Far finta che vada sempre tutto bene per evitare litigi, cedere
pur di non discutere, fare vittimismo,
silenzio punitivo,
litigare e non parlarsi per giorni,
litigare in
continuazione e far pace senza
chiarire, come se nulla fosse accaduto, tutte facce della stessa
medaglia l'immaturità emotiva e spesso la mancanza di
empatia.
-
- PERCHE' LITIGARE?
- DAL SILENZIO
PUNITIVO, ALLA LOTTA, ALLA RITIRATA
- La
LOTTA.
- La
FUGA PREVENTIVA.
- La
SIMULAZIONE PREVENTIVA.
- La
RITIRATA FINALE.
-
COME EVITARE DI LITIGARE
-
GESTIRE, ASCOLTARE, DISCUTERE, MA NON LITIGARE MAI
-
IL BOLLORE E LA TREGUA
- LA
LETTERA DI SFOGO
-
LE SCUSE
PERCHE' LITIGARE?
Perchè litighiamo?
Perchè tutti abbiamo delle ferite,
più o meno profonde, che ci portano alla difensiva.
Perchè siamo diversi.
Siamo diversi come uomini e donne, siamo
diversi nelle nostre esperienze di vita, siamo diversi nei caratteri e
nelle modalità di affrontare la vita.
Si può essere in disaccordo e
discutere per qualsiasi motivo, ma le discussioni si trasformano in
litigi dolorosi per un solo motivo, perchè non ci sentiamo
amati. Quando non ci sentiamo amati, proviamo rabbia e dolore e, quando
proviamo dolore, abbiamo difficoltà a comunicare in modo
educato, rispettoso ed amorevole.
La gran parte delle volte, l'arroganza
ci porta a pensare che il nostro punto di vista sia l'unico possibile,
l'unico corretto.
Non facciamo nulla per ascoltare e
rispettare qualcosa di diverso e ci poniamo come unico obiettivo
l'imposizione di noi stessi e dei nostri pensieri, anche se questo crea
sofferenza all'altro. Il motivo per cui ci rifiutiamo di accettare e di
capire il punto di vista dell'altro, nella quasi totalità
dei casi, è dovuto al modo con cui le divergenze vengono
espresse.
Non si comunica, non si discute, non si
negozia, non ci si viene incontro, si litiga furiosamente...
Si finisce col
litigare non parlarsi per giorni,
con lo smettere di parlarsi con affetto e si
inizia a ferirsi vicendevolmente: si rimprovera, ci si lamenta, si
accusa, si rinfaccia, si provano dubbio e risentimento. Quando questo
accade, non è solo l'amore a soffrirne, ma anche la
qualità del rapporto.
Proprio come COMUNICARE è
l'elemento più importante di una relazione, i litigi sono
tra gli elemento più distruttivi.
DAL SILENZIO PUNITIVO, ALLA LOTTA, ALLA RITIRATA
Al fine di evitare i litigi e la
conseguente sofferenza, tendiamo ad assumere delle strategie
comportamentali, che purtroppo, non solo non funzionano e non ci fanno
crescere, ma finiscono col portare allo sfinimento ed alla frustrazione
più completi ed al logorio del rapporto.
1) La LOTTA.
È un atteggiamento più tipico degli uomini.
Appena la conversazione assume connotati di ostilità e si
sentono minacciati, essi passano immediatamente l'offensiva. Il loro
motto è: "La miglior difesa è l'attacco." Urlano,
danno sfogo alla rabbia, rinfacciano, giudicano, umiliano. Pensano
erroneamente che intimidendo e sottomettendo il partner, ottengano la
ragione e dunque anche l'amore. Quando la compagna batte in ritirata,
si convincono di avere vinto, mentre in realtà hanno
perduto. La violenza, l'intimidazione e la paura indeboliscono
inevitabilmente la fiducia, la stima, l'interesse e l'amore e portano
sempre di più alla frustrazione, alla non comunicazione,
alla chiusura ed alla perdità di intimità.
2) La FUGA PREVENTIVA.
Anche questo atteggiamento è tipico degli uomini. Gli uomini
sanno di essere fisicamete più forti e per evitare di fare
del male, evitano il confronto, chiudendosi nel mutismo o nel
silenzio punitivo.
Ma questo
può essere anche un atteggiamento ereditato dal nostro
bambino interiore, che ha imparato ad evitare di alzare la voce o di
discutere, per non essere punito e picchiato dal genitore. La fuga, non
è affatto da considerarsi una saggia ritirata di riflessione
o una tregua, in realtà, è un atteggiamento
passivo-aggressivo, è una guerra fredda. Il
silenzio punitivo
è una violenza sia verso se stessi, che verso l'altro.
Questa tattica
può garantisce pace apparente, ma alimenta inevitabilmente
risentimento e frustrazione e fa scendere drammaticamente
l'intimità e la complicità.
Litigare e non parlarsi per giorni
fa
dimenticare la passione e l'amore.
3) La SIMULAZIONE PREVENTIVA.
È questo l'atteggiamento tipico delle donne. Per evitare di
soffrire, la persona finge sempre che non ci sia alcun problema. Si
stampa un sorriso sul viso e si mostra conciliante e condiscendente in
tutto. Con il tempo, nondimeno, il suo risentimento e la sua
ostilità crescono. Continuando a dare, senza ottenere
ciò di cui abbisogna, finirà col porre fine
all'amore ed al rapporto, con gran sorpresa dell'uomo che
improvvisamente casca dal pero.
4) La RITIRATA FINALE.
Anche questo atteggiamento è maggiore nelle donne.
Piuttosto che litigare, la persona cede. Prende su di sé la
colpa e si assume la responsabilità di qualunque cosa stia
turbando il partner. Così facendo, per qualche tempo,
è in grado di creare ciò che sembra una relazione
basata sull'amore e sul sostegno, ma alla lunga finisce con lo smarrire
se stessa e l'amore.
La lotta e la fuga, sono ciò
che scatenano la lite in una donna. La fuga è ciò
che fa tracimare i bordi, ciò che manda totalmente in tilt
la donna, peggiorando qualsiasi situazione. Questo accade
perchè la donna, abituata da millenni a comunicare ed
essendo la comunicazione la sua modalità per scaricarsi, per
liberarsi dallo stress, per trovare soluzioni e per stare meglio, vede
tentativo di minimizzare dell'uomo, o nel
litigare e non parlarsi per giorni
o nel
silenzio punitivo
una modalità
aggressiva dell'uomo di affrontare un problema o di eluderlo, una vera
a propria violenza psicologica che la fa sentire rifiutata,
abbandonata, non amata. Questa interpretazione funesta, il dramma che
avverte, si somma alla impossibilità della donna di
estrernare i propri
sentimenti e quindi di attingere alla sua fonte di benessere, l'
ossitocina,
facendola innervosire ed allontanare ancora di più. In
realtà siamo solo di fronte ad incomprensioni.
Ciò che la donna considera
silenzio punitivo
può essere un modo del tutto maschile di evitare lo scontro
e quindi far del male alla donna, in altri termini, un segno di amore.
La simulazione e la ritirata, sono,
invece, ciò che scatenano la lite in un uomo. Per esattezza,
non la passività nella discussione o l'accondiscendenza
amorevole della donna, ma le conseguenze che esse hanno sulla sua
felicità e, di conseguenza, sul senso di inedeguatezza e/o
di colpevolezza dell'uomo. E' tipico che un uomo lamenti: "La amo
moltissimo, lei mi dà tutto quello di cui ho bisogno, io non
le faccio mancare niente (apparentemente), ma non è
felice, si lamenta sempre!" Per un uomo è il fatto di non
essere in grado di
rendere felice la propria
donna il vero dramma, è una mina alla proria
identità. Così, è altrettanto tipico
che la donna
lamenti una depressione ed un esaurimento, un dare troppo non
corrisposto, di cui non conosce nemmeno
l'origine. Per assecondare solo il partner e per avere rinunciato a se
stesse, in nome dell' amore, alla fine, provano solo
risentimento, frustrazione e depressione, scatenando le reazioni degli
uomini. Anche in questo caso siamo solo di fronte ad incomprensioni
uomo donna. La donna non sa che da troppo e che l'uomo sarebbe molto
felice e più motivato a non ricevere. L'uomo non sa che la
lamentela è solo un modo per stare meglio e non ha niente a
che fare con loro.
In tutti i casi, si possono
notare tre elementi comuni: il malcontento o il disaccordo,
l'aria di tempesta e la non comunicazione.
Se c'è malcontento o
disaccordo, come si può trovare un accordo o l'appagamento
dei propri bisogni, se non si comunica?
Come si può comunicare, se
c'è aria di tempesta e la paura che, comunicando, qualcosa
inevitabilmente si rompa?
La conseguenza più ovvia di
tutti questi atteggiamenti e quindi dell'impossibilità di
comunicare il proprio disagio e di porvi rimedio, è la
rabbia.
La rabbia esprime il nostro vitale
bisogno di affermare il nostro Io.
Quando siamo arrabbiati, sentiamo che
qualcuno o qualcosa sta calpestando il nostro Io...
COME EVITARE DI LITIGARE
Per evitare di
litigare, ma, ancora
prima,
l'aria di tempesta, che ci pone automaticamente sulla difensiva,
bisogna dunque COMUNICARE.
Ma comunicare non basta. Bisogna farlo
in modo calmo e per farlo, bisogna che la controparte ASCOLTI
e RISPETTI, anche le differenze o ciò che reputa assurdo.
Premesso che si abbia il diritto e la
voglia di COMUNICARE e che la controparte abbia il rispetto e la voglia
di ASCOLTARE, a questo punto, bisogna comunicare nel modo
più corretto, cercando di evitare di scatenare la reazione
funesta dell'altro.
Come fare?
Prima cosa, IMPORTANTISSIMA: CHIEDERE!
L'unico modo di non incappare in false
conclusioni ed interpretazioni del comportamento altrui è
chiedere chiarimenti, possibilmente senza esprimere il proprio
rammarico. Per es. "perchè oggi non mi ha chiamata a
pranzo?" piuttosto che "mi fa soffrire che non mi chiami a pranzo,
perchè oggi non l'hai fatto?", evitando "ecco, lo sapevo, tu
sei...."
La seconda cosa da fare è non toccare
il punto debole
dell'altro.
Il punto debole dell'uomo è
il suo bisogno di sentirsi accettato ed apprezzato, per ciò
che fa.
La donna avvia e intensifica i litigi
esternando i suoi sentimenti negativi e facendo sentire l'uomo incapace
di renderla felice e quindi inadeguato. Per prevenire, deve
semplicemente non far sentire l'uomo incapace e
apprezzarlo constantemente,
mostrandogli fiducia.
Come abbiamo già visto, il
bisogno primario dell'uomo è quello di sentirsi apprezzato e
la cosa, che lo innervosisce oltremodo, è proprio non
sentirsi tale e quindi non sentirsi amato.
Più un uomo ama una donna,
più gli risulta difficile confrontarsi con le divergenze e
con l'incapacità di rendere felice la propria donna. Quando
si accorge che a lei non piace qualcosa che fa, o non fa, tende a
sentirsi offeso e a pensare che in realtà ciò che
a lei non piace è lui stesso.
Quando l'uomo non riesce più
a portare il peso del senso di colpa e dell’autocritica,
comincia a criticare lei e a scaricarle le colpe su di lei.
Se privato dell'amore di cui ha bisogno,
si mette sulla difensiva, il suo lato oscuro emerge e d'istinto estrae
la spada.
Quando un uomo è in
combattimento, tutto ciò che gli interessa è
vincere, avere ragione, ed è talmente concentrato su questo
obiettivo che usa qualsiasi mezzo, dal tono di voce, alle parole e ai
gesti, per far soccombere l'altro. L'uomo non è sensibile,
come la donna, ai commenti ed ai toni, quindi, non si rende conto di
apparire violento, né di quanto il suo atteggiamento faccia
male alla donna. Un uomo ferisce inconsapevolmente la sua compagna
parlando in modo aggressivo e minimizzando le di lei emozioni,
spiegandole ad esempio perché non abbia alcun motivo di
essere addolorata. La donna, sensibilissima al minimo turbamento di
voce, istintivamente tende a difendersi dagli attacchi, fino poi, molto
spesso, a battersi in ritirata, pur di evitare altra violenza.
Il punto debole della donna è
il suo bisogno di sentirsi amata e sicura, per ciò che
è, comprese le sue fragilità.. Per sentirsi
così la donna ha bisogno di sentirsi ascoltata e capita, ha
bisogno di parlare. Esternare i sentimenti allevia lo stress
nella donna, ma aumenta quello dell'uomo, quindi, per prevenire il
litigio, la donna deve imparare ad esternare i suoi bisogni,
senza lamentarsi, senza enfatizzare troppo le sue emozioni negative e
senza divagare, ma restando sul problema.
L'uomo, di contro deve imparare ad ascoltarla senza sentirsi minacciato
o incapace, anzi, capace di farla stare meglio sfogandosi.
Come abbiamo visto, l'uomo avvia e
intensifica i litigi con la sua aggressività e minimizzando
i sentimenti della donna. In questo modo, infatti, ella non si sente
amata, per i suoi sentimenti di donna e si sente minacciata ed in
pericolo. La cosa più semplice che un uomo può
fare, per evitare una lite, è dare importanza alle emozioni
della donna, ogni giorno e soprattutto quando vede che lei sta male, il
che coincide, spesse, con il momento in cui una donna smette di parlare.
Innanzitutto, deve trovare il modo di
prevenire la frustrazione della donna di non poter comunicare,
chiedendole spesso dei propri stati d'animo e ponendosi semplicemente
all'ascolto, senza dire niente, senza interrompere, senza
giustificarsi, prima ancora di essere attaccato, e soprattutto senza
cercare di sminuirne lo stato d'animo, con frasi tipo "sei troppo
sensibile" "sei infantile" "le cose non stanno come dici tu" "non
dovresti prendertela tanto"...
La seconda cosa che può fare
l'uomo per
evitare di
litigare è evitare la fuga,
l'indifferenza, il
silenzio
punitivo, oppure diventare aggressivo, pungente,
distaccato e
interrompere la donna con una lunga serie di difensive o soluzioni o
litigare e non parlarsi per giorni...
Ricordiamoci
che le donne evitano istintivamente i conflitti e lo fanno parlando.
-
Una donna, per evitare di litigare,
per prima cosa, prima di parlarne con il partner, deve
parlarne con un'AMICA. In questo modo, la donna riesce a sfogarsi, a
ridurre il carico emotivo ed anche, spesso, a minimizzare il problema.
Tra l'altro, così facendo, ella ripristina il suo livello di
ossitocina e quindi di benessere ed amorevolezza.
- In
secondo luogo, deve imparare a COMUNICARE in modo CORRETTO,
cioè sintetico (max 10 min), e farlo nel MOMENTO GIUSTO,
ovvero quando i
livelli di testosterone dell'uomo si sono riequilibrati, per esempio,
la domenica sera o il lunedì mattina o la mattina in
generale.
- Terza
cosa, deve imparare a comunicare, ANTICIPANDO all'uomo quale
COMPITO si aspetta da lui e ringraziandolo, per l'ascolto, per esempio,
dicendo: "Avrei bisogno di spiegarti quello che provo. Non
c'è bisogno che tu dica niente, nè che mi
proponga soluzioni. Adesso ho solo bisogno di essere ascoltata e poi mi
sentirò meglio. Sono certa che, col tempo, saprai trovare la
soluzione migliore per aiutarmi".
- Non
appena finisce di parlare, la donna DEVE ALLONTANARSI. Così,
l'uomo ha la sensazione di averla aiutata e quindi di aver fatto la
cosa giusta.
GESTIRE, ASCOLTARE, DISCUTERE, MA NON LITIGARE MAI
Quando si arriva al litigio, ormai è troppo tardi e, come
nel caso del ragazzo, dei chiodi e dello steccato, troppi litigi
uccidono anche l'amore più bello e lacerano le persone.
Si può discutere i pro e i
contro di una questione controversa. Ci si può chiedere che
cosa accadrebbe se... o quale sarebbe la cosa peggiore se... e
poi trovare la via migliore.
È possibile essere aperti,
onesti e perfino esprimere sentimenti negativi, senza dover arrivare a
litigare con violenza.
Comunicare, ascoltare, discutere,
negoziare, ma non
litigare.
IL BOLLORE E LA TREGUA
Una coppia dovrebbe aspettare almeno
DODICI ORE prima di riprendere l'argomento della discussione.
Quando gli animi sono fomentati, non ci
può essere nulla di costruttivo e positivo.
La TREGUA, per un uomo, è
piuttosto naturale, ma non lo è affatto, anzi, è
proprio la sensazione di fuga dell'altro, del paventato disinteresse e
l'impossibilità di parlare, di sfogarsi e quindi di
ripristinare i propri livelli di ossitocina, che scatenano l'ira
funesta delle donne.
Esse dunque, devono impararne
l'utilità e gli uomini possono aiutarle, facendo comprendere
loro, che non stanno minimizzando l'importanza dei loro sentimenti, ma
anzi, esattamente il contrario, cercando la soluzione migliore, con la
calma. Possono, ad esempio dire "Quello che dici è
importante per me. Mi serve un po' di tempo per riflettere, poi ne
riparleremo."
- Per liberarci dalla rabbia, facciamo
ATTIVITA' FISICHE che ci portino allo sfogo, come battere i pugni su un
cuscino o un sacco, percuotere il materasso con un battipanni o i palmi
delle mani, tirare calci, saltare con la corda.
- Per placare la rabbia, abbiamo
visto, che noi donne, dobbiamo parlarne, con un'amica,
possibilmente, e mai con un uomo (tenderebbe a interromperci ed a darci
soluzioni, facendoci arrabbiare ancora di più), se non ve
n'è la possibilità o la voglia, parliamo a noi
stesse, in una lettera di sfogo, in cui raccontiamo il nostro dolore,
come se dovessimo poi spedirla a chi è causa della nostra
rabbia.
"La collera dell'uomo eccellente dura un momento,
quella del mediocre dura due ore,
quella dell'uomo volgare un giorno e una notte,
quella del malvagio non cessa mai"
(Subhashitarnava Sentenze singalesi, XVII sec.)
LA
LETTERA DI SFOGO
1. Questa LETTERA DI SFOGO, corredata di tutte le parolacce che
riteniamo di dire, ovviamente è valida per tutti, di ambo i
sessi. E' un grande aiuto per sbollentare e, rileggendola, anche per
farci rendere conto di quanto possiamo essere ingiusti e cattivi, nei
momenti di rabbia.Teniamola tutto il tempo che ci occorre,
rileggiamola, ma non facciamo mai l'errore di consegnarla al
destinatario. Quando si è in collera, si dicono e si fanno
cose di cui poi ci si pente.
2. Dopo aver placato i bollori, analizziamo la nostra rabbia da fuori,
come spettatori e facciamone tesoro, provando a chiederci: PERCHE' SONO
COSI' IN COLLERA? Per ciò che fa o non fa, o per
ciò che dice, o per come lo dice, oppure, come di frequente,
PER IL SIGNIFICATO CHE IO ATTRIBUISCO AL SUO COMPORTAMENTO?
CHE PAURA C'E' SOTTO?
3. CIO' CHE MI STA FACENDO ARRABBIARE, STA METTENDO A RISCHIO LA MIA
SOPRAVVIVENZA? Se, in auto, mi arrabbio perchè chi mi
è davanti, in strada, va pianissimo, molto probabilmente,
non sono in una situazione di rischio, anzi il contrario. Se scatto
è per ciò che questo comportamento mi scatena,
ovvero pensieri del tipo "Ma guarda questo, non si rende conto che
sulla strada ci sono altre macchine? Non ha nessun rispetto..!" e via a
tutta una serie automatica ed incontrollata serie di pensieri che si
associano alla mancanza di rispetto o alla violazione del nostro io o a
qualche situazione del passato che ce la ricordi e che non è
stata resettata. Così, un uomo che si arrabbi per le
lamentele di una donna, è arrabbiato con lei per quello che
dice o perchè non si sente accettato (e via a tutto il
passato che vi è collegato)? Che paura c'è sotto?
E' davvero questo che la donna gli sta comunicando, oppure il
contrario? E' una svalutazione, oppure un segno di apprezzamento e
fiducia, nel chiedere a chi si ritiene in grado di dare?
Così, una donna che si arrabbi con un uomo,
perchè sminuisce i suoi pensieri o bisogni, è
arrabbiato con lui, o con il suo modo di comunicare/non comunicare?
oppure è arrabbiata perchè non si sente amata e
rispettata (e via a tutto il passato che vi è collegato!)?
Ed è davvero questo che l'uomo le sta comunicando, oppure
che l'ama così tanto che non vuole sentirla insoddisfatta e
rifiuta l'idea di non essere accettato? Le dinamiche interpersonali,
purtroppo, sono sempre falsate dal nostro passato e dalle reazioni che
opponiamo ad esso, piuttosto che a chi abbiamo di fronte, soprattutto
in caso di discussioni.
4. Allora, chiediamoci: QUANTA COLPA REALMENTE HA L'ALTRO PER LA NOSTRA
RABBIA? QUANTA DIPENDE DAL PASSATO? QUANTA RESPONSABILITA' ABBIAMO NOI
IN TUTTO QUESTO?
5. E' CON L'ALTRO CHE SIAMO ARRABBIATI, O CON NOI STESSI, REALMENTE?
6. Di grande aiuto è certamente il CONFRONTO con qualcuno
dell'altro sesso, che possa farci comprendere se le nostre pretese e la
nostra rabbia siano fondati oppure no ed aprirci ad un mondo
completamente diverso dal nostro. Come ho già detto sopra,
è meglio che questo confronto avvenga quando si è
sbollentata la rabbia e ci si riapre all'ascolto.
7. Per liberarci da ogni risentimento, durante il periodo di tregua
possiamo provate a scrivere una LETTERA DI SINTESI, o meglio un elendo,
specificando cio che: "Mi fa paura..." "Mi rattrista..." "Mi rende
felice se/quando..." "Ti amo perchè.." Questa lettera,
avrà un duplice scopo. Da una parte, quello di aiutarci a
sbollentare la rabbia e a focalizzare il problema. Dall'altra parte, ci
aiuterà a riprendere il contatto con l'amore ed i motivi per
cui avevamo scelto proprio quel partner.
LE SCUSE
Ogni qualvolta si verifica una crisi di coppia, basta che uno dei due
si scusi, per ricreare l'armonia.
C'è sempre qualcosa per cui scusarsi, anche se si ritiene
che il partner abbia torto.
Basta anche dire, semplicemente, di essere dispiaciuti per l'accaduto e
di volerci riconciliare.
Scusarci è l'arma più potente che abbiamo ed
è la capacità più importante che
possiamo imparare.
Se il partner si scusa e noi non siamo ancora pronti a fare pace, non
importa, facciamogli almeno capire che apprezziamo il gesto.
"C'era una volta, un ragazzo con un brutto carattere.
Suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e
gli disse di piantarne uno nello steccato del giardino
ogni volta che avesse perso la pazienza e litigato con qualcuno.
Il primo giorno il ragazzo piantò 37 chiodi nello steccato.
Nelle settimane seguenti, imparò a controllarsi
e il numero di chiodi piantati nello steccato diminuì giorno
per giorno.
Finalmente arrivò un giorno in cui il ragazzo non
piantò alcun chiodo nello steccato.
Allora andò dal padre e glielo raccontò.
Il padre allora gli disse di levare un chiodo dallo steccato
per ogni giorno in cui non aveva perso la pazienza e litigato con
qualcuno.
I giorni passarono e finalmente il ragazzo poté dire al padre
che aveva levato tutti i chiodi dallo steccato.
Il padre portò il ragazzo davanti allo steccato
e gli disse: "Figlio mio, ti sei comportato bene
ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato.
Lo steccato non sarà mai più come prima.
Quando litighi con qualcuno
e gli dici qualcosa di brutto,
gli lasci una ferita come queste.
Puoi piantare un coltello in un uomo,
e poi levarlo, ma rimarrà sempre una ferita.
Non importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà."
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è vietata.
Grazie.mi è stato di aiuto.in modo concreto e dolce.
RispondiEliminaPerdonami se rispondo con un ritardo così grande. Non sò perchè ma non vedo i commenti. Li ho visti oggi, in una marea di spam. Scusama e grazie di cuore. Mi fa molto piacere il tuo riscontro e la tua dolcezza comunicativa. Spero che tu possa ricevere la mia risposta, anche se in ritardo.
EliminaGrazie.mi è stato di aiuto.in modo concreto e dolce.
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