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INTERVISTE, ANGELA FLAMMINI LA GELOSIA CHE UCCIDE MATERNITA' SURROGATA PRO E CONTRO PROFILO DI CHI FA VIOLENZA PSICOLOGICA RISCHI DELL'INSEGNAMENTO DEL GENDER CAUSE REALI DELLA VIOLENZA SULLE DONNE L' AMORE NON BASTA! SMETTILA DI RENDERLO INFELICE! -IL REGALO CHE FA LA DIFFERENZA -MANIPOLAZIONE SESSUALE -IO PROPRIO NON TI CAPISCO VOLERE NON E' POTERE  -QUANDO SI ARRIVA AL LITIGIO, E' TROPPO TARDI... -INSICUREZZA EMOTIVA, AGGRESSIVITA' VERBALE, HATE

PAURA D'AMARE, PHILOFOBIA: SINTOMI E TEST

Per avere amore, per prima cosa, dobbiamo permettergli di entrare nella nostra vita. Dobbiamo aprire le porte, è denudarci, gettare la maschera, mostrarci nel nostro intimo, mostrare le nostre miserie e debolezze. Amare è mettersi nelle mani dell'altro, è esporre il fianco alla possibile sofferenza, per questo chiunque inconsciamente può avere paura di amare, ma ci sono taluni, i philofobici, in cui questa paura è più forte e boicottante, ciò in temine tecnico si chiama philofobia.
C'è chi è forte della propria fragilità e si espone facilmente alla vita, sperimentandola in tutte le sue sfaccettature, per non perdersi niente. Così, si apre all'amore, senza alcun timore, perchè sa che, se si chiudesse, per non soffrire, si priverebbe di qualcosa di meraviglioso, per cui è nato.
C'è chi, invece, dalla parte opposta, è così insicuro ed ha così paura, che si chiude completamente all'amore ed alla possibilità di soffrire o essere abbandonato. E' il soggetto filofobico, ovvero, che ha paura di amare. Una vera e propria psicopatologia, che si manifesta anche a livello organico, con sintomi presenti, o anche passati, spesso nemmeno associati ad una storia d'amore, quali: sudorazione profusa, crisi d’ansia ricorrenti, insonnia, dispnea, in alcuni casi, anche forme depressive e, vere e proprie crisi di panico.
Ovviamente, tra le due categorie, ci sono tutte le altre persone, più o meno sbilanciate verso l'una o l'altra categoria e che possono manifestare solo alcuni sintomi tipici della filofobia, ma senza esserne malati.
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  1. PER RICEVERE AMORE, BISOGNA SAPER RICEVERE
  2. SINTOMI DI PAURA DI AMARE,  PHILOFOBIA
  3. PERCHE' SI HA PHILOFOBIA E PAURA DI AMARE?
  4. TEST, SEI APERTO ALL'AMORE O NE HAI PAURA?
  5. COSA FARE QUANDO SI HA PAURA D'AMARE?
  6. COSA FARE, QUANDO SI E' VITTIME DI UNA RELAZIONE CON CHI HA PAURA D'AMARE?
  7. PER RICEVERE AMORE BISOGNA DARNE
  8. DARE ENERGIA, E' L'UNICO MODO DI AMARE...

"Un amore,
qualunque amore,
ci rivela nella nostra nudità,
miseria, inermità
"
(Cesare Pavese)





SINTOMI DI PAURA DI AMARE,  PHILOFOBIA

Chi ha paura di amare, in qualche caso, sopporta la situazione fobica, ovvero la relazione, ma con intensa ansia o disagio. Ovviamente, non si rende minimamente conto delle proprie paure, ma avverte un senso latente di malessere, di non tranquillità e di mancanza di pace, che può portarlo a paranoie e gelosie ingiustificate.
Chi è philofobico, tuttavia, nella maggior parte dei casi, evita la relazione o fa in modo che finisca, mettendo in atto meccanismi di difesa. Ma, la fuga dal rapporto non elimina, bensì intensifica, la paura stessa, che finisce per nutrirsi di se stessa.

"Un giorno, il Califfo manda il suo Visir a sentire cosa dice la gente al bazar.
Quello va e nella folla nota una donna magra e alta,
avvolta in una gran mantello nero, che lo guarda fisso.

Terrorizzato il Visir scappa via. Corre dal Califfo e lo implora:
“Sire, aiutami! Al bazar ho visto la Morte. È venuta per me.

Lasciami partire, ti prego. Dammi il tuo migliore cavallo.
Con quello, a tappe forzate, stasera sarò in salvo a Samarcanda.”

Il Califfo acconsente e fa portare il suo cavallo più veloce.
Il Visir balza in sella e galoppa via a spron battuto.
Incuriosito, il Califfo va lui stesso al mercato.
Nella folla vede la donna dal gran mantello nero e l'avvicina.

“Perché hai fatto paura al mio Visir?” le chiede.
“Non gli ho neppure parlato”, risponde la Morte.
“Ero solo sorpresa di vederlo qui,
Il perché il nostro appuntamento è stasera a Samarcanda”


Il filofobico, chi ha paura di amare, attua uno o più dei seguenti comportamenti:
  • Sceglie rapporti impossibili, come quello con persone già impegnate, oppure con persone violente o infedeli, comunque destinati a finire. 
  • Sceglie “non rapporti”, ovvero rapporti “di facciata”, con cui adempie all'obbligo sociale di una famiglia, ma senza il minimo coinvolgimento emotivo. 
  • In una relazione, improvvisamente, e spesso senza accampare giustificazioni, ha un comportamento di evitamento e se la da a gambe levate, o semplicemente si butta nel lavoro, per non vivere la relazione e quindi non soffrire.
  • In una relazione, attua comportamenti “ auto lesivi”, che portano a sabotare, in tutti i modi, la propria storia d’amore, e tali da mettere alla prova anche il partner più mite e da portare inevitabilmente alla rottura; come l'immotivata ed eccessiva gelosia, la possessività, l'isolamento del partner, l'aggressività, le imposizioni, le privazioni e cercando pretesti per litigi sempre più frequenti e tumultuosi. 
  • In una relazione, anche quando non sembra avere dubbi e sente che il partner ricambia i suoi sentimenti e non l'abbandonerà mai, chi ha paura di amare, resta comunque insicuro, incapace di tranquillizzarsi e di abbandonarsi a ciò che prova, fino ad arrivare alla rinuncia all’amore in modo volontario. 

PERCHE' SI HA PHILOFOBIA E PAURA DI AMARE?

Un cucciolo ferito , ha paura anche di una carezza. Da un punto di vista biochimico, la philofobia, cioè la paura di amare e di legarsi a qualcuno, sono dovuti a bassi livelli di ossitocina e vasopressina, ormoni la cui carenza è concausa di varie patologie quali, autismo, depressione, disturbo ossessivo compulsivo, fobie e tutte le condizioni in cui siano presenti deficit nelle relazioni sociali.
Dal punto di vista relazionale e psicologico, la paura di amare, può essere legata a:
  • paura dell'abbandono
  • paura del rifiuto
  • paura di perdere la propria libertà,
  • paura di cambiare e/o di perdere il controllo;
  • paura di sacrificarsi;
  • profonde delusioni sentimentali passate;
  • problemi infantili irrisolti.
E' proprio nel passato del bambino philofobico, nel rapporto conflittuale coi genitori, dai quali si sono sentiti poco amati, se non addirittura, rifiutati, umiliati, traditi o abbandonati, che spesso risiede l'origine della paura di amare.
La paura di amare è anche paura dell'abbandono, ed è questo il caso dei bambini che hanno perso uno dei genitori, in particolare la madre, e che si sono sentiti di fatto abbandonati.
Gli orfani sin da neonati, invece, che non hanno avuto le adeguate cure parentali, in particolar modo delle madri, sviluppano una bassa capacità di produrre ossitocina, l'ormone delle coccole e del legame.  
Paradossalmente, è proprio la paura dell'abbandono ciò che pone queste persone, in condizione tale da adottare proprio quei comportamenti per cui verranno abbandonate...
La persona affetta da filofobia entra in un vortice, in un circuito chiuso di mantenimento, entro cui dà a se stesso solo ed esclusivamente ciò che gli permette di confermare le proprie convinzioni.



TEST, SEI APERTO ALL'AMORE O SEI FILOFOBICO?

  • Soffri di ansia e/o di mal di stomaco?
  • Hai mai sofferto di crisi di panico?
  • Vedi il marcio in tutto ciò che ti circonda?
  • Ritieni di essere sempre stato da solo, nella vita?
  • Sei un solitario?
  • Sei una persona ipercritica con tutto e tutti?
  • Ti capita, nelle conversazioni con chi dici di amare, di utilizzare la terza persona singolare, anzichè la prima; come se fossi "estraneo" al legame (es. "Tu non sai quanto Tizio ti ami!" piuttosto che "Tu non sai quanto io ti ami!", oppure "papà ti viene a prendere" piuttosto che "ti vengo a prendere"...)?
  • Ti senti di non riuscire a trovare pace?
  • Sei sospettoso e possessivo?
  • Non hai fiducia, in te o nel tuo partner o nel vostro amore?
  • Fai paragoni con le storie precedenti?
  • Fai paragoni con storie altrui, che non hanno avuto buon esito?
  • Hai paura di poter soffrire per amore?
  • Hai paura di poter essere tradito?
  • Hai paura di essere abbandonato da chi ami?
  • Anticipi negativamente l’esito della storia o semplicemente ciò che potrebbe accadere?
  • Le tue storie precedenti hanno avuto tutte la stessa trama?
  • Chiudi la porta alla possibilità di innamorarti e di creare un legame duraturo?
Queste sono solo alcune domande, che possono aiutarti a capire se e quanto hai paura di amare.
Rispondi, con sincerità.
Il primo passo, per qualsiasi evoluzione è la consapevolezza.
Sapere ed avere la cosapevolezza del tuo disagio, è ciò che prima di altra cosa, ti può aiutare a superare le difficoltà iniziali, lasciandoti andare e innescando un meccanismo rimasto sopito in te e che aspetta soltanto di risvegliarsi. L’unico modo per perdere l’amore è negarlo a noi stessi ed all'altro.

Quando saprai, quando avrai dato un nome al tuo disagio, sarai tu a decidere come trovare la soluzione. Potrebbe essere quella di farti aiutare da un esperto, oppure, semplicemente, parlarne con il tuo partner e aiutarvi, insieme, a superare la cosa, oppure, ancora, potrai decidere di rompere, da solo, quei meccanismi deleteri che ti porti dentro da una vita intera.

Non è facile.

Quei meccanismi ti sono amici.
Fin'ora, apparentemente, e il tuo inconscio ne è convinto, ti hanno salvato dalla sofferenza.
Chi getterebbe, con tanta facilità, le armi che l'hanno salvato?
Quei meccanismi, sono così radicati dentro di te, che razionalmente potrai volerli eliminare, e forse penserai di esserci riuscito, ma il tuo inconscio te lo impedirà e basterà anche la pur minima associazione con una sofferenza passata, un colore, un odore, un suono, una voce, una parola, che tutto si scatenerà di nuovo, alterando il tuo rapporto.
Quello che noi siamo, con l'altro, e tutte le nostre reazioni, la gran parte delle volte, non sono dovute alle sue qualità personali, ma ai fantasmi che noi ci portiamo dentro.
Per resettare completamente certe paure, bisogna resettare le immagini e le credenze negative, che abbiamo stampato nel DNA, nel nostro subconnscio, invertendone la polarità, da negative a positive. Bisogna riprogrammare il subconscio.



COSA FARE QUANDO SI HA PAURA D'AMARE?

In sintesi, qual'è il problema della philofobia? Dov'è la sua radice?
Quando si ha paura d'amare, si cede alle paure ed alle credenze, spesso inconsapevoli, che ci siamo fatti circa l'amore, come ad es. "L'amore non esiste" "L'amore eterno non esiste" "L'amore è sofferenza" "Se mostro i miei sentimenti divento debole" "Tanto, primo o poi, tutti finiscono per tradire" "Se abbassi la guardia, resti fregato" "Meglio non aspettarsi niente, così non ci si resta male, quando le cose non vanno come vorremmo" "Tanto lo sò già come andrà a finire" "Tutti/e gli/le uomini/donne sono..." "Tutti i miei partner mi hanno..." "Io non credo nel matrimonio" "io non sono fatto per l'amore" "Non mi interessa una storia" "Vorrei una vita tranquilla" "Non voglio entrare in dialettica con un partner"....

Il primo passo è quello della consapevolezza, ovvero del rendersi conto che esiste un problema.
Il secondo passo è il volerlo superare!

Si può risolvere il problema della paura di amare e di soffrire?
Si può solo se lo vuole anche la parte inconscia. Questo si può capire solo con un test kinesiologico, che se fatto con la corretta metologia ed in silenzio, può dire anche esattamente quando e come si è originata la causa, ma non pensare che questo risolva il problema, anche se talvolta può accadere, come è accaduto ad una mia cliente.

Il terzo passo è farlo e putroppo, in questa fase, la consapevolezza, ovvero la nostra parte conscia e razionale, serve a ben poco!  La nostra psiche è governata dal subconscio, per il 95% del tempo.
Essere consapevoli, parlarne, rigirare il coltello in ferite del passato, cercare di correggere i propri atteggiamenti, ripetere frasi positive (tra l'altro spesso formulate in modo sbagliato), fare percorsi di ipnosi che riportino a galla i perchè, fare corsi di crescita personale e spirituale (che leniscono, ma non risolvono), trovare strategie di copying (in grado di affrontare momentaneamente l'emergenza), NON ristruttura il subconscio, quindi, NON migliora il nostro comportamento, che è dettato da esso.

La differenza tra il conscio ed il subconscio è la stessa che passa tra la teoria e la pratica.
Il conscio è teoria, è chiacchiera, è "volere". Il subconscio è pratica, sono fatti/comportamenti, è "essere".
Il conscio si muove verso il piacere, la gioia, l'amore, la pace, verso ciò che consapevolmente desideriamo. Il subconscio è, in via prioritaria, portato ad evitare il dolore e quindi si muove dettato dalle paure. Prima evitare la sofferenza, poi cercare il piacere...
Il conscio rappresenta ciò che vogliamo,  "una vita tranquilla", "una relazione felice ed equilibrata". Il subconscio è ciò che ci boicotta e che dice NO! Non perchè non desideriamo la pace e l'amore, ma perchè essere in pace, amare, significa abbandonare le armi e quindi, non potersi difendere da un mondo ostile!
La paura d'amare ha un vantaggio, non farci soffrire! Finché non eliminiamo la convinzione sabotante che amre sia pericoloso ed il vantaggio che ne deriva, non possiamo dunque eliminare il problema!
E' la stessa cosa del fumare, se esso ci da il vantaggio di farci rimanere in forma o stare calmi e quindi evitare la sofferenza in caso contrario.
Oppure è lo stesso del problema del peso, se esso ha il vantaggio di farci avere attenzioni altrui o di sembrare intelligenti, piuttosto che belli, magri e vuoti o, al contrario, magri e attraenti...
Così come per qualsiasi altro problema,  è la paura che abbiamo dentro che ci crea una convinzione boicottante tutte le nostre migliori intenzioni.
Il guaio è che, non sempre, siamo e possiamo essere consapevoli delle nostre convinzioni autosabotanti, che, molto spesso, tra l'altro, abbiamo ereditato dai nostri genitori e dalla società.

Cosa possiamo fare allora, per allineare il subconscio al volere conscio e superare la filofobia?
Se il subconscio è il fare, piuttosto che convincerlo con libri, corsi, meditazioni o qualsiasi altro tipo di lavoro spesso lungo e doloroso, si può solo fare, agire!

Agire DOVE?
Dove questi problemi si palesano e dove si sono creati, nelle rel-azioni.

Agire COME?
Come si sono create.
Sono abitudini e le abitudini, come ben sai, si instaurano con il tempo e con le ripetizioni, ma non basta. Nessuno, men che meno il cervello farebbe qualcosa che non sia appagante e quindi incentivante da ripetere e quelo che non sai è che il cervello, per acquisire abitudini, ha bisogno di un neurotrasmettitore, la dopamina, che si produce solo ed esclusivamente con azioni NUOVE.

Dunque, in sintesi, prima cosa serve consapevolezza, poi voglia di migliorare ed infine rel-azioni efficaci per il cervello, con novità, ricompense, tempo e ripetizioni, possibilmente con tecniche di apprendimento efficace.
Tutto questo c'è in un solo metodo al mondo, il metodo 7x52, dell'almanacco di intelligenza emotiva per la coppia.
Un allenatore esperto che ogni giorno ti guida verso l'amore con un passo piccolo, nuovo ed altamente ricompensato . Così, a forza di farlo, con la ripetizione, si può acquisire una abitudine nuova, l'abitudine ad amare.
Se questo passo è inoltre adeguatamente e sempre ricompensato, ogni volta che sarà compiuto, crescerà la motivazione per farlo di nuovo.
E' ovvio che un passo simile, per quanto piccino esso sia, deve essere esguito su indicazione di un esperto, che non solo conosca la psiche umana, ma anche le differenze uomo donna, giacché sono diversi i loro modi di amare e di apprezzare l'altro.
A tutto questo supplisce l'almanacco dell'amore, 365 addestramenti pro man & woman. 365 nuove possibilità di amare e di essere amati.



COSA FARE, QUANDO SI E' VITTIME DI UNA RELAZIONE CON CHI HA PAURA D'AMARE?

Innanzitutto, bisogna chiedersi, se ne vale davvero la pena, perché non è facile.
In secondo luogo, bisogna avere rispetto e pazienza. Come con un cucciolo spaventato, vale la regola generale della calma, della dolcezza e del rispetto dei suoi spazi, lasciando che sia il cucciolo ad avvicinarsi, quando ha imparato ad avere fiducia, piuttosto che forzarlo al contatto. Ma la pazienza, l'amorevolezza, l'amore, la disponibilità, non devono mai e poi mai essere motivo di perdita dell'identità o della propria dignità o giustificare una violenza psicologica.
Tutto ha un tempo, per iniziare, ma anche per finire, se non si evolve positivamente per entrambi.

Cosa fare, dipende comunque da quale situazione ci si trova ad affrontare. Spesso, l'unica cosa che possiamo fare è solo chiudere la relazione e lasciar andare chi non vuole legarsi. Una massima cinese dice: "Se ami una farfalla, lasciala andare, se tornerà da te, sarà tua per sempre, se non lo farà, significa che non lo è mai stata!"". .
  • Se siamo vittime di un “non rapporto”, ovvero di un rapporto “di facciata”, altro non possiamo fare che, chiudere la storia, riprenderci in mano la nostra vita, dignità ed il nostro diritto di essere amati.. 
  • Se siamo vittime di una relazione con toccata e fuga, dobbiamo considerare le differenze uomo donna. Se il philofobico è una donna, si può pensare, seppur con la massima dolcezza e non invadenza, di essere presenti e di corteggiarla. Far sentire bella, amata, speciale e protetta una donna, così come farla parlare delle sue paure, senza interrompere, o minimizzare o offrire soluzioni, accresce il suo livello di ossitocina e quindi di attaccamento. Se il fobico è un uomo, bando a qualsiasi tentativo di rincorrerlo, quando si allontana, sortiremmo l'effetto contrario e uccideremmo qualsiasi spinta alla nostra conquista. L'unica cosa che possiamo fare, fino ad un certo punto, è pazientare e mostrarci aperte e dolci, al suo ritorno. Nulla farebbe scappare di più un uomo, se non il fatto di sentirsi rimproverato e di non sentirsi accettato.
  • Se ci troviamo in una relazione di auto-sabotaggio, per un pò di tempo possiamo provare a conquistarci la fiducia del cucciolo spaventato, con immensa pazienza e dolcezza. Ma ci vuole tantissima forza, esperienza nelle relazioni umane ed una buona dose di conoscenza delle differenze uomo donna. Perchè chi ha paura di amare ci metterà a dura prova, logorerà la nostra vita, esaurirà tutte le nostre forze, ci umilierà e frustrerà i nostri bisogni, ci isolerà da tutto e tutti, ci scatenerà risentimento e rabbia. Quanto può durare questo? Non ci si unisce a qualcuno perchè ci faccia stare male o tiri fuori il peggio di noi. Se non abbiamo la forza necessaria, lasciamo stare sin da subito. Se decidiamo di provarci, monitoriamo sempre i cambiamenti e le tempistiche. Se il philofobico mostrerà, col tempo, di acquisire fiducia in noi, di stimarci e di amarci. Se chiederà scusa. Se cercherà piano piano di cambiare. Se si mostrerà meno chiuso e si aprirà alla socializzazione. Se inizierà a fare in modo di non farci soffrire. Se i tempi di distacco si faranno via via più brevi e se sarà lui a cercarci (come il cucciolo, che impara a fidarsi). Pazientiamo ancora un pò, ma non perseveriamo in imprese impossibili.
  • Se siamo vittime di una relazione in cui l'altro, ad un certo punto, dichiarerà di voler star solo e di non desiderare alcuna relazione, lasciamolo andare...
Dalai Lama dice "Dona a chi ami, ali per volare, radici per tornare, motivi, per rimanere" e questo, in una coppia, deve essere reciproco.

PER RICEVERE AMORE BISOGNA DARNE

L'amore è fatto di due identità distinte e per amarsi bisogna essere in due.
Per ricevere amore l'unica cosa che puoi fare è darne.
Più ne dai e più ne ricevi.
Come scrisse Dante, nel canto V della Divina Commedia, "...amor ch'a nullo, amato. amar perdona...", ovvero, l'amor che a nessuno, che sia amato, d'amar perdona.....
Inizia sorridendo un po' di più, con chiunque, ma soprattutto con chi ami. Un sorriso sollecita quasi sempre un altro sorriso.
Cerca di essere gentile ed amorevole, paga di più dell'essere critici.
Cerca di essere affettuoso e premuroso, paga di più dell'essere egoisti ed indifferenti.
Cerca di fare tante coccole e di dare tanti baci a chi ami, vi aiuterà a produrre più ossitocina, a sentirvi più legati ed aumenterà la fedeltà e la fiducia reciproci.
Impara ad amare incondizionatamente, per il solo piacere di farlo.
Chi vuol ricevere più di quanto dà, inevitabilmente mette in crisi un rapporto.
Pensa prima a cosa stai dando tu al tuo partner, prima di chiederti che cosa sta dando lui a te.

Ricorda sempre che chi hai al fianco appartiene ad un mondo completamente diverso dal tuo e tutto quello che è scontato per te, non lo è affatto per il tuo partner, anzi, spesso è esattamente il contrario. Così ciò che è importante per lui, può non esserlo affatto, per te.

La cosa più banale e stupida che ho sentito dire è: "Ma noi ci amiamo! Basta questo per essere felici!". Esatto contrario! E' proprio l'amore che ti porta all'infelicità, se non trovi l'umiltà, l'intelligenza, l'accoglienza ed il rispetto di chi ti è davanti.

Sappi che quello che hai visto fare dai tuoi genitori, e che essi ti hanno trasmesso, è, spesso, molto diverso da quello di cui avete bisogno oggigiorno, tu ed il tuo partner. Perchè sono cambiati e si sono evoluti i vostri ruoli, nella società, sono aumentati stress e frustrazione e diversi sono anche i modi per appagare i vostri reciproci bisogni.

Ricorda che, sentirsi amate, per le donne, significa sentirsi speciali, belle, amate e protette; mentre per gli uomini, sentirsi amati, significa sentirsi accettati ed apprezzati...

Ricorda che, ognuno di noi, tende a dare all'altro ciò che vorrebbe per se o che, comunque, reputa ragionevole dare, e che, in genere è proprio ciò che non rende affatto felice l'altro. Per l'esattezza, nel caso delle donne, è proprio ciò che esse fanno a rendere infelice un uomo, mentre, per gli uomini, è ciò che essi non fanno e rendere infelici le donne.

Ricorda che, non è affatto facile dunque, avere un comportamento diverso da quello che ci è instintivo e che diamo per scontato. Non è facile realizzare il nostro profondo desiderio di rendere felice l'altro e adottare i comportamenti anelati, evitando quelli paventati.

Amare può essere terribilmente facile o difficile, dipende solo da te.
Di certo, confrontarsi solo con se stessi è facile, è vivere in due che è difficile!
Sarà difficile e non potrai ottenere ciò che non hai mai avuto, se vivi una storia ad un'unica via o una "non storia",  se resterai ancorato sulla tua posizione ed arroganza, se non avrai l'intelligenza di ammettere d'ignorare un mondo così diverso dal tuo, se non ti porrai all'ascolto dell'altro, se non lo rispetterai, se non gli andrai incontro. Per amare bisogna essere in due, sempre.

Amare, invece, sarà la cosa più semplice al mondo, se ti colmerai di umiltà e di giocosa ignoranza.
Amare, sarà facile, se avrai l'arguzia e la curiosità di ascoltare l'altro e i suoi bisogni.
Amare, sarà facile, se avrai l'intelligenza di rispettare le differenze dell'altro.
Amare, sarà facile, se avrai l'abilità di appagare i suoi più fondamentali ed intimi bisogni.
Amare, inoltre, sarà meraviglioso, se saprai apprezzare le reciproche differenze uomo donna e se saprai fare in modo che diventino complementari alle tue.

DARE ENERGIA, E' L'UNICO MODO DI AMARE...

L'armonia di coppia è difficile da raggiungere quando si è insicuri, quando si vuole di più, quando si vuole controllare l'altro, quando si attuano comportamenti atti ad ottenere qualcosa dall'altro, come l'aggressività, il vittimismo, il perfezionismo, il “salvataggio” o la manipolazione.
Quando questo accade, l'uno TOGLIE ENERGIA all'altro.
Ci si sente minacciati, senza energia e ci si tira indietro, iniziando una lotta di potere.
Invece di RUBARCI ENERGIA a vicenda, dobbiamo darla a chiunque ed in primis a chi amiamo.
Quando diamo energia all'altro, il suo viso si illumina, vorremmo che fosse sempre radioso e noi stessi proviamo pienezza, appartenenza, euforia, amore...
Se passiamo energia all'altro ed esso ce la restituisce, essa si amplifica e se tutti lo facessero, l'umanità andrebbe ancora avanti nell'evoluzione.
DARE ENERGIA è l'unico modo per amare...


"Amor ch'a nullo amato
amar perdona..."
(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto V)


 
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Commenti

  1. Grazie di cuore, mi riempie davvero il cuore che tu apprezzi le risorse che ho impiegato per scriverlo.

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