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NON CI SONO PIU' GLI UOMINI DI UNA VOLTA PERCHE' NON CI SONO...

livello di mascolinità e femminilità
Non ci sono più gli uomini di una volta”, “non ci sono più le donne di una volta”, gridano tanto gli uomini che le donne, di fronte a donne mascolinedonne poco femminili e uomini effemminati, che sembrano aver perso la loro virilità, qualcosa che possono capire con la testa, ma con il corpo no. 

Se non ci sono più gli uomini di una volta è perché non ci sono più le donne di una volta. E' un dato di fatto, non una teoria. A cambiare la visione degli uomini e delle donne è stata la rivoluzione femminista.

Se non ci sono più gli uomini di una volta e non ci sono più le donne di una volta, è normale perché la società è tanto cambiata. Il guaio è che il mutamento dei ruoli, tuttavia, non coincide affatto con la fisiologia umana che resta differente per maschi e femmine e che delle motivazioni evolutive fondamentali per la specie.
Solo quando uomini e donne assecondano la loro ancestrale, naturale e vitale, mascolinità o femminilità, possono star bene e provare attrazione per il partner ed essere attraenti per lo stesso, sentendosi felici.

Questo non significa affatto che non bisogna evolversi, ovvero che la donna non possa cercare l'indipendenza o l'uomo non possa collaborare alla cura, ma solo che bisogna farlo rispettando i bisogni fisiologici individuali e reciproci e non è evoluzione quella di invertire i ruoli o appropriarsi di quelli altrui, ma vediamo perchè.




DONNE MASCOLINE E UOMINI EFFEMMINATI

Nei tempi più recenti, le differenze uomo donna si sono appianate sempre di più.
Le donne si sono emancipate e mascolinizzate, molte lavorano e sono in grado di procurarsi da vivere.
Gli uomini, di converso, sono più autonomi nella cura del loro habitat, molti sanno cucinare e farsi il bucato.

La mascolinizzazione femminile e la femminilizzazione maschile, non fa altro che procurare grande stress alle funzionalità dei due sessi ed aumentare ancor più l'esigenza dell'appagamento di certi bisogni, per il benessere.

Per esempio, se una femmina valorizza i suoi capelli, o la pelle liscia e turgida, accentuando la sua femminilità, invia al maschio il messaggio inconscio che i suoi estrogeni funzionano bene e quindi è interessante come possibile madre dei suoi figli.

Se invece lo fa il maschio (liberissimo di farlo ovviamente), invia lo stesso messaggio, cioè di uomo effeminato, ovvero di uomo con poco testosterone, che invece avrebbe pochi capelli e la pelle coi peli e meno turgida (le pelle dell'uomo ha meno collagene). Di fatto diverrebbe meno attraente per la donna, ma come vedremo dopo, egli stesso ne sarebbe meno attratto, producendo meno testosterone, che tra l'altro accresce il loro stress e malessere.

Alla stessa stregua, le donne poco femminili, che trascurano la loro femminilità, producono meno ossitocina, il loro ormone del benessere, accrescendo il loro stress, che diventa ancora più alto, se le donne mascoline svolgono attività testosteroniche o si comportano come i maschi.




UOMINI EFFEMMINATI

La base delle psiche maschia è: “Essere forte, abile e coraggioso per ottenere la stima delle donne e l’appartenenza al loro cerchio. L’ACCOGLIENZA. Essere accolto. Questo è il parametro essenziale.
Il totem racchiuso nell’idea di penetrare.
Il dramma della cultura maschilista è proprio privare il maschio della coscienza che l’obiettivo è essere accolto, non entrare di forza. Non c’è piacere nell’entrare senza venir accolti”
 Jacopo Fo

Se, all'inizio di una relazione l'uomo è motivato dalla sfida di conquistare l'affetto di una donna, automaticamente la produzione di testosterone gli conferisce un senso di forza e benessere.

Le donne mascoline che tendono e sempre di più vogliono la libertà di comportarsi come i maschi, facendo loro stesse il primo passo o peggio, corteggiandoli, "rubano" loro il ruolo e la virilità privandoli del gusto della caccia e della conquista. Infatti, se il maschio non ha un obiettivo e non si sente motivato a raggiungerlo, non produce testosterone e questo, non solo non gli da appagamento, gli inibisce una reale attrazione per la donna.

Emotivamente, i maschi ricevono dalle donne poco femminili il messaggio inconscio "tu non sei capace di conquistarti una donna, non mi degni d'attenzione, ti faccio vedere io...!", non si sente rispettato nel suo ruolo e non sentendosi apprezzato, non ha motivo per conquistare una donna, che non gli fornisce le basi del suo benessere (il testosterone) ed i presupposti per una relazione futura, basati, per l'appunto, sull'appagamento, sulla soddisfazione e sulla sicurezza, che quella donna resterà con lui, perchè ha saputo conquistarla...

Senza il rituale del corteggiamento e della seduzione, continui, giorno per giorno, l'uomo non ha possibilità di manifestare le sue abilità e competenze e non da alla donna motivo per stimarlo, cosa che, in seguito, distruggerà il rapporto, creando non pochi problemi di coppia. Inoltre, se un uomo non farà nulla per conquistare una donna, non farà nulla per tenerla e, spinto anche dalla carenza di testosterone, non sarà in grado di dare alla donna, l'attenzione, la protezione e l'amore di cui lei ha bisogno...
Per star bene in un rapporto di coppia, l'uomo deve sapere di poter soddisfare le esigenze della partner. Quando lei gli dimostra fiducia, consenso e apprezzamento, non solo ne arricchisce lo spirito, ma contrasta gli effetti dello stress, contribuendo a mantenere un livello adeguato di testosterone nel suo organismo.
Più un uomo si sente capace e sa di avere successo nel rapporto, più il livello dell'ormone si manterrà a livelli adeguati.
Se invece ha la sensazione di essere inetto, energia e interesse calano, di pari passo con la quantità dell'ormone, fatto che compromette non solo il desiderio sessuale ma anche l'umore. L'uomo diventa cupo, scontroso, irritabile o passivo,
stressato.

Questo malessere è sia a livello emotivo, che biologico. E' dovuto al calo di testosterone e li rende di fatto uomini effemminati.

Ecco allora la spiegazione del perché se non ci sono più gli uomini di una volta è perché non ci sono più le donne di una volta.

Sono di fatto le donne, con la loro emancipazione, col volersi comportare come gli uomini a favorire uomini effemminati da cui poi non si sentono attratte. Un serpente che si morde la coda. Insomma, a tutti gli effetti un comportamento da stupidi che vorrebbe crearsi vantaggi egoistici, invece finisce col causare danno sia a se stesse, che all'altro, che alla coppia.






DONNE POCO FEMMINILI

Le donne poco femminili, che non si curano del loro aspetto, della loro bellezza e della loro femminilità, ovviamente non lo sanno, ma producono meno ossitocina, il loro ormone antistress e del benessere, che ha delle implicazioni enormi sulla sua qualità della vita.

Il livello di ossitocina scende ulteriormente se ad una donna manca la rete sociale, la possibilità di comunicare con altre donne, svolgere attività creative e di cura del proprio habitat, cose meno facili da attuare nelle grandi città e coi tempi così ristretti delle donne superimpegnate.
Con il calo di ossitocina cresce lo stress. Quando la donna è sotto stress cerca di produrre ossitocina, ma se non le sono disponibili le fonti primarie, come la femminilità e la comunità, cerca intimità col partner, ha bisogno di parlare, sfogarsi e di ricevere più complimenti, attenzioni, affetto e abbracci, diventando più pesante ed esigente.

"Paradossalmente,
l'emancipazione femminile ha reso la donna
più dipendente dall'uomo, per la sua felicità.
Infatti, più stressata e meno prossima a fonti differenziate di ossitocina,
si attacca all'unica disponibile, il partner"
Angela Flammini

In altri termini, oggi le donne dipendono maggiormente dall'uomo, per stare bene e più sono emancipate, più ne dipendono. Ma l’uomo questo non lo sa, si sente frustrato e istintivamente, lavora di più per rendere felice la propria donna. L'uomo non sa che la donna, ha bisogno esattamente del contrario, ha bisogno semplicemente di lui e della sua presenza. Oltre al sostegno materiale, alla ha bisogno di intimità, comprensione e protezione dal malessere che è lo stress.

Nella società attuale, sia l'uomo che la donna, hanno un pò perso la loro identità, ma gli uomini, hanno perso anche il loro ruolo esclusivo di mantenimento della famiglia. Inoltre, in questi periodi, spesso l'uomo subisce anche l'umiliazione di non poter provvedere in modo adeguato alla sua famiglia. Il senso di inadeguatezza e frustrazione, che ne derivano, sono tali da mettere in crisi anche i caratteri più forti e le coppie più solide.
L'uomo dunque deve essere aiutato dalla donna, che ne è maestra (la donna che aiuta, aiuta anche se stessa), affinché possa comprendere il suo nuovo ruolo di procacciatore di benessere, ma anche affinchè egli non  esca ancora più sconfitto e frustrato dalla relazione.
Quindi il nuovo ruolo della donna è quello di emanciparsi imparando a riconoscere il ruolo al maschio ed a farlo sentire importante richiedendogli supporto emotivo.

Le donne mascoline inoltre tendono a produrre più testosterone ed esso può ridurre il tasso di ossitocina nella donna. Una quantità eccessiva di testosterone, interferisce con la capacità della donna di avere rapporti intimi soddisfacenti.
Se sin dalle fasi iniziali di un rapporto, la donna ha atteggiamenti maschili, molto probabilmente ha un livello di testosterone e di aggressività più alti, che di certo non fanno bene a se stessa, nè al rapporto.

Inoltre, questo atteggiamento, purtroppo sempre più emergente, oltre ad inibire i bisogni maschili, diminuiscono il livello di ossitocina, che è l'ormone anche del legame e della fedeltà, diminuendo di fatto la propensione al legame profondo e la sua capacità di benessere ed appagamento sessuale.

L'insoddisfazione derivante dalla carenza ormonale, si sommerà a quella per non essere mai stata corteggiata, cercata e conquistata. Questa frustrazione diverrà sempre più dilagante e deleteria e, come un serpente che si morde la coda, indurrà ulteriore frustrazione, nell'uomo che, già demotivato in partenza, non vedendola soddisfatta, non avrà lo stimolo per darle ciò di cui ha bisogno.


POLARITA' MASCHILE E FEMMINILE - YIN E YANG

L’uomo e la donna sono composti da una predominanza di ormoni maschili o femminili (70%), che ne disegnano i caratteri sessuali primari (apparato genitale) e secondari (spessore della pelle, peli, capelli, corde vocali, seni etc…).
In ognuno risiede anche una piccola parte del lato opposto (30%). E' fisiologico e dovrebbe prendere solo una piccola fetta di questo equilibrio ormonale.
Istintivamente, se un uomo lavora esternamente e produce testosterone per il 70% del tempo, per completarsi con il 30% nell’ambiente familiare, è in uno stato di equilibrio e benessere.
Inversamente dicasi per l'uomo, se esso si trova nella situazione di doversi occupare prevalentemente o delle mansioni domestiche.

Di converso, la donna dovrebbe dar spazio alle attività che le permettono di produrre ossitocina, per il 70% del tempo, e testosterone (ivi comprese le attività di protezione dei figli), per il 30%.
E’ chiaro che se una donna si trova in una situazione che deve lavorare 8-9 ore al giorno, deve essere lei a occuparsi di tutte le mansioni domestiche o prendere le decisioni di casa, il suo corpo verrà influenzato così tanto dal testosterone, che prevarrà in lei la parte più mascolina e testosteronica, fino a farle "dimenticare" la sua parte femminile ed i suoi reali bisogni.


In medicina cinese, queste sono le leggi dell’equilibrio yin e yang.
In fisica, come in amore, queste sono le leggi delle polarità, per cui due magneti si attraggono.


DONNE FEMMINILI

Apparentemente, tutti questi sono solo retaggi medioevali e probabilmente lo sono, ma è sbagliato? No! E' nella nostra natura! La donna ha il diritto di sentirsi fragile e l'uomo quello di proteggerla... Il nostro benessere risiede solo in questo tipo di atteggiamenti e nella differenziazione dei ruoli.
Questo non significa affatto che la donna debba stare a casa e l'uomo debba lavorare, va benissimo l'evoluzione dei compiti, ma è fondamentale, sempre, coltivare e favorire le differenze uomo donna ed il benessere reciproco e soprattutto non frustrarlo, con atteggiamenti erronei. Applicare nuove strategie comunicative e alimentare la femminilità o mascolinità del nostro partner, significa proprio questo, fare in modo che l'altro non risulti mortificato nel suo ruolo, dal nostro atteggiamento.
Si può essere femminili, pur indossando i pantaloni ed andando a lavorare.
Si può essere maschi, pur cucinando o sbrigando qualche piccola incombenza domestica.

Essere femminili è una questione di atteggiamento e non c'è nulla di discriminatorio o offensivo.

Ma allora cosa significa essere femminili? Vi faccio un esempio.

Vi racconto ciò che mi è accaduto al supermercato.
In fila, alla cassa, prima di me, c'era una coppia di coniugi anziana, con un carrello relativamente pieno. La donna, molto elegante, con un bel completo pantalone, si è voltata e, notando che avevo in mano solo due cose, ha sussurrato qualcosa all'orecchio del marito ed egli mi ha gentilmente offerto di passare avanti. Quella donna, pur portando i pantaloni, aveva quella femminilità degli altri tempi e, con grande naturalezza, ha fatto in modo che un gesto di generosità, diventasse un gesto di galanteria maschile. Io, pur rivolgendo lo sguardo anche a lei, l'ho fermato di più su di lui, per ringraziarlo. In questo modo, con un semplice gesto di femminilità, con una ignara strategia comunicativa, quella signora ha nutrito l'amor proprio, l'autostima ed il benessere del proprio marito e proprio in ragione di questo, come qualsiasi altro atto di cura, ella ha nutrito anche il proprio benessere.
Ciò che è paradossale, e purtroppo piuttosto normale per noi donne, è che la nostra naturale propensione all'aiuto altrui o la nostra empatia, possono farci assumere atteggiamenti con esiti negativi. Come ho più volte detto, ciò che rende infelice un uomo, spesso è proprio ciò che una donna fa. Vi faccio un esempio, sul racconto di prima. Se alla generosità di quell'uomo avessi risposto con altrettanta generosità e rispetto verso la loro età, dicendo "grazie, ma non importa" e di fatto, rifiutando, avrei umiliato quell'uomo ed amareggiata quella donna...


COME COLTIVARE FEMMINILITÀ E MASCOLINITA'?

Cosa possiamo fare per nutrire il reciproco benessere, dunque?

Possiamo coltivare la nostra femminilità e mascolinità, ma soprattutto alimentare quella del nostro partner.
Per far sì che ciò accada e quindi per rendere felice l'altro, la pianificazione del
l'almanacco dell'amore, prevede che il venerdì sia il giorno di venere, della donna, come il sabato lo sia di saturno, ovvero dell'uomo. Il venerdì è il giorno dedicato alla femminilità, in cui si esce con amici. L'espressione della propria femminilità e mascolinità all'interno di un gruppo sociale, amplia notevolmente la risonanza positiva di questo stato di appagamento e crea molta intesa e complicità nella coppia.
Il sabato, invece, è il giorno in cui si da la possibilità all'uomo di dimostrare le proprie abilità, nel fare qualcosa per lei.
In questi due giorni è fondamentale favorire al massimo la propria natura di femmina o di maschio ed evitare qualsiasi errore comportamentale, che possa frustrare questa tendenza nell'altro e che spesso nemmeno sappiamo di compiere!
Alimentare la femminilità o mascolinità del nostro partner, significa proprio questo, fare in modo che l'altro non risulti mortificato nel suo ruolo, dal nostro atteggiamento e soprattutto non frustrarlo, con atteggiamenti erronei.

L'uomo, che in questa situazione, ha avuto la peggio, perdendo il suo ruolo millenario di unico procacciatore di cibo, ha dunque oggi un compito ed un ruolo più evoluto ed importante di procacciatore anche di benessere, ovvero di sostegno emotivo.
Questo ha un ruolo nuovo, forse non facile da capire o attuare, ma è un ruolo importantissimo per il benessere della donna e della famiglia. Per sostenerlo, l'uomo deve sempre mantenere il suo ruolo maschile e fornire in più, alla donna, una protezione emotiva, facendola sentire accolta, facendola sfogare, facendole sentire il diritto di essere donna, sensibile e talvolta fragile. Non c'è bisogno che parli, se ha bisogno di silenzio, ma può ascoltare lei, in silenzio, abbracciandola dolcemente e chiedendole della giornata passata o di come sta o se può aiutarla in qualcosa o se può toglierle il peso della cena, per una volta a settimana. 
Le donne premiano anche solo l'impegno o l'intenzione di aiutare, figuriamoci se poi trovano anche un pò di aiuto effettivo in casa!
E' come se l'uomo avesse una piccola porzione di lavoro straordinario a "fine turno" e se il suo ruolo fosse cresciuto di grado, dover procacciare, oltre al sostentamento economico, anche una porzione di benessere alla propria compagna...
Così, con questa piccola strategia, la donna ritrova la sua femminilità ed il suo benessere, l'uomo si sente più motivato e felice, perchè si accorge di svolgere una funzione importante ed anch'egli ritrova il suo ruolo, nonché benessere. Il solo pensiero di passare un po' di tempo con la compagna potrà dargli grande energia, se avrà la sensazione di poter contribuire al suo benessere e di renderla felice.

Se la donna riesce a far sentire all'uomo pienamente il suo ruolo di maschio, egli produce più testosterone, sta meglio ed è felice, e riesce a sostenere meglio ella stessa, sia emotivamente che logisticamente, facendola sentire di fatto compresa e protetta e quindi felice.
Se l'uomo riesce a far sentire bella, amata e protetta la sua donna, ella produce più ossitocina, è felice ed amorevole e decisamente più disponibile e meno petulante verso l'uomo, facendolo di fatto sentire più apprezzato, motivato e felice..
Win to win... Si vince tutti, sempre  e sempre di più.

Assecondare la propria natura e dare valore ai propri ruoli antropologici, per quanto cambiati negli anni, aumenta notevolmente il livello di testosterone ed ossitocina nel sangue, ovvero degli ormoni del benessere maschile e femminile reciprocamente, innalzando, inevitabilmente il proprio livello vibrazionale, il proprio benessere e la felicità di coppia.



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