bambino, si rinsalda con l’allattamento al seno, che si consiglia già nella prima ora dalla nascita e che favorisce l'equilibrato sviluppo psicofisico del bambino.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) “considera l’allattamento uno degli obiettivi prioritari di salute pubblica a livello mondiale. L’OMS raccomanda l’allattamento in maniera esclusiva fino al compimento del sesto mese di vita
L’allattamento al seno fino ai 6 mesi d’età del bambino, migliora il comportamento del bambino. È quanto emerso da uno studio (Desmond, et al. 2008), della Glasgow University su 1.500 bambini sudafricani tra 7 e 11 anni. Oltre a migliorare il sistema immunitario e ridurre il rischio di alcune forme di cancro, l'allattamento al seno incide sulla salute psicologica del bambino, migliorandone il quoziente intellettivo e le capacità cognitive. “La durata dell’allattamento al seno di un bambino incide in diverse aree dello sviluppo. Ad esempio, alcuni disturbi legati al comportamento nell’infanzia possono portare a sviluppare atteggiamenti aggressivi nel futuro, interferendo con l’apprendimento e con le relazioni con i coetanei, compresa una scarsa autostima“ (Tamsen Rochat).


ALLATTAMENTO E FIDUCIA

Alcuni studi dimostrano che l'allattamento al seno rende meno comuni e problematiche le “battaglie della pappa”, durante lo svezzamento, forse perché il bimbo ha già imparato a fidarsi della mamma, con il nutrimento al seno.
Un neonato che si è sviluppato in un utero in affitto, con una madre surrogata e poi si trovi tra le braccia di un'altra persona, che cosa dovrebbe apprendere dell'accudimento? Quali basi dovrebbero fondare la sua fiducia?


ALLATTAMENTO ED EMPATIA

Durante il parto, la puerpera produce ossitocina, che favorisce il parto ed il legame, nonostante il grande dolore fisico che avverte. Questa ossitocina si continua a produrre con il contatto con il bambino ed in particolar modo con l'allattamento e con l'allattamento stesso, l'ossitocina viene trasmessa al bambino.
E' proprio questa ossitocina che favorirà non solo il legame con la madre, ma con tutti gli esseri umani, fornendo le basi per l'empatia e la socialità, condizioni fondamentali per l'evoluzione della specie.
Nei suoi studi, Harlow dimostra che le scimmiette rhesus lattanti, deprivate della madre, da adulte, non sviluppavano istinto materno e quando costrette ad accoppiarsi, finivano spesso per rifiutare i propri cuccioli.

Quando un neonato quando viene separato da chi rappresenta tutto il suo mondo, il suo nutrimento fisico ed emotivo e la sua sicurezza, perde tutto ciò che è la sua unica realtà e si sente abbandonato o rifiutato, in uno stato di totale insicurezza fisica ed emotiva, qualsiasi sia il trattamento e l'accoglienza che riceverà dalla famiglia futura.




RISCHI DELLA MATERNITA' SURROGATA

Quali sono le conseguenze che la pratica della maternità surrogata comporta sulle donne e sui bambini?
Abbiamo già citato lo studio, che rivela una interazione madre-figlio, dopo i 7 anni, qualitativamente inferiore nei contesti designati, piuttosto che naturali, che però non valutava le competenze emotive dei bambini.

In un altro studio del gruppo Golombok et al., del 2012, i bambini sono stati valutati mediante il test Strengths and Difficulties Questionnaire (SDQ). I figli da maternità surrogata e donazione di gameti  (fecondazione eterologa) hanno presentato maggiori difficoltà rispetto a quelli cresciuti dai genitori biologici. Le differenze di punteggio sono significative (5,95 contro 4,88), ma non lo sono per numerosità del campione. Certo varrebbe la pena, ripeterlo, con un numero più ampio di soggetti.


FERITA DELL'ABBANDONO

Abbiamo già visto profusamente quando e quanto profondamente e quante volte possa essere inferta la ferita dell'abbandono e del rifiuto in un bambino, sin dal concepimento, con la pratica della maternità surrogata e dell'utero in affitto.

Secondo le teorie di Lise Bourbeau (Le 5 Ferite), la ferita dell'abbandono (da genitore di sesso opposto) comporta l'instaurarsi della maschera della dipendenza affettiva, mentre quella del rifiuto (da genitore dello stesso sesso)induce la maschera della fuga (dalle relazioni). In entrambi i casi, come abbondantemente dimostrato dagli studi sull'attaccamento, abbiamo a che fare con uno stile di attaccamento insicuro che comporterà tutta una serie di azioni difensive atte a ripristinare lo stato di sicurezza. Questi comportamenti possono facilmente essere il fondamento di disagi emotivi, accomunati dalla insicurezza, dalla dipendenza dall'esterno, dalla asocialità, dall'egoismo, dall'aggressività e da dinamiche relazionali collusive, in cui spesso entrano in gioco un narcisista carnefice ed una vittima dipendente affettivamente.

Come se non bastasse, a questo destino, quasi scritto, si somma la “scelta” dei futuri genitori, che con la fecondazione eterologa, cercano, come “donatori”/cessionari di gameti (spermatozoi o ovociti) alti, biondi con occhi verdi o azzurri...
Mmmmhhh, una specie di razza ariana? Cercata proprio da chi spesso fa della non discriminazione e della parità di genere il suo baluardo...?
Non vale nemmeno la pena addentrarsi in sterili discussioni, meglio andare al pratico.
Secondo gli studi Lise Bourbeau, esistono 5 tipi di ferite e 5 tipi di strutture corporee, già diversamente raccontate da Lacan, e i profili delle persone alte, con corpi affusolati, immaginate un po' a chi appartengono?
Ebbene sì! Proprio a quelli che hanno la ferita dell'abbandono, ovvero la maschera difensiva della dipendenza affettiva! Così potremmo avere il massimo delle sicurezze che nostro figlio sarà un insicuro dipendente affettivamente dalle attenzioni e dalla approvazione, quindi facilmente manipolabile e, che molto facilmente cadrà nelle grinfie di qualche perverso narcisista senza cuore.
Manco a dirlo, un gamete (ovocita o spermatozoe) non nel suo sito naturale, ma in provetta e ceduto a qualcun altro, non rappresenta un abbandono o un rifiuto, che se lo chiamiamo “dono”?
E semmai questa ferita non fosse la principale, che facciamo, lo chiediamo proprio alto ed affusolato, cioè con la ferita dell'abbandono, il male del nostro millennio?



IL DIRITTO ALLA NON SEPARAZIONE

Che un essere umano non possa essere oggetto di trasferimento o di consegna è scolpito nella dignità di ognuno di noi.

Che un neonato non debba essere separato dalla madre per essere consegnato ad altri, è insito nella coscienza di ciascuna donna e di ciascun uomo, in ogni epoca, eppure tale divieto ha dovuto essere solennemente sancito nella Dichiarazione Universale dei diritti del fanciullo, del 1959: “il bambino in tenera età non deve essere separato dalla madre”.

Che ad ogni bambini debba essere garantito “il pieno sviluppo della persona umana”, è sancito, nella nostra Costituzione, all'art.3, eppure si discute del diritto di impedirlo, interrompendo traumaticamente l'intimo legame madre-bambino sviluppatosi durante la gestazione e vietando l’innato bisogno di contatto che un nascituro ha della sola realtà che conosce.



NOTA PERSONALE

Ho pianto tutto il tempo in cui ho scritto questo articolo, dalle ricerche, allo studio, alla redazione. Il pianto disperato ha lasciato via via il posto, prima ad una rabbia sorda e poi alla profonda rassegnazione.
Forse era l'adulta empatica che piange disperatamente ad ogni funerale e ogni volta che si immedesima nel senso di abbandono di qualcuno, specie se un cucciolo o un neonato.

Ma è molto più probabile che a disperarsi fosse la mia bambina interiore di 3 mesi, che la mamma si è strappata dal seno ed ha portato dalla nonna, ad oltre 1000 km di distanza, perché doveva tornare a lavorare.
Di questa bambina ferita, io non ho saputo niente fino a 46 anni, quando ho voluto provare su di me il test kinesiologico, prima di farlo agli altri, ed ho scoperto di avere una rabbia verso mia madre, mai percepita consciamente e che mai potrei provare come adulta, per qualcosa avvenuto a 3 mesi di vita. E' stata lei stessa a raccontarmelo, quando le ho chiesto cosa fosse.
Di quella ferita del rifiuto che ne è derivata, non avevo il minimo sentore, ma essa è scritta nel mio corpo minuto e nel disagio relazionale, che inconsapevolmente mi ha causato, quello di non riuscirmi a creare una famiglia e non provare la voglia di maternità (se non in particolari momenti della vita, forse più per questioni di adesione alle aspettative sociali), proprio come gli studi Harlow, avevano dimostrato oltre 70 anni fa.

Chissà, che il calo di natalità, nei paesi occidentali non possa essere dovuto anche a questo, ovvero al minor istinto materno che provano le neonate private del contatto continuo o dell'allattamento con le madri.
E' una ipotesi, ma la scienza si fonda su ipotesi e studi atti a comprovarla e non sarebbe certo un male, avere un approccio scientifico quando parliamo di politically correct e di maternità surrogata pro e contro.



ARTICOLI CORRELATI





BIBLIOGRAFIA


    *      "La vita psichica prenatale: breve rassegna sullo sviluppo psichico del bambino prima della nascita”, in «Psychomedia. Telematic Review»).
    *      ABRAMS, Daniel A., et al. Neural circuits underlying mother’s voice perception predict social communication abilities in children. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2016, 113.22: 6295-6300.
    *      Massimo Ammaniti, Vittorio Gallese (2014) La nascita della intersoggettività, Raffaello Cortina Editore, Milano.
    *      C. Berg et Al., «Childhood obsessive compulsive disorder: a two-years prospective follow up of a community sample», in Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry 28 (1989) 528-533;
    *      Bowlby J. (1981) “La teoria dell’Attaccamento e la perdita” volumi 1,2,3  Trad.ed.Boringhieri, Milano 1999
    *      Desmond, C., Bland, R. M., Boyce, G., Coovadia, H. M., Coutsoudis, A., Rollins, N., & Newell, M. L. (2008). “Scaling-up exclusive breastfeeding support programmes: the example of KwaZulu-Natal”. PLoS One, 3(6), e2454.
    *      W. Ross Greene, The Explosive Child: A New Approach for Understanding and Parenting Easily Frustrated, Chronically Inflexible Children, London, HarperCollins, 2014;
    *      Golombok S. Letture J. Blake L. Casey P. Marchi A. Jadva V. “Famiglie create attraverso la maternità surrogata: relazioni madre-figlio e adattamento psicologico dei bambini all'età di 7 anni”. Dev. Psicol. 2011; 47 : 1579-1588
    *      GOLOMBOK, Susan, et al. Children born through reproductive donation: a longitudinal study of psychological adjustment. Journal of child psychology and psychiatry, 2013, 54.6: 653-660.
    *      V. Hallett et Al., «Phenotypic and genetic differentiation of anxiety-related behaviors in middle childhood», in Depression and Anxiety 26 (2009) 316-324.
    *      Harry F. Harlow and Robert R. Zimmermann “The Development of Affectional Responses in Infant Monkeys” Proceedings of the American Philosophical Society Vol. 102, No. 5 (Oct. 20, 1958), pp. 501-509
    *      J.-P. Lebrun, La perversion ordinaire. Vivre ensemble sans autrui, Paris, Flammarion, 2015.
    *      M. E. Luparia, “Scienza, sapienza e presunzione. Riflessioni morali sulla ricerca scientifica e la realizzazione di nuove tecnologie”, Roma, Lateran University Press, 2018, 127.
    *      W. Matthys – J. E. Lochman, Oppositional Defiant Disorder and Conduct Disorder in Childhood, Hoboken, Blackwell Pub, 2017;
    *      Occhetta, «La maternità surrogata», in Civ. Catt. 2017 II 368-379.
    *      Recalcati, Le mani della madre. Desiderio, fantasmi ed eredità del materno, Milano, Feltrinelli, 2015, 75.
    *      Spitz (1954): Infantile depression and the general adaptation syndrome--On the relation between physiologic model and psychoanalytic conceptualization. American Psychopathological Association
    *      Tucci, «Il genoma materno: un vero leader della nostra evoluzione», in Id., I geni del male, Milano, Longanesi, 2019, 186-223.T
    *      R. Verny, “Vita segreta prima della nascita”, Milano, Mondadori, 1981.
    *      Irene Woo, Rita Hindoyan, Melanie Landay, Jacqueline Ho. 2017. “Perinatal outcomes after natural conception versus in vitro fertilization (IVF) in gestational surrogates: a model to evaluate IVF treatment versus maternal effects”. Fertility and Sterility 108(6):993-998
    *      ZANCHETTIN, Liviana, et al. “La qualità della genitorialità nelle famiglie di donazioni riproduttive: una meta-analisi e una revisione sistematica”. Biomedicina riproduttiva online , 2022, 45.6: 1296-1312. 


Commenti