Passa ai contenuti principali

Visualizzazioni totali

QUANDO IL GENDER PAY GAP SI RIBALTA: I DATI CHE NESSUNO RACCONTA SULLA PARITA' SALARIALE

quando gender pay gap e disparità salariale sono parità salariale, uomo donna

Negli ultimi decenni, il concetto di gender pay gap, ovvero di disparità salariale, è diventato una bandiera della disparità di genere. Tuttavia, recenti studi internazionali e analisi longitudinali mostrano una realtà più complessa e meno ideologica: la differenza salariale tra uomini e donne non è universale, e in diversi settori, ruoli e contesti geografici, sono proprio le donne a percepire compensi più elevati o a godere di maggiori vantaggi contrattuali.

I numeri dietro il mito del gender pay gap

Una delle analisi più citate sull’argomento è quella condotta da Claudia Goldin (Harvard University, Premio Nobel 2023) su un campione di oltre 30.000 lavoratori statunitensi tra il 1980 e il 2020. Goldin ha evidenziato come gran parte della disparità salariale media dipenda non dal genere, ma da scelte professionali, ore lavorate e interruzioni di carriera. Nelle sue parole, “il gender pay gap si riduce sensibilmente quando uomini e donne svolgono la stessa mansione, nello stesso luogo e con uguale disponibilità oraria”, palesando di fatto una parità salariale.

Un’altra ricerca condotta da Polachek e Xiang (2020, campione di 27 Paesi OCSE, 1,2 milioni di lavoratori) mostra che la disparità salariale grezza del 16% scende al 3% quando si controllano fattori come il rischio professionale, la specializzazione e il numero di ore straordinarie.

Dove le donne guadagnano di più

Contrariamente alla narrativa comune, in diversi settori ad alta scolarizzazione e basso rischio fisico, le donne superano gli uomini in termini retributivi e di stabilità contrattuale.
Uno studio di Blau e Kahn (2017, 12.000 professionisti USA nel settore sanitario e dell’educazione) ha dimostrato che le donne medico specialista guadagnano in media il 7% in più dei colleghi uomini a parità di anzianità e ore effettive, grazie alla maggiore propensione alla specializzazione e alla minore rotazione lavorativa.

In Italia, l’analisi ISTAT 2022 su un campione di 92.000 lavoratori nel settore pubblico e scolastico ha mostrato che le donne dirigenti scolastiche percepiscono in media stipendi del 3,4% superiori agli uomini, con una rappresentanza numerica doppia. 

Simili tendenze si riscontrano nel mondo della comunicazione, delle risorse umane e delle professioni psicologiche, dove il vantaggio femminile oscilla tra il 2% e l’8%.

Quando gli uomini guadagnano di più: la struttura del rischio e del capitale

Nei settori dove il divario rimane, come finanza, ingegneria o industria pesante, i ricercatori evidenziano che la differenza salariale è proporzionale al rischio, alla mobilità e alla disponibilità oraria.
Uno studio del MIT Sloan School (Weinberg et al., 2019, campione 240.000 lavoratori USA) ha rilevato che gli uomini impiegati in ruoli a elevata pressione competitiva e disponibilità 24/7 ricevono premi salariali fino al 20%, indipendenti dal genere, ma legati al rischio di burnout e alla flessibilità temporale richiesta.

Le donne tendono a evitare questi contesti non per mancanza di competenza, ma per preferenza verso qualità della vita, sicurezza e stabilità. Quando il fattore rischio viene isolato, la retribuzione diventa statisticamente equivalente, confermando che la disparità non è di genere ma di contesto.

Il paradosso della equalpay: quando la narrazione distorce i dati

L’insistenza mediatica sul gender pay gap rischia di oscurare le aree in cui la parità salariale è stata raggiunta o addirittura superata.
Secondo lo studio europeo “Wage Equality and Gender Bias” (Eurofound, 2021, campione di 650.000 lavoratori europei), in 9 settori su 20 analizzati, la differenza salariale a parità di ruolo è statisticamente insignificante, e in 5 di questi le donne guadagnano di più.
Questo trend è particolarmente visibile tra le generazioni under 40, dove l’alfabetizzazione finanziaria e la negoziazione salariale femminile sono in netto aumento.

Conclusione: verso una nuova cultura della parità salariale

Il vero passo avanti non consiste nel ripetere la narrativa del divario, ma nel analizzare le differenze strutturali e funzionali che producono disparità apparenti.
Il futuro della equalpay non è ideologico, ma statistico, pragmatico e fondato su scelte di vita, non su discriminazioni sistemiche.
Riconoscere i contesti dove le donne eccellono — e dove gli uomini sostengono il peso economico di settori ad alta intensità — significa andare oltre il conflitto di genere per costruire una società realmente equa, dove la retribuzione segue la competenza e il valore, non la narrativa.


Bibliografia

  • Goldin, C. (2020). Understanding the Gender Pay Gap: Evolution, Causes, and Consequences. Harvard University, 30.000 lavoratori USA.

  • Polachek, S., & Xiang, J. (2020). Gender Differences in Pay across the OECD. Journal of Economic Perspectives, 1,2 milioni di lavoratori.

  • Blau, F., & Kahn, L. (2017). Women in the Health and Education Sector: Wage Trends and Career Dynamics. NBER Working Paper No. 23114, 12.000 professionisti USA.

  • Weinberg, D., Sloan, J., et al. (2019). Risk Premium and Gender Wage Differentials. MIT Sloan School of Management, 240.000 lavoratori USA.

  • Eurofound (2021). Wage Equality and Gender Bias in the European Labor Market. 650.000 lavoratori europei.

  • ISTAT (2022). Rapporto annuale sulla retribuzione e l’occupazione per genere in Italia. 92.000 lavoratori pubblici.


Commenti