ELENCO DEI POST

INTERVISTE, ANGELA FLAMMINI LA GELOSIA CHE UCCIDE MATERNITA' SURROGATA PRO E CONTRO PROFILO DI CHI FA VIOLENZA PSICOLOGICA RISCHI DELL'INSEGNAMENTO DEL GENDER CAUSE REALI DELLA VIOLENZA SULLE DONNE L' AMORE NON BASTA! SMETTILA DI RENDERLO INFELICE! -IL REGALO CHE FA LA DIFFERENZA -MANIPOLAZIONE SESSUALE -IO PROPRIO NON TI CAPISCO VOLERE NON E' POTERE  -QUANDO SI ARRIVA AL LITIGIO, E' TROPPO TARDI... -INSICUREZZA EMOTIVA, AGGRESSIVITA' VERBALE, HATE

LA VIOLENZA SULLA DONNA RACCONTATA DAL PERSECUTORE BORDERLINE

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Inizia così questo blog, con la mia personale esperienza con la violenza verso le donne. Un amore travolgente e fortemente emotivo, connotato però da una gelosia insana, presto sfociata in accuse e vessazioni psicologiche, che dopo qualche mese, con una sua crisi lavorativa, si sono trasformati in atti fisici, sempre seguiti da scuse e vittimismo.

Un calderone di instabilità e confusione, soprattutto rispetto alla prima fase di love bombing. Così, il primo atto fisico, uno schiaffo, è stata una doccia fredda di incredulità. Il secondo, le mani al collo, fu la conferma che qualcosa non andava, ma ancora mi illudevo di essere amata e che tutto sarebbe cambiato. Purtroppo, il terzo atto, un pugno scaricato con tutta la forza da atleta di 120 kg sull'anca, mi confermò che il problema era serio, che nulla sarebbe cambiato e lui non sarebbe guarito.

Quello fu l'ultimo gesto di violenza che permisi.

Dopo nemmeno un anno dal nostro primo incontro e dopo qualche mese dal primo schiaffo, decisi di non nutrirmi più di quell'amore tossico. Chiusi la relazione, prima ancora di mettere insieme tutti i pezzi del puzzle e capire che avevo avuto a che fare con un uomo borderline. Un disturbo di personalità difficilissimo persino da diagnosticare, figuriamoci da guarire.

Una violenza psicologica e fisica che avevo attratto a me per un motivo ben preciso, per imparare qualcosa, in primis a dire "NO".


SAPERE E' IL PRIMO PASSO PER POTER SCEGLIERE

     "Com’è doloroso ammetterlo, com’è difficile!

     Qualcuno ha detto che chi ha la casa con pareti di vetro non dovrebbe lanciare sassi contro quella degli altri… Io l’ho fatto, per tutta la vita. Io ancora lo faccio e sicuramente ancora lo farò.

     Per distruggere chi mi stava vicino, ho finito col distruggere me stesso ed ora sono a pezzi. Sono perso. Non ho più certezze, non ho più ambizioni, non ho più nemmeno un’identità. Mi ritrovo incastrato in una nuova relazione, con una donna ed una gravidanza, entrambi usati, per riempire il vuoto dentro me.

     Sto soffrendo come poche volte in vita mia. Sono nel terrore, sto male, non riesco a respirare e temo d’essermi di nuovo ammalato d’ansia.

     E’ brutto capire di aver sbagliato tutto, di aver fallito tutti i sogni, tutti gli obiettivi di una vita e ne avevo tanti…


     Io che ho sempre voluto essere un vero uomo, un galantuomo, leale, rispettoso, fedele, vero e corretto, mi scopro un bambino piagnucolone, sleale, senza rispetto, traditore, bugiardo, falso e scorretto...

    SONO UN BORDELINE E DEVO ACCETTARMI PER QUELLO CHE SONO, MALGRADO CIÒ CHE AVREI VOLUTO ESSERE.

  

    Accettarmi È IL PRIMO PASSO VERSO la guarigione e LA FELICITA’.

    Ed ora, mentre sono qui seduto, MENTRE leggo e RAGIONO su quanto scritto, PROVO GIA' SOLLIEVO e forse è vero che la felicita’ è sapere ed avere la libertà di scegliere della propria sorte…

   Basta tormentarmi con pensieri del tutto inutili e che mi fanno stare male!



LE PARANOIE E LA PROFEZIA CHE SI AUTOVERIFICA

    Sono cresciuto come un bambino convinto di non meritare amore e con la voglia di riscattarlo. Così, tutto ciò che faccio è una dimostrazione che il mondo è cattivo oppure è un modo di guadagnarmi attenzione e amore.

    Confuso e arrabbiato da una madre altalenante, spesso assente per lavoro, talvolta affettuosa, troppe volte stressata e vessante e da un padre ed un nonno che, come me, possono scoppiare in momenti di rabbia, sin da piccolo mi sono convinto che il mondo è pericoloso e tutti sono cattivi. Perennemente in allerta per avvertire i segnali di potenziali minacce, ho sviluppato l’immaginazione, per ipotizzare gli scenari peggiori. Sono dubbioso perfino di fronte all’ovvio.

     Il mio è una specie di allarme fisso su cosa mi può succedere. E’ come se, dietro al volto più gentile, oltre la mano più affettuosa, ci sia sempre la zampata, il graffio, il colpo, il pugno.

    Sono così CONVINTO che un giorno sarò maltrattato, tradito ed abbandonato che, automaticamente, metto in moto, con chiunque, dei meccanismi disfunzionali, che DISTORCONO LA REALTÀ DELLE COSE e condizionano il mio mondo emotivo e le mie relazioni.


    Mi aspetto il pugno, lo sparo, lo schiaffo, lo vedo anche dove non potrebbe mai esserci, così posso ammettere di avere ragione, piuttosto che di avere torto…


    Pensiero di sopravvivenza che porge la mano al pavido cuore del vinto…!



IL VUOTO DENTRO

    Ho sempre affrontato la vita con piglio ambiguo, senza sapere ciò che volevo.

    Bramoso di quelle attenzioni e di quegli incoraggiamenti mai ricevuti, ho conquistato medaglie ed applausi, nello sport, nella scuola, nel lavoro.

    Timido ed insicuro, ho trovato una forte identità come adolescente trasgressivo, come accanito fumatore, come appartenente a gruppi politici sovversivi e tifoserie estremiste.

    Ho un’immagine di me marcatamente e persistentemente instabile, un attimo “dio sceso in terra” subito dopo “bambino timoroso”. Spesso i miei comportamenti sono contraddittori ed incongruenti.

    Ho difficoltà nell’effettuare e perpetrare una scelta lavorativa decisiva.

    Ho la sensazione di un incolmabile vuoto dentro, che cerco di colmare con emozioni intense o con surrogati, come animali e persone che lo riempiano.



LA RABBIA, LA MIA INTIMA COMPAGNIA

     In vita mia ho troppe volte aggrottato le sopracciglia, tra stati d’animo rabbiosi e tristi.

    E’ la RABBIA la mia più vera ed intima compagnia, colei che non mi abbandona mai. Quella rabbia contro il mondo intero. Quella rabbia che mi acceca e reprimo con le ABBUFFATE, con l’abuso di ALCOOL o SOSTANZE stupefacenti, con lo SPERPERO di denaro.

    Questo è il mio modo di risolvere i problemi. Utile vero?

    Confuso dall’incongruenza tra quello che mia madre esprimeva emozionalmente e quello che effettivamente faceva, ho imparato a tralasciare l’aspetto emozionale e a concentrarmi solo sulle parole, appoggiandomi esclusivamente sulla RAZIONALITA’. Ma quando entro in crisi, spesso per un’inezia, per una CONVIZIONE tutta mia, una mia FRUSTRAZIONE, una parola o un gesto associato ad un altro del passato, le emozioni diventano così intense e dolorose, che VADO IN TILT, NON RIESCO PIÙ A PENSARE, riesco solo ad ATTACCARE, con VIOLENZA, spesso anche fisica.


    E’ assurdo, VIVO DI CIÒ CHE GLI ALTRI PENSANO DI ME, voglio la loro approvazione, ma faccio di tutto per essere inaccettabile e deprecabile ai loro occhi e MI ACCONTENTO DELLA LORO COMPASSIONE.  Lo sò che ogni volta che essi mi porgono la mano, in realtà stanno pensando: "BISOGNA AIUTARLO, PERCHE' NON E' IN GRADO DI FARCELA DA SOLO".



MI PIACE FARE LA VITTIMA ED AVERE LA TUA ATTENZIONE

    Drammatizzo ed esagero tutti gli aspetti della mia vita.

    Sono un uomo dalle tinte forti, dalle emozioni esagerate e dai sentimenti intensi, ma essi non corrispondono a ciò che provo internamente. Sono completamente concentrato su me stesso e gli altri sono solo strumenti che mi permettono di perpetrare i miei automatismi. I legami mi servono solo a questo.

    Sono una persona persuasiva e dalle grandi capacità manipolatorie, racconto MENZOGNE, dico MEZZE VERITA', OMETTO e mi LAMENTO in continuazione, per attirare l’attenzione o suscitare COMPASSIONE. Non lo faccio con cattiveria e nemmeno con consapevolezza. E’ il mio meccanismo di sopravvivenza.


    Meglio lamentarmi, che reagire!

    Facendo la vittima ho degli indubbi vantaggi e per mantenere il mio ruolo, ho bisogno di aggressori e di salvatori/difensori…


Ma è questo che voglio davvero? 

Voglio davvero passare per una vittima, per un piagnucolone, per un debole che non ha controllo della sua vita?

Sono davvero felice di sapere che GLI ALTRI PROVINO COMPASSIONE DI ME?



SONO GELOSO PER POSSESSO, NON PER AMORE

     Tendo a coinvolgermi intensamente nelle mie nuove relazioni affettive, idealizzando eccessivamente la mia nuova donna e recitando il copione del “sei tutto per me, senza di te non vivo”.

    Sono geloso ed estremamente POSSESSIVO. La mia donna deve essere e fare ciò che dico io.

    Pretendo che la mia donna interrompa ogni rapporto con qualsiasi essere maschile della sua vita, voglio che stia a casa e non lavori, deve essere a mia disposizione in modo pressoché assoluto. Mi infastidisce anche che parli o esca con le sue amiche o con la sua famiglia. Voglio che si ISOLI da tutto e tutti.

    Non voglio essere CRITICATO, ho SEMPRE RAGIONE e la mia donna deve fare ciò che dico io.



PIU’ TU MI AIUTI, PIU’ ROVINI TE E ME

   Come un PARASSITA, mi attacco alla mia salvatrice del momento, fino al momento in cui, per un qualsiasi motivo, VERO O FALSO CHE SIA, inizio ad ATTACCARLA, la ACCUSO, la BIASIMO, mi ARRABBIO, divento VIOLENTO e CATTIVO, faccio di lei la mia persecutrice.

    Lei, finchè riesce, mi perdona, salvandomi ancora, e quando è allo stremo delle forze, mi abbandona. In entrambi i casi, ha chiuso il cerchio, il mio loop patologico. Mi ha dimostrato che io sono debole e devo essere difeso e salvato, oppure che tutti sono stronzi e, prima o poi, mi tradiscono e abbandonano.


    Finchè ce la fanno, le persone mi restano al fianco, mi perdonano, mi vogliono salvare ed aiutare, ma NON SANNO CHE PIU’ CERCANO DI AIUTARMI, PIU’ MI METTONO NEI GUAI…. Non sanno che la loro pietà, il loro salvataggio è ciò che cerco, ciò che mi permette di continuare a fare la vittima. Finchè loro mi salveranno, io sarò una vittima e quando non lo faranno più, quando diverranno dei tiranni per questo, io sarà una vittima comunque.


    Chi mi ama, perdona le mie ire ed io mi faccio salvare. Poi di nuovo mi arrabbio ed attacco e loro ancora mi perdonano. Il cerchio si riapre ed il ciclo patologico si ripete, sempre più vischioso e violento. Ogni giorno, chi mi sta al fianco diviene più SOFFERENTE, si sente SFRUTTATO, TRADITO, VIOLENTATO, AGGREDITO, UMILIATO, IMPOTENTE, gli animi si fomentano e la relazione diviene via via più VIOLENTA.

 


MILLANTO AMORE, MA LA MIA E' SOLO DIPENDENZA AFFETTIVA

    Quando poi non ce la fanno più, le persone mi abbandonano ed io le rimpiazzo, come se nulla fosse…

    I miei parenti, lo hanno fatto e mi evitano.

    La mia famiglia, mi riserva un ruolo di second’ordine.

    Amici veri non ne ho. NESSUNO CHE DAVVERO MI AMI E MI SPRONI A RIFLETTERE E RAGIONARE. Solo conoscenti pronti a compiacermi, come si fa con un idiota, conoscenti con cui ho rapporti superficiali, per andare al cinema o fare una partita di pallone….


    Stringo un legame apparente, solo con la mia salvatrice del momento ed HO BISOGNO DI LEI, PERCHÉ LEI MI AMA.

    Se non mi amasse, io non l’amerei. E’ amore dunque il mio, oppure ATTACCAMENTO ed OPPORTUNISMO? Io non so cosa sia l’amore incondizionato. Io non so cosa voglia dire amare una persona che non ti ama, semplicemente perché esiste.


    SONO COME UNA BANDIERA, VADO DOVE VA IL VENTO.

 
   Questo è il mio dramma e ne conosco perfettamente il copione, che ricalco sin dalla mia prima infanzia.



O TUTTO O NULLA, O DEA O CARNEFICE!

    Tu non hai chiuso il cerchio, tu non hai ripetuto il mio ciclo patologico, non hai recitato il mio copione, per questo tra noi non ha funzionato.

    MI HAI TRATTATO SEMPRE COME UN UOMO, non come un bambino bisognoso di cure.

    MI HAI RESO PROTAGONISTA DELLA MIA VITA.

    HAI VISTO IL MALE DENTRO DI ME, NON HAI NASCOSTO LA TESTA SOTTO LA SABBIA, MA NON MI HAI GIUSTIFICATO E NEMMENO COMPIACIUTO O SALVATO. TU MI HAI SPRONATO  AD ASSUMERMENE LA RESPONSABILITA'.

    Mi hai accettato quando ero un fallito. MI HAI DIMOSTRATO LA TUA PIENA FIDUCIA E LA TUA VERA STIMA.

    Con CALMA E DOLCEZZA, hai saputo ripulire i miei torbidi pensieri, DONANDOMI NUOVA VITA.

    Per la prima volta, CON TE MI SENTIVO REALIZZATO, ERO INNAMORATO E FELICE, SAPEVO DOVE VOLEVO ARRIVARE.

    Con te potevo essere me stesso, senza il timore esistenziale di essere giudicato.

    Non mi hai mai detto cosa dovevo fare o non fare, non mi hai mai criticato, mai giudicato, mai rimproverato.

    MI HAI SEMPRE ACCETTATO ED APPREZZATO, RINGRAZIANDOMI OGNI GIORNO anche per quel poco che facevo di auspicabile.


    Troppo! Troppo per me… e soprattutto incomprensibile. Io non sò comportarmi con te.

    HAI SOVVERTITO TUTTE LE MIE CONVINZIONI, non è così che funziona il mondo! Sono tutti stronzi! La vita ce l’ha con me ed io sono inadeguato! Ho bisogno di persecutori e di essere salvato io! Non voglio la responsabilità della mia vita!


     AVEVO DIFFICOLTA’ ECONOMICHE, NON RIUSCIVO AD AVERE UN BUON LAVORO, FINO A RIMANERE SENZA. NON RIUSCIVO A RENDERTI FELICE, NON RIUSCIVO A MANTENERE LA MIA FAMIGLIA, TI AVEVO MESSA NEI GUAI ECONOMICAMENTE ED AVEVO SPENTO IL TUO SORRISO. Mi sentivo un perdente, mi vergognavo ed ero troppo orgoglioso per ammetterlo. Mi si è infiammata e bloccata una spalla, quasi a voler simboleggiare, come Atlante, che AVEVO IL PESO DEL MIO MONDO SULLE SPALLE E NON POTEVO E NON VOLEVO SOSTENERLO…

    Il dolore e la frustrazione erano così profondi e lancinanti, che HO PERSO IL LUME DELLA RAGIONE.

    Ho sfogato la mia frustrazione nel poker, nell’alcool e mangiando come un forsennato. Ho speso ancora di più, il mio corpo è diventato uno schifo…

    Di chi era la colpa di tutto questo? Tua, solo tua!

    Mi sentivo inadeguato e frustrato, ero in crisi, avevo bisogno che tu assecondassi il mio gioco, che tu mi compatissi e salvassi, ma non lo facevi ed io avevo bisogno di chiudere quel cerchio... Se non riuscivo ad impietosirti e far sì che mi difendessi, non mi restava altro che far di te il mio carnefice…

    Era facile, bastava dare a te la responsabilità di tutto, come faccio sempre!  Era facile dire che era colpa tua se ingrassavo, se non riuscivo a manternermi un lavoro. Era facile inventarmi e convincere me stesso e gli altri che tu mi rinfacciavi di essere un incapace, che tu mi accusavi di renderti infelice, che tu mi maltrattavi e picchiavi, come un bambino inutile.

    Non ho mancato di attribuirti questi pensieri, con violenza. Ti ho ripudiata, rifiutandoti io per primo, prima che lo facessi tu...


    IO mi sentivo frustrato, IO non ero adeguato, ma davo la colpa a TE…!

    Ti ho accusata, biasimata, ricattata, tradita, minacciata, ripudiata.

    Ti ho picchiata.

    Ti ho deriso e denigrato con i tuoi ed i miei conoscenti, ho infangato il tuo nome.

    Tu cosa hai fatto in tutta risposta?


    Avresti dovuto recitare il mio copione, avresti dovuto SALVARMI o AGGREDIRMI, invece, ancora una volta, MI HAI DATO LA LIBERTA’. La libertà di AGIRE, di SCEGLIERE e di SBAGLIARE. La libertà di essere RESPONSABILE della mia vita e della mia FELICITÀ.

    Sei rimasta lì, come l’ombra discreta del sole potente di mezzodì, in piena estate.

    Non mi salvavi, non mi aggredivi, non mi abbandonavi!

    Hai perpetrato un comportamento a me incomprensibile, diverso da quello di chiunque altro al mondo, una strategia angelica e diabolica, nello stesso tempo.

    Io non capisco, questo comportamento non fa parte del mio repertorio e non posso tenerlo sotto controllo...


    Meglio ricalcare il mio COPIONE e convincermi che eri cattiva e meschina!

    Tu sei stata la mia rovina, mi hai maltrattato e picchiato e SONO STATO IO A LASCIARTI, non tu!

Non ho più bisogno di te. Tu mi fai schifo, ti odio. Tu mi hai perseguitato con telefonate e messaggi, perché mi rivolevi, ma IO NON TI HO VOLUTO. Ti ho RIMPIAZZATO SUBITO con un’altra, così è stato più facile riempire il vuoto. Lei sì che mi ama! Mi ha dato anche un figlio per dimostrarmelo!

    Cosa darò a questo bambino innocente?

    Forse, il cerchio patologico con sua madre, si chiuderà finché sarà esasperata e mi lascerà e lui non avrà una vera famiglia.

    Forse, costretto dal senso di responsabilità, il ciclo patologico con sua madre si ripeterà all’inifinito, in una spirale di odio e violenza, che violerà la sua infanzia. Un padre frustrato ed infelice, che inevitabilmente riverserà su di lui le sue ire e la sua aggressività, condannandolo a fare lo stesso con i suoi figli, i miei nipoti…

    Ciò che io ho sofferto, lo farò soffrire a mio figlio ed egli ai suoi….

    Penso di sapere tutto, invece sono solo uno stolto.

    COME POSSO IO AMARE, SE NON AMO ME STESSO?



I SEGNALI DELLA SINDROME BORDERLINE, SECONDO IL MANUALE DIAGNOSTICO DEI DISTURBI MENTALI

Il disturbo borderline di personalità si riflette prevalentemente a carico del mondo affettivo ed emotivo di chi ne è affetto.

Spesso esso origina da un attaccamento disorganizzato con la madre, ovvero con l'adulto accudente.

E’ una patologia poliedrica e dalle innumerevoli sfaccettature, e quindi con un quadro clinico ben diversificato, da caso a caso.

Molti leggendo potrebbero riconoscersi in qualche sfumatura caratteriale, ma questo non significa essere bordeline. Per essere tali bisogna presentare almeno 5 dei criteri diagnostici, in questa sede solo drammatizzati. Il paziente borderline difficilmente riconosce di avere un problema e comunque, in genere, è difficile sia da evidenziarsi che da diagnosticare. Infatti, i borderline, per i conoscenti superficiali, sono assolutamente normali, anzi sono persone molto accattivanti e dotate di eccezionale intelligenza e sensibilità (ma non empatia).


Anche i coautori*/familiari, non se ne rendono conto, finché non ne parlano con un esperto. *Co-autori, perché il dramma del borderline è spesso stato scritto dai suoi genitori, ma viene mantenuto in piedi grazie ai familiari, ai partner ed agli amici dello stesso, che ne assecondano il copione…


Spesso si ha la pretesa di poter e voler aiutare, ma si fa solo del danno.


La sindrome borderline è complessa e solo l'intervento di un esperto può essere d'aiuto e di solito, raramente. Secondo il DSM IV (IV edizione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) per DBP (Disturbo Borderline di Personalità) si intende una modalità pervasiva di instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e dell’umore, associate ad una marcata impulsività, comparse nella prima età adulta e presenti in vari contesti. Per porre la diagnosi di DBP occorre che tra nove criteri elencati ne vengano soddisfatti almeno cinque. Da ciò consegue che due soggetti con la stessa diagnosi di DBP possono avere in comune solo un criterio diagnostico e quindi differire notevolmente nel quadro clinico.


1. Sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono

2. Un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di iperidealizzazione e svalutazione

 3. Alterazione dell’identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili

4. Impulsività in almeno due aree potenzialmente dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, abuso di sostanze, di cibo, guida spericolata, gioco d'azzardo

5. Ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari o comportamento automutilante/autolesivo

6. Instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell’umore

7. Sentimenti cronici di vuoto

8. Rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici)

9. Transitoria ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress,  tendenza a valutare gli altri secondo il criterio “tutto-nulla”.

Vuoi sapere qualcosa in più sul ruolo che può avere il tipo di attaccamento verso la madre rispetto a quello verso un partner? Leggi qui.



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