Non potrei dire “
no
alla teoria gender”, giacchè rispetto
ogni forma di pensiero e convinzione, ma posso dirvi ciò che
non sapete sull'
insegnamento
del gender, dell'
identità
di genere fluida, dell'
ideologia
gender, della
fluidità
di genere, della
fluidità
sessuale o della fluidità in generale, al fine
di un vostra maggiore libertà di scelta. Posso spiegarvi
perchè non
siano sono solo una forma di discriminazione verso le differenze, ma
anche una
negazione della libertà di esistere, una limitazione alla
libertà di scelta, una compromissione della tolleranza verso
le minoranze e un danno per il cervello, l'individuo e la
società, ovvero una regressione del processo
evolutivo che si pongono.
Partiamo da questo perchè oggigiorno sembra così
importante e decantato il concetto di fluidità?
Perchè è auspicabile la capacità di
essere flessibili e di accettare ogni diversità,
nonchè la libertà di essere ciò
che si vuole, senza essere discriminati.
Il concetto di
fluidità di genere o
di fluidità sessuale,
nello specifico, partono dalla teoria non scientifica che
l'identità sessuale sia una scelta e che non dipenda affatto
dalla biologia.
Quindi la
teoria gender
ha fondamentalmente il l'intento sacrosanto di
favorire la parità tra gli esseri umani, ma a
partire dal concetto che siamo tutti uguali. Invece non lo siamo, siamo
tutti diversi, ma tutti pari nei diritti ed in relazione a
qualsivoglia. e in questo modo, come vedremo può ottenere
l'effetto opposto.
Inoltre, sulla scia di diverse discipline olistiche, zen ed orientali,
viene erroneamente fomentato il concetto di fluidità, come
di quella essenza capace di
adattarsi ad ogni cosa.
Il problema è che la fluidità non è
questo e nemmeno lo permette, anzi può ostacolarlo,
peggiorare la capacità di tollerare la frustrazione e
può generare problemi ben più gravi, soprattutto
tra le nuove generazioni.
Partiamo per gradi, vediamo prima perchè la
fluidità non corrisponde ad una maggiore tolleranza,
nè ad una maggiore possibilità di scelta, poi
perchè può ostacolarle ed infine quali sono i
rischi di tipo psicofisiologico, nonchè cerebrali.
FLUIDITA'
NON SIGNIFICA LIBERTA', MA DIPENDENZA
Il primo errore nel concetto di
fluidità
di genere è di tipo concettuale. Ha l'obiettivo
di abbracciare le filosofie new age, olistiche ed orientali del "qui ed
ora", ma non essendo parte di quelle culture, non può
comprenderlo appieno e lo confonde con altri concetti che non sono
affatto sinonimi, ma contrari.
FLUIDITA'
- LIQUIDITA'
Fluida è l'acqua. Essa scorre e cambia, in funzione dei
fattori esterni cui entra in contatto.
Fluido dunque è chi dipende dall'esterno e scorre.
Nella fluidità, l'esperienza individuale, relazionale e
sociale è caratterizzata da “strutture”
che si formano e destrutturano rapidamente, in modo incerto e volatile.
Questo tipo di società fu chiamata
“liquida” dal sociologo e accademico
polacco Zygmunt Bauman.
La fluidità è scevra dunque di
solidità, di forma, di identità,
di
consapevolezza del sé e di stasi.
Ciò implica
assenza di punti
di riferimento, di valori, di sentimenti stabili, di
lezioni apprese e l'impossibilità di attività di
simulazione/previsione, rendendo difficile
prevenire
l’impatto di comportamenti rischiosi e/o ad alto costo per la
società.
Dunque,
società fluida è sinonimo di
società dell’incertezza e del rischio...
FLUSSO
Lo stato di flusso (o
flow), coniato dallo psicologo Mihaly
Csikszentmihalyi, viene spesso citato come trance agonistica nel
linguaggio sportivo, ed
è uno stato di coscienza in cui la persona è
completamente immersa e concentrata in un'attività
e non
subisce nè influenza esterna, nè
interna. Quando un creativo è all'opera, non sente
la fame o il sonno e nemmeno è distraibile.
Lo stato di flusso
quindi, diversamente dallo stato di
fluidità,
in cui tutto è mutevole e dipendente
dall'esterno, è uno stato di
totale
focalizzazione e
indipendenza dall'esterno. Ne va da sé che tale lavoro ed
orientamento all'obiettivo ha in sè
“strutture” e valori, anche del passato, obiettivi
futuri e completo controllo dell'azione, totalmente mancante, invece,
nella fluidità.
FLESSIBILITA'
Per semplificare, potremmo dire che lo stato fluido è uno
stato derivante dal fuori, mentre quello di flusso, da dentro.
Uno stato che incorpora invece sia l'accoglimento dell'esterno, che la
consapevolezza interna, che riesce ad adattarsi all'esterno, senza
perdere forma, perchè ha solide radici, che è
nello stato presente, senza perdere né il passato,
né il futuro, è lo stato di
flessibilità.
La flessibilità,
metaforicamente,
può essere associata ad un salice, che pur piegandosi, non
si rompe.
Nella flessibilità si accettano gli eventi esterni, mentre
si è totalmente presenti sia
a ciò che
è fuori, che a ciò che accade dentro, come
spettatori.
Accettare non significa restare immobili, significa solo
permettere che le cose accadano, senza farsi trascinare
eccessivamente.
DIPENDENZA
ED INTOLLERANZA
In sintesi, nella fluidità abbiamo la totale dipendenza dal
fuori e dalle proprie emozioni; nello stato di flusso, abbiamo la
totale indipendenza dal fuori e dal dentro; nella
flessibilità abbiamo un essere presenti sia al dentro, che
al fuori, con autocontrollo, senza cioè farsene
travolgere.
Nella fluidità abbiamo una intolleranza alla
frustrazione e incapacità di controllo, nel flusso un totale
controllo della frustrazione, nella flessibilità una
gestione del controllo, della frustrazione e della tolleranza.
Nella fluidità si vive solo
nel presente, senza passato e senza futuro, senza certezze e
senza prevedibilità, senza continuità
storica e senza responsabilità individuale e sociale. Uno
stato in cui si è totalmente
dipendenti emotivamente,
condizionati dalla iperemotività, dalla intolleranza alla
frustrazione ed al dolore, tanto quanto dai fattori esterni che ne sono
causa, ergo dal soddisfacimento immediato dei propri bisogni. Tutto e
subito, pena la rabbia funesta.
E' invece lo stato di
flessibilità
quello che ci permette di essere
presenti a noi stessi ed a ciò che c'è fuori, di
poter gestire le emozioni e frustrazioni, di
poter confrontare noi all'altro, con empatia e di poter
agire
in modo intelligente emotivamente.
Come vedremo, il cervello fluido è come quello di un
adolescente, da un punto di vista neuroanatomico, e come quello di un
bambino insicuro, da un punto di vista dell'attaccamento e della
relazione.
Vediamo perchè.
FLUIDITA'
SESSUALE NON E' POTERE, MA INCAPACITA'
Dopo aver affrontato, in termini teorici e generali, il concetto di
fluidità, scendiamo nel dettaglio della
fluidità di genere
e della
fluidità
sessuale, che propongono una teoria ovviamente non
scientifica, secondo la quale non esisterebbero differenze biologiche
tra generi, ma sono culturali, pertanto, in linea con una ipotetica
libertà culturale e di pensiero, tutti saremmo neutri e
potremmo scegliere quale identità sessuale avere.
Senza scendere minimamente nel merito di tale convinzione, che mi
porterebbe solo a dover sprecare energie a supporto di una evidenza
scientifica, che non ne abbisogna, voglio solo porre in evidenza i
paradossi di tale teoria e le conseguenze nefaste che può
avere sulle persone e sulla società.
Se l'obiettivo alla base della fluidità in generale
e della
fluidità
di genere, nello specifico, è quella di
garantire a chiunque la libertà di scelta, verifichiamo se
la fluidità permette davvero una maggiore tolleranza,
libertà e capacità decisionale.
- Poichè qualsiasi scelta possa essere compiuta
è innanzitutto necessario esistere.
- In secondo luogo, affinchè una scelta possa
essere compiuta, è necessario avere lo
strumento idoneo per farlo ed in questo caso parliamo di cervello.
- In terzo luogo, per il libero arbitrio,
è sempre utile avere accesso a più informazioni
possibili, ivi comprese non solo quelle mentali, ideologiche ed
egoiche, ma anche quelle fisiologiche, corporee, del cuore e
dell'anima. Perchè non siamo fatti solo di testa, ma anche
di corpo e
di cuore/spirito.
- In ultima istanza, affinché la scelta
sia libera, dovrebbe essere scevra da condizionamenti/dipendenze.
Abbiamo già visto che, la fluidità,
essendo caratterizzata da una
non forma
è quindi totalmente
dipendente dal fuori e di fatto condizionata e
quindi non
libera. Quindi proporre una teoria di fluidità, per
antonomasia, significa proporre una teoria di non libertà.
Infatti, è a tutti noto con quanta violenza o
asprezza possono essere condannati coloro che non sono d'accordo con
questa teoria, che spesso non dissimula l'intolleranza verso il
diverso, ovvero il pensiero antisociale "io sono ok, tu non sei
ok".
IDENTITA'
DI GENERE FLUIDA SIGNIFICA NON AVERE IDENTITA' SOLIDA
Sebbene la percezione del nostro corpo sia prevalentemente al
di fuori della nostra consapevolezza, essa ci accompagna costantemente.
Avvertire i nostri confini corporei, nonchè le
distanze che frapponiamo agli altri, ci permette di distinguere noi
stessi dagli altri.
Non esisterebbe alcun senso di sé, alcun sé
psicologico, senza il sé corporeo.
Avere un corpo significa esistere.
Avere una
identità
di genere fluida, significa negare l'imporanza dl proprio
corpo.
Negare il corpo significa non esistere.
Rifiutare il corpo significa rifiutare se stessi,
con l'inevitabile coazione a ripetere, per cui saremo attratti da
ciò che conosciamo, il rifiuto.
Se non ci accettiamo noi per primi, come possiamo pretendere che ci
accettino gli altri?
Se non accettiamo noi stessi, come possiamo pensare di accettare gli
altri?
Negare il corpo dell'altro, significa rifiutarlo, non
concedergli di esistere.
E senza sentirci accettati o membri di una
comunità, non saremmo di fatto più soli e
più insicuri?
E quand'è che un animale attacca, quando si sente sicuro o
quando si sente minacciato?
E quand'è invce che un bambino si sente libero di esplorare,
conoscere ed
accogliere
tutto e tutti, quando è timoroso ed insicuro o quando si
sente sicuro e protetto?
Cosa fornisce un senso di protezione e di sicurezza al bambino? Gli
argini, i punti di riferimenti, le certezze, il contenitore!
E' scientifico: educare i bambini con le certezze (principio del
contenimento), fa bene anche al cervello.
Le neuroscienze confermano che, i bambini che crescono in famiglie dove
c'è una buona empatizzazione e un buon sistema di
contenimento, il cervello funziona meglio e produce gli
ormoni che rendono i bimbi tranquilli e sereni.
Invece, i piccoli cresciuti senza contenimento e senza
sintonizzazione accendono i lobi frontali (mentali/egoici) del
cervello, quelli che, attraverso la produzione di cortisolo si
difendono dallo stress e dell'ansia. Ed è il troppo
cortisolo una delle cause dell'
iperattività,
disturbo sempre più frequente in età scolare, ma
anche tra molti adulti, incapaci di rilassarsi o stare zitti o fermi o
soli e che devono riempire il vuoto a tutti i costi.
I bambini sono come un fiume che, prima di gettarsi in
mare, fa un lungo tragitto. Esso ha bisogno degli argini a
contenerlo e se questi “non tengono”,
straripa disperdendosi o, peggio, provocando dei disastri.
Gli argini danno la sicurezza di esistere e
di non disperdersi.
Danno la sicurezza di poter scorrere e fare
esperienza, senza straripare e, quando arriverà il momento,
di tuffarsi nella vita adulta.
Gli argini sono una cornice in cui il bambino
può
fare esperienza, rinforzarsi, allenare le proprie
capacità di adattamento, finche sarà in grado di
estrapolare queste abilità in altri contesti.
Il corpo, il contenitore, le certezze e i confini danno a
bambini un senso di prevedibilità e sicurezza, dato dal
sapere
che cosa aspettarsi nel prossimo futuro.
Si riduce
moltissimo l’ansia, la dipendenza emotiva ed il
conseguente tentativo mentale (ego) della regione frontale del cervello
di ripristinare il senso di sicurezza.
Un corpo/ambiente che fornisce delle certezze e contiene
è non solo ripetitivo e prevedibile, quindi rassicurante, ma
anche comprensibile al bambino. Mano a mano che il bambino
sperimenterà
il proprio corpo, lo interiorizzerà sempre di
più, rafforzando il senso di sè, la sua
autostima, la sua sicurezza e sarà in grado di
applicarlo a sempre più ambiti di vita.
La mediazione
dell’adulto è fondamentale perchè il
bambino impari ad
“usare” il suo corpo e le sue emozioni.
Dunque il corpo è un punto di riferimento fondamentale
per la costituzione del sè, per l'esistenza,
nonchè per la sicurezza. Il corpo è il
confine tra il sè e gli altri ed è il mezzo
necessario attraverso cui passa l'empatia, ovvero la
capacità di confrontare il sè con l'altro, ovvero
la qualità fondamentale sia per la tolleranza verso l'altro,
che per la libertà di scegliere.
Oggigiorno diamo troppa importanza la mentale, alle ideologie e ci
dimentichiamo troppo del corpo e di quanto un ambiente sia interno che
esterno certo e prevedibile, possa consentire ad un bambino di
sviluppare un sé sicuro e fiducioso, che di fatto lo rende
più aperto a fare e ad accogliere nuove esperienze.
Essere stabili, permette di essere flessibili, quindi aperti e
tolleranti.
Essere sicuri permette di non sentirsi minacciati e quindi senza il
bisogno di odiare o sottomettere o di essere intolleranti.
Avere un sè corporeo, significa avere un sè
psicologico, significa
esistere!
Questo
non significa affatto che ci si debba necessariamente identificare in
esso o che non si possa scegliere di cambiarlo di aspetto. Il corpo
è
la nostra casa e qualsiasi ristrutturazione vogliamo
fare, dobbiamo
partire dalla consapevolezza di ciò che abbiamo e non
possiamo certo
farlo facendo finta che la casa non esista o buttando giù i
muri
portanti.
Non avere confini, muri portanti, certezze
corporee, avere una identità
di genere fluida, significa ciò che
è implicito nel termine, non avere
identità solida!
DISFUNZIONALITA'
CEREBRALE
A supportare l'importanza del corpo lo conferma anche la nostra
struttura cerebrale, che ha 3 cervelli, di cui uno legato al corpo,
l'altro alle esperienze che ne fa e l'altro al controllo.
Il primo, più arcaico, è quello di tutti gli
animali ed è legato al corpo ed ai bisogni di
sopravvivenza. E' chiamato rettiliano, perchè ce l'hanno
anche i serpenti e sono proprio essi che ci permettono di comprenderne
le funzionalità. Un serpente dipende totalmente dall'esterno
per il calore del suo corpo, non ha un sistema di regolazione.
Il sistema di regolazione è nel secondo cervello. Qui,
l'ipotalamo orchestra l'ambiente interno in risposta alle
variazioni dell’ambiente esterno, tramite gli ormoni
ipofisiari, che
fortemente condizionano la nostra vita psichica. Se abbiamo freddo, il
corpo produce i brividi per scaldarci, se abbiamo caldo ci fa sudare.
Questo secondo livello cerebrale è
quello dei mammiferi, strutturato per accogliere il feto ed
è per questo, che questo
cervello è quello che apprende e si nutre di
emozioni.
Il terzo è quello dell'ominide, che è ha la
consapevolezza del corpo e delle emozioni, può mentalizzarle
e gestirle
razionalmente.
Il primo cervello è la sede degli istinti ed è
legata all'inconscio.
Il cervello mammifero è invece sede delle emozioni,
è associato al preconscio.
La Neocorteccia è la sede della mente e dell'ego.
Come potrete facilmente immaginare, come questi 3 cervelli si sono
evoluti nella storia degli esseri viventi, lo sono anche nella storia
personale di ognuno di noi e la tecnica della Risonanza Magnetica (RM)
ha reso possibile studiarne meglio la maturazione nell'arco della vita.
Lo spessore della materia grigia, quindi il numero di
neuroni, raggiunge il massimo all'incirca quando le ragazze
hanno 11 anni e i ragazzi 13 (Lenroot & Giedd, 2006).
Successivamente avviene un importante sfoltimento delle
connessioni sinaptiche tra neuroni, che però aumentano in
mielina (sostanza bianca), migliorando l’efficienza nella
conduttività neurale. Meno connessioni ma più
veloci.
Questo processo è significativo fino a
21 anni, ma il picco può giungere anche nella terza
decade di
vita (Sowell, Peterson, Thompson, Welcome, Henkenius e Toga, 2003).
A completare questo processo per primo,
ovviamente, è il cervello legato ai bisogni di
sopravvivenza, compreso
il coordinamento sensori-motorio, poi viene il momento di quello
dedicato alla memoria ed alle emozioni e poi quello del
pensiero cosciente e delle strategie
esecutive.
La corteccia prefrontale e frontale legate alla razionalità
e alle funzioni sociali maturano più tardi,
attorno ai 25 anni.
Dunque prima il corpo, poi il cuore, poi la mente. Prima gli istinti e
le pulsioni e poi il controllo e la gestione.
La gestione ed il controllo, che sono funzioni avanzate della corteccia
cerebrale, ovviamente, non potremmo svolgersi se non vi fosse qualcosa
da gestire, cioè tutta la parte sottocorticale connessa al
corpo ed alle emozioni.
La capacità di fare scelte e prendere decisioni si fonda sui
circuiti cerebrali che potremmo indicare con il termine di
“driver” e
“controller”. Il driver è ciò
che ci guida per la sopravvivenza, cioè gli impulsi emotivi
e corporei. Il controller è il software che
gestisce il driver. Il controller ha la
funzione di gestire gli impulsi e bisogni secondo
diverse variabili,
compresa la relazione con gli altri.
Prima della sua completa maturazione, il
cervello è parzialmente sviluppato e
fortemente legato alle pulsioni corporee ed alle emozioni. Il cervello
rettile e quello emotivo si sono sviluppati precocemente, ma essi non
vengono moderati dalla corteccia cerebrale, coinvolta
nella
capacità di prendere decisioni ponderate e responsabili e
valutare la
conseguenza delle proprie azioni, perchè non è
ancora matura.
Quindi, fin'oltre i 20 anni, le emozioni e le sensazioni sono forti e
non sono ancora controllate e gestite dalle aree cerebrali
preposte alla capacità di giudizio. Forse è per
questo che un tempo la maggiore età era fissata a 21 anni ed
a buon ragione direi.
Questo porta gli adolescenti ad essere più
vulnerabili e facilmente influenzabili da parte dell'esterno,
esattamente come il loro cervello che è fortemente plastico
e condizionabile dall'esperienza.
Infatti, lo sfoltimento neuronale, che avviene prima della completa
maturazione cerebrale, per essere funzionale, cioè
permettere il funzionamento del sistema drive e controller, dovrebbe
aver dovuto dare il giusto peso a tutte e 3 i cervelli, ovvero a tutte
e 3 le dimensioni del sè: corpo, cuore e mente ed aver
permesso esperienze in tutti e 3 i settori.
In termini pratici, il sistema educativo dovrebbe favorire la
consapevolezza di sè stessi e del proprio corpo e delle
proprie emozioni (maturità emotiva),
nonchè il pieno sviluppo delle capacità
di controllo, ivi comprese quelle di confronto con l'altro (empatia) e
di prendere decisioni (intelligenza emotiva).
In questo senso, il corpo non rappresenta solo il la fonte di
informazioni propriocettive e di bisogni del contenitore, del
driver, ma costituiscono anche l'argine, cioè il
sistema contenitivo del controller, in cui fare esperienza e nel
quale le emozioni devono muoversi in
modo controllato. Detta in soldoni, il corpo e le emozioni
inviano delle pulsioni (molto forti in adolescenza), che tuttavia
devono essere moderate e adattate alle situazioni. Più una
persona ha fatto esperienza in tal senso, più è
solida e capace di tollerare la frustrazione, più si sente
sicura. Maggiore è la sicurezza, maggiore è la
capacità di tollerare ed anche di fare esperienza e minore
è la dipendenza dall'esterno.
Se l'
identità
di genere è fluida, viene a mancare il
sistema di contenimento corporeo, l'identità del
sè è più debole ed il controller meno
efficace. Questo significa che le connessioni sinaptiche di controllo
saranno meno usate e durante il processo di sfoltimento neuronale,
verranno perse, rendendo irrimediabilmente più fragile,
insicura e dipendente emotivamente la persona. Questo insicurezza
ridurrà le capacità decisionali,
favorirà le dipendenze da sostanze, quelle da relazioni
violente con
narcisisti manipolatori, quelle dall'approvazione esterna,
l'influenzabilità e non ultima l'intolleranza alla
frustrazione, che facilmente può trasformarsi in
odio e comportamenti
antisociali. (Rimando agli articoli ivi linkati, per maggiori
approfondimenti)
Inoltre, la fallacia funzionale del controller e la conseguente
insicurezza, comprometteranno anche la capacità empatica,
che si basa sull’attivazione di aree
corticali superiori, necessarie
per “mentalizzare”, ovvero capire
i pensieri, le emozioni e le
intenzioni degli altri e che si basano sulla cosapevolezza del
sè, delle proprie emozioni, sulle esperienze fatte, comprese
quelle inerenti la modulazione dei comportamenti.
RISCHI
E CONSEGUENZE DELL'IDEOLOGIA GENDER
In sintesi, fin'ora, abbiamo visto che la tanto esaltata teoria della
fluidità non è affatto indice di
flessibilità ed accoglienza, nè di
libertà di scelta. Infatti, essendo caratterizzata
dalla totale dipendenza dall'esterno, riduce notevolmente sia
il libero arbitrio, che la capacità di accogliere, che
è invece appannaggio di chi si più sente sicuro,
perchè è
solido.
Questa violenza, volutamente perpetrata dall’esterno
sull’individualità ed identità del
soggetto, come tutte le violenze psicologiche, ha un impatto devastante
facilmente rinvenibile nelle statistiche di settore e nelle storie in
cui le persone si ritrovano in uno stato di incertezza e di
fluidità di genere
o
di fluidità
sessuale.
Nella sindrome di Morris, un neonato con cromosoma XY (quindi maschio)
ha una insensibilità (parziale o totale) agli androgeni, che
rendono
difficile la formazione dei caratteri secondari maschili.
Quando
l'insensibilità è totale, l'aspetto esterno ed i
genitali
sono femminili e con una terapia ormonale femminilizzante, le
persone (CAIS) si sentono perfettamente a loro agio.
Quando
invece, l’insensibilità
è parziale (PAIS) e i genitali sono
ambigui, le persone xy (geneticamente
maschi) femminilizzate (visto che il corpo risponde poco agli
androgeni),
riportano un senso di castrazione, una profonda inquietudine ed un
interesse
sessuale verso le donne (come se fossero maschi). È
per questo che
ultimamente si tende, in alcuni di casi, a prendere in
considerazione la possibilità di scelte terapeutiche in
senso maschile.
Ciò
che evidenzia questa casistica, è che la
genetica ed il corpo, non sono solo un codice, senza effetti sulla
psiche, ma la condizionano fortemente e che può creare
disagi emotivi significativi ignorarli o pensare che si
possa scegliere cosa essere, ovvero avere una identità di
genere fluida.
La questione è molto complessa e come tale va affrontata,
soprattutto, nei giovani, che hanno un cervello ancora immaturo.
Bruce Reimer a pochi mesi di vita, nel 1965, a causa di una
circoncisione fatta male, subì l'incenerimento del pene. I
suoi genitori, di 20 e 21 anni, forse ancora non maturi, si fecero
convincere dal Dott. John Money, assertore della neutralità
del genere alla nascita e della
ideologia gender, a
far crescere Bruce come una bambina. In questo modo, Money
avrebbe potuto dimostrare la sua
teoria gender
(invece dimostrò il contrario) che
l'educazione ricevuta avrebbe
determinato l'identità di genere, a discapito della
genetica. Da quel momento in poi, Bruce divenne Brenda e fu
cresciuta come una bambina.
Purtroppo per Money però, Brenda si rifiutava di giocare con
le bambole, si comportava come un maschiaccio, si ostinava a voler fare
la pipì in piedi, come il fratello, e nei suoi sogni si
immaginava con i baffi.
Brenda, già a undici anni cominciò a nutrire
istinti
suicidi.
A 14 anni i genitori le dissero la verità. La sua
prima domanda fu quale fosse il suo nome di nascita. "
Chiese,
in effetti, chi sono?". Forse basterebbe questo a far
comprendere la profonda crisi d'identità causata dalla
riassegnazione di genere. Bruce/Brenda, a quel punto, decise di
riappropriarsi della sua natura e scelse di chiamarsi David,
perché era il nome "
del re uccisore di giganti
della Bibbia".
Si sposò, ma quando la moglie lo lasciò, non
resse il trauma dell'abbandono e si suicidò, forse
proprio a causa della dipendenza emotiva di cui può essere
vittima, chi è insicuro. Aveva 38 anni.
La storia di Bruce è la triste dimostrazione della fallacia
della ideologia gender e della neutralià di genere.
La Svezia è nota per essere la Nazione più
garantista della neutralità di genere e della
ideologia gender.
Tant'è che a Stoccolma, c'è un asilo
nido, Egalia, specializzato sulla
neutralità di genere, dove non ci sono nè maschi,
nè femmine, ma solo amici. La Svezia è
così garantista della neutrilità di genere,
dell'affirming di genere (basta decidere/affermare cosa essserlo) e
della libertà di scelta, che se i genitori degli adolescenti
negano loro la possibilità di farlo, può esser
loro tolta la patria podestà. Gli adolescenti
vengono assegnati ad assistenti sociali (nemmeno commissioni
psicologiche o psichiatriche) che possono decidere del loro corpo.
Estranei che decidono sulla vita di bambini che non hanno ancora il
cervello maturo e non lo avranno prima dei 21 anni. Genitori, sangue
del loro sangue, che ne conoscono le minime sfumature e non agiscono
per ideologia, ma per amore, vengono destituiti del loro ruolo. In
tutto questo, io non ci vedo nulla di rispettoso e civile verso
l'essere umano.
La Svezia, viene considerata anche una
delle Nazioni con più alta qualità della vita,
eppure, non svetta affatto tra i paesi con il minor tasso di suicidi,
anzi, nel 2019, si colloca al 51° posto, su
183 Paesi, con un tasso di suicidi, ogni 100mila abitanti, che
è quasi il triplo dell’Italia, addirittura
142°. Perchè dunque nonostante una buona
qualità della vita e la massima tolleranza verso le
minoranze, c'è un così alto tasso di suicidi?
Evidentemente non è la neutralità di genere,
nè l'
ideologia
gender a garantire quella serenità necessaria
per avere la voglia di vivere.
Che la crescente accettazione sociale
delle diversità di genere, nonchè i
tentativi di diffondere una cultura
di desessualizzazione del corpo e di
fluidità sessuale, non
sia affatto una garanzia di attenuazione del disagio emotivo, lo
dimostrano recenti studi americani ed italiani
Negli USA, secondo una ricerca dell’inizio 2018, i
tentativi di suicidio, che a livello generale nazionale sono al 4,5%,
salgono vertiginosamente in tutti quei casi caratterizzati da una
fluidità di genere:
- tra i crossdresser: il 21% dei travestiti di sesso maschile
e il 44% dei travestiti di sesso femminile;
- tra le persone con identità di genere
fluida tra il 35% e il 38%;
- tra i transessuali con una percentuale tra il 42% e il 46%,
con una netta prevalenza (3 volte tanto) nella fascia
d’età tra i 18 e i 24 anni. Ancora una volta a
dimostrazione della immaturità cerebrale e della nota
instabilità emotiva, in quest'ultima fascia di
età. Questo dato viene confermato anche da uno
studio della dottoranda in neuroscienze Di Giacomo,
dell’Università Milano-Bicocca che,
sintetizzando 35 studi su giovani e adolescenti di
dieci nazionalità diverse e di età compresa tra
12 e i 20 anni, dimostra che per gli appartenenti alle
“minoranze sessuali” il tasso
di rischio suicidio è superiore di tre volte e mezzo,
rispetto ai loro
coetanei eterosessuali.
La
fluidità
sessuale dunque non è la soluzione al disagio
emotivo. Il disagio resta dentro, qualsiasi scelta si
faccia. Un disagio emotivo e psicologico dunque che
è forte tra coloro che, in modi diversi, accolgono l'
ideologia gender della
fluidità sessuale
ed è maggiore nei cervelli immaturi degli adolescenti, come
abbiamo
già visto osservando le risonanze magnetiche cerebrali.
Diverse storie e diversi professionisti confermano che
il
problema centrale è il disagio emotivo.
Lo afferma con forza, facendone la sua mission, Walter Heyer, che
rappresenta uno dei primi casi documentati di
sex change
regret, cioè di ripensamento del percorso di
transizione. Heyer identifica il suo disturbo
dell’identità di genere come un
disturbo psicologico che, come tale, a suo
parere, avrebbe
dovuto essere affrontato.
Heyer lamenta una eccessiva rapidità, nel ricorso
alla chirurgia
dell’adeguamento di sesso, senza un adeguato percorso
psicologico o
psichiatrico.
Che dietro a questo fenomeno ci sia un profondo disagio emotivo, lo
dicono i 18 medici licenziatisi, in 3 anni, per ragioni di
coscienza, dalla Tavistock & Portman (clinica inglese
per la
disforia di genere),
che parlano di trattamenti
trangender sperimentali effettuati «
su
bambini
molto vulnerabili, che hanno avuto problemi di salute mentale, abusi,
traumi familiari» (Times).
Lo dicono le dottoresse Marci Bowers ed Erica
Anderson, due guru della medicina transgender, anch'esse trangender,
che denunciano interventi di
ideologia
gender troppo avventati sui bambini, i quali, in
molti si pentono di questo percorso e/o tentano
il suicidio.
Lo dice la storia di Keira Bell pentitasi del suo percorso di
transizione di genere, iniziato a 16 anni, che, insieme ad
altri ex
pazienti, ha vinto il suo ricorso contro la
clinica Tavistock &
Portman che si è "occupata" della sua
identità di genere.
Madre alcolizzata e depressa e papà
separato lontano emotivamente,
Keira racconta di una pubertà in cui non si
è ritrovava nel suo corpo,
come accade a qualsiasi adolescente ed è accaduto ad ognuno
di noi, in
qualche modo, ma di essere finita in depressione, sempre più
isolata e
dipendente da internet. Perchè questa ragazza non
è riuscita a gestire
il cambiamento del suo corpo, gli sbalzi ormonali ed emotivi e si
è
chiusa? Perchè si è fatta condizionare dai
genitori quando le hanno
chiesto se volesse diventare un uomo, al punto di iniziare a cercare in
rete? Perchè si è fatta condizionare
dalle ricerche trangender su
internet ad iniziare un percorso, che di fatto non voleva? Forse
perchè
il suo cervello era immaturo e la sua psiche più fragile,
rispetto ad
altri bambini, al punto di diventare troppo dipendente da
ciò che
dicevano gli altri? Bhè la ferita della dipendenza emotiva,
in genere
deriva dall'abbandono da parte del genitore opposto.
Lisa
Littman, ex docente di Scienze comportamentali e sociali alla Brown
University, ha coniato il termine “
Disforia di genere a
esordio rapido”,
per le persone che durante la pubertà diventano disforiche
(non si riconoscono nel loro corpo) a causa dei
social media.
L'RODG
(Rapid On-set Gender Dysphoria) ha visto
un aumento repentino ed esponenziale (oltre il 1000%) di
minori,
soprattutto ragazze, con diagnosi di
disforia di genere
nei paesi
occidentali, soprattutto del Nord Europa.
Perchè così tanti millenials?
Perchè questa crescita esponenziale, proprio nei millenials?
Solo per
l'immaturità cerebrale o per una combinazione di fattori
come l'uso
eccessivo della rete, l'educazione a-social e la fragilità
emotiva?
Secondo l'inchiesta svedese “
The Trans Train”, tra
gli adolescenti con
disforia
di genere, il 90% ha una qualche diagnosi psichiatrica, il
45% è
autolesionista, il 20% ha diagnosi di autismo, il 35% ha sintomi tali
da richiedere una ulteriore valutazione, che il disagio emotivo ne sia
causa o effetto, ben poco conta. Se esso induce tali disagi da favorire
il suicidio, deve essere considerato e trattato.
Perchè così tante femmine? Forse per una
eccessiva dipendenza emotiva, causata da una
ferita da abbandono
da parte del padre? Sarebbe interessante verificare le storie personali
di queste ragazze. Certo è che, le ragazze avvertono con
più peso gli sbalzi ormonali rispetto ai maschi e
più facilmente possono deprimersi, anche a causa degli
ormoni stessi, ogni mesi dopo l'ovulazione. Tutte noi lo siamo state,
ma i tempi erano diversi. Noi socializzavamo di più, non
stavamo su internet, eravamo meno bombardate dalle immagini
filtrate e ritoccate di donne bellissime, piene di follower e non
eravamo ossessionate dai like, ovvero dal bisogno di sentirci
accettate (non rifiutate). Non possiamo non vedere che
l’aumento della
disforia
di genere e della
fluidità
sessuale, sono correlate all’uso di internet e
dei social media.
La dipendenza dai social è fortemente
associata alla solitudine e a problemi di autostima e
insicurezza, rivelandosene sia la causa, che la
conseguenza. Le ricerche scientifiche dimostrano che
i:
- alterano la
capacità di giudizio
- distorcono o annullano
l’obiettività di una persona
- aumentano l’ansia
di chi ne fa uso
- possono alterare
l’umore, senza che vi siano effettive ragioni
- causano malumore
- possono accrescere
l’irritabilità
- aumentano il fenomeno del
cyberbullismo negli adolescenti
- riducono la vita ad essere
osservata, piuttosto che vissuta
- riducono la socialità.
Questo accade perchè quando osserviamo la vita degli altri,
che ha degli aspetti in comune con la nostra, attiviamo i neuroni
specchio ed il nostro cervello si attiva come se stesse
vivendo quella vita, ma solo nel cervello. Quello che il cervello sta
simulando può essere simile a cose che noi facciamo nella
realtà. Sono coivolte le stesse aree, ma non sono
esattamente la stessa cosa della realtà. Così,
come dimostrano diversi studi, quello che vediamo risulta
più facile, più piacevole,
l'erba del vicino
è più verde. Ma non è
così, è solo una beffa del cervello (soprattutto
se è immaturo)!
Si tutto sembra più facile, più bello e con tanti
like, ma una volta saliti su quel treno, anche se si scende, non si
torna più indietro. Il corpo e la psiche vengono
irrimediabilmente devastati e compromessi nelle sue
funzionalità. Il nostro corpo è una macchina
perfetta, che ha bisogno di manutenzione e di elementi per funzionare,
non solo il carburante, ma anche l'olio e l'acqua. Se togliamo o
abbassiamo uno di questi componenti, il motore inizia a soffrirne, a
non funzionare, a invecchiare. Questo accade normalmente con l'avanzare
dell'età. Accade a tutti noi ed è particolarmente
sentito dalla femmine dopo la menopausa, quando per esempio, il calo
degli estrogeni (ormoni femminili) causa l'artrosi e l'atrofia dei
tessuti, ma anche la riduzione di capacità cognitive, la
voglia di socializzare (che caratterizzano più o meno ogni
persona anziana). Bhè questo può accadere anche
al corpo di un adolescente che decide di cambiare il suo assetto
ormonale. Questo non significa che non possa farlo, ma che prima di
farlo, quantomeno, ha il diritto di esserne informato e
di essere aiutato a superare eventuali problemi di insicurezza
ed autostima, che possono aver condizionato la sua scelta.
Molte detransitioners raccontano di aver iniziato a mettere in
discussione il genere da adolescenti, influenzate dai social
media.
Il
New York Post ha raccolto alcune storie di ragazze pentite
della
transizione, che pongono in luce non solo la fragilità e la
facile
condizionabilità dei giovani, ma anche il ruolo dei
social.
Helena Kerschner, soffriva di depressione e non si piaceva.
A 14 anni, profondamente condizionata dagli attivisti LGBT su
Tumblr,
pensa di essere
«nata nel corpo sbagliato e che
tutti i miei problemi nella vita sarebbero stati risolti se avessi
fatto la transizione» «Non avevo mai
pensato al mio genere o avuto problemi con l’essere una
ragazza prima di andare su Tumblr».
Chloe Cole, aveva 11 quando si è iscritta a Instagram e ne
è stata profondamente colpita dai
»transgender
vantavano un numero incredibile di follower»
«mi
colpiva perchè all’epoca non avevo
molti amici».
«Il
mio corpo non corrispondeva agli ideali di bellezza e ho iniziato a
chiedermi cosa non andasse. Pensavo che se non ero abbastanza bella per
essere una ragazza potevo essere un bel ragazzo. In fondo volevo solo
essere bella».
Chloe oggi si chiede perché
i ragazzi non vengano guidati alla scoperta di sé
e a «
non odiare i nostri corpi».
Trovo questa domanda davvero molto intelligente. Fa perno sul
problema centrale e ne rivela la
soluzione che,
ancora una volta, come ho accennato sin dall'inizio, è
quella di
non rifiutare il
proprio corpo e tantomeno di
non doverne subire
il rifiuto da parte
degli adulti, perchè è
questo quello che fa un adulto nel momento in
cui nega ad un bambino il suo corpo.
Gli nega di esistere e
di costruire una identità solida, ma flessibile, capace di
accogliere e di scegliere!
Ecco allora che torniamo all'origine del problema ed alla fake che la
fluidità in generale e la
ideologia gender,
possano avere un valore con vantaggio evolutivo.
Se la fluidità non fosse la soluzione per una maggiore
empatia verso tutti, minoranze comprese, nè della
maggiore libertà di scelta, ma fosse invece la
causa della fragilità emotiva che induce disagi emotivi,
nonché
comportamenti antisociali,
sia in termini attivi, che di vittime e quindi di fatto una involuzione
della specie?
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