Inizia così questo blog, con la mia personale
esperienza con la violenza verso le donne. Un amore travolgente e
fortemente emotivo, connotato però da una gelosia insana,
presto sfociata in accuse e vessazioni psicologiche, che dopo qualche
mese, con una sua crisi lavorativa, si sono trasformati in atti fisici,
sempre seguiti da scuse e vittimismo.
Un calderone di instabilità e confusione,
soprattutto
rispetto alla prima fase di love bombing. Così, il primo
atto fisico, uno schiaffo, è stata una doccia fredda di
incredulità. Il secondo, le mani al collo, fu la conferma
che qualcosa non andava, ma ancora mi illudevo di essere amata e che
tutto sarebbe cambiato. Purtroppo, il terzo atto, un pugno scaricato
con tutta la forza da atleta di 120 kg sull'anca, mi
confermò che il problema era serio, che nulla sarebbe
cambiato e lui non sarebbe guarito.
Quello fu l'ultimo gesto di violenza che permisi.
Dopo nemmeno un anno dal nostro primo incontro e dopo qualche
mese dal primo schiaffo, decisi di non nutrirmi più di
quell'amore tossico. Chiusi la relazione, prima ancora di mettere
insieme tutti i pezzi del puzzle e capire che avevo avuto a che fare
con un uomo borderline. Un disturbo di personalità
difficilissimo persino da diagnosticare, figuriamoci da guarire.
Una violenza psicologica e fisica che
avevo attratto a me per un motivo
ben preciso, per imparare qualcosa, in primis a dire "NO".
SAPERE E' IL PRIMO PASSO PER
POTER SCEGLIERE
"Com’è doloroso ammetterlo,
com’è difficile!
Qualcuno ha detto che
chi ha la casa con pareti di vetro non dovrebbe lanciare sassi contro
quella degli altri… Io l’ho fatto, per tutta la
vita. Io ancora lo faccio e sicuramente ancora lo farò.
Per distruggere chi
mi stava vicino, ho finito col distruggere me stesso ed ora sono a
pezzi. Sono perso. Non ho più certezze, non ho
più ambizioni, non ho più nemmeno
un’identità. Mi ritrovo incastrato in una nuova
relazione, con una donna ed una gravidanza, entrambi usati, per
riempire il vuoto dentro me.
Sto soffrendo come
poche volte in vita mia. Sono nel terrore, sto male, non riesco a
respirare e temo d’essermi di nuovo ammalato
d’ansia.
E’ brutto
capire di aver sbagliato tutto, di aver fallito tutti i sogni, tutti
gli obiettivi di una vita e ne avevo tanti…
Io che ho sempre voluto essere
un vero uomo, un galantuomo, leale, rispettoso, fedele, vero e
corretto, mi scopro un bambino piagnucolone, sleale, senza rispetto,
traditore, bugiardo, falso e scorretto...
SONO UN BORDELINE E DEVO
ACCETTARMI PER QUELLO CHE SONO, MALGRADO CIÒ CHE AVREI
VOLUTO ESSERE.
Accettarmi È IL
PRIMO PASSO VERSO la guarigione e LA FELICITA’.
Ed ora, mentre sono qui seduto,
MENTRE leggo e RAGIONO su quanto scritto, PROVO GIA' SOLLIEVO e forse
è vero che la felicita’ è sapere ed
avere la
libertà di scegliere della propria sorte…
Basta
tormentarmi con pensieri del tutto
inutili e che mi fanno stare male!
LE
PARANOIE E LA PROFEZIA CHE SI AUTOVERIFICA
Sono cresciuto come un bambino
convinto di non meritare amore e con la voglia di riscattarlo.
Così, tutto ciò che faccio è una
dimostrazione che il mondo è cattivo oppure è un
modo di guadagnarmi attenzione e amore.
Confuso e arrabbiato da una
madre altalenante, spesso assente per lavoro, talvolta affettuosa,
troppe volte stressata e vessante e da un padre ed un nonno che, come
me, possono scoppiare in momenti di rabbia, sin da piccolo mi sono
convinto che il mondo è pericoloso e tutti sono cattivi.
Perennemente in allerta per avvertire i segnali di potenziali minacce,
ho sviluppato l’immaginazione, per ipotizzare gli scenari
peggiori. Sono dubbioso perfino di fronte all’ovvio.
Il mio è
una specie di allarme fisso su cosa mi può succedere.
E’ come se, dietro al volto più gentile, oltre la
mano più affettuosa, ci sia sempre la zampata, il graffio,
il colpo, il pugno.
Sono così CONVINTO
che un giorno sarò maltrattato, tradito ed abbandonato che,
automaticamente, metto in moto, con chiunque, dei meccanismi
disfunzionali, che DISTORCONO LA REALTÀ DELLE COSE e
condizionano il mio mondo emotivo e le mie relazioni.
Mi aspetto il pugno, lo sparo, lo
schiaffo, lo vedo anche dove non potrebbe mai esserci, così
posso ammettere di avere ragione, piuttosto che di avere
torto…
Pensiero di sopravvivenza che porge la
mano al pavido cuore del vinto…!
IL
VUOTO DENTRO
Ho
sempre affrontato la vita con piglio
ambiguo, senza sapere ciò che volevo.
Bramoso di quelle attenzioni e
di quegli incoraggiamenti mai ricevuti, ho conquistato medaglie ed
applausi, nello sport, nella scuola, nel lavoro.
Timido ed insicuro, ho trovato
una forte identità come adolescente trasgressivo, come
accanito fumatore, come appartenente a gruppi politici sovversivi e
tifoserie estremiste.
Ho un’immagine di me
marcatamente e persistentemente instabile, un attimo “dio
sceso in terra” subito dopo “bambino
timoroso”. Spesso i miei comportamenti sono contraddittori ed
incongruenti.
Ho difficoltà
nell’effettuare e perpetrare una scelta lavorativa decisiva.
Ho la sensazione di un
incolmabile vuoto dentro, che cerco di colmare con emozioni intense o
con surrogati, come animali e persone che lo riempiano.
LA
RABBIA, LA MIA INTIMA COMPAGNIA
In vita mia ho
troppe volte aggrottato le sopracciglia, tra stati d’animo
rabbiosi e tristi.
E’ la RABBIA la mia
più vera ed intima compagnia, colei che non mi abbandona
mai. Quella rabbia contro il mondo intero. Quella rabbia che mi acceca
e reprimo con le ABBUFFATE, con l’abuso di ALCOOL o SOSTANZE
stupefacenti, con lo SPERPERO di denaro.
Questo è il mio modo
di risolvere i problemi. Utile vero?
Confuso dall’incongruenza tra
quello che mia madre esprimeva emozionalmente e quello che
effettivamente faceva, ho imparato a tralasciare l’aspetto
emozionale e a concentrarmi solo sulle parole, appoggiandomi
esclusivamente sulla RAZIONALITA’. Ma quando entro in crisi,
spesso per un’inezia, per una CONVIZIONE tutta mia, una mia
FRUSTRAZIONE, una parola o un gesto associato ad un altro del passato,
le emozioni diventano così intense e dolorose, che VADO IN
TILT, NON RIESCO PIÙ A PENSARE, riesco solo ad ATTACCARE,
con VIOLENZA, spesso anche fisica.
E’ assurdo, VIVO DI
CIÒ CHE GLI ALTRI PENSANO DI ME, voglio la loro
approvazione, ma faccio di tutto per essere inaccettabile e deprecabile
ai loro occhi e MI ACCONTENTO DELLA LORO COMPASSIONE. Lo
sò che ogni volta che essi mi porgono la mano, in
realtà stanno pensando: "BISOGNA AIUTARLO, PERCHE' NON E' IN
GRADO DI FARCELA DA SOLO".
MI
PIACE FARE LA VITTIMA ED AVERE LA TUA ATTENZIONE
Drammatizzo ed esagero tutti
gli aspetti della mia vita.
Sono un uomo dalle tinte forti,
dalle emozioni esagerate e dai sentimenti intensi, ma essi non
corrispondono a ciò che provo internamente. Sono
completamente concentrato su me stesso e gli altri sono solo strumenti
che mi permettono di perpetrare i miei automatismi. I legami mi servono
solo a questo.
Sono una persona persuasiva e
dalle grandi capacità manipolatorie, racconto MENZOGNE, dico
MEZZE VERITA', OMETTO e mi LAMENTO in continuazione, per attirare
l’attenzione o suscitare COMPASSIONE. Non lo faccio con
cattiveria e nemmeno con consapevolezza. E’ il mio meccanismo
di sopravvivenza.
Meglio lamentarmi, che reagire!
Facendo la vittima ho degli
indubbi vantaggi e per mantenere il mio ruolo, ho bisogno di aggressori
e di salvatori/difensori…
Ma è questo che voglio
davvero?
Voglio davvero passare per
una vittima, per un piagnucolone,
per un debole che non ha controllo della sua vita?
Sono davvero felice di
sapere che GLI ALTRI PROVINO COMPASSIONE DI ME?
SONO
GELOSO PER POSSESSO, NON PER AMORE
Tendo a coinvolgermi
intensamente nelle mie nuove relazioni affettive, idealizzando
eccessivamente la mia nuova donna e recitando il copione del
“sei tutto per me, senza di te non vivo”.
Sono geloso ed estremamente
POSSESSIVO. La mia donna deve essere e fare ciò che dico io.
Pretendo che la mia donna
interrompa ogni rapporto con qualsiasi essere maschile della sua vita,
voglio che stia a casa e non lavori, deve essere a mia disposizione in
modo pressoché assoluto. Mi infastidisce anche che parli o
esca con le sue amiche o con la sua famiglia. Voglio che si ISOLI da
tutto e tutti.
Non voglio essere CRITICATO, ho
SEMPRE RAGIONE e la mia donna deve fare ciò che dico io.
PIU’
TU MI AIUTI, PIU’ ROVINI TE E ME
Come un PARASSITA, mi attacco alla mia salvatrice
del momento, fino al momento in cui, per un qualsiasi motivo, VERO O
FALSO CHE SIA, inizio ad ATTACCARLA, la ACCUSO, la BIASIMO, mi
ARRABBIO, divento VIOLENTO e CATTIVO, faccio di lei la mia persecutrice.
Lei, finchè riesce,
mi perdona, salvandomi ancora, e quando è allo stremo delle
forze, mi abbandona. In entrambi i casi, ha chiuso il cerchio, il mio
loop patologico. Mi ha dimostrato che io sono debole e devo essere
difeso e salvato, oppure che tutti sono stronzi e, prima o poi, mi
tradiscono e abbandonano.
Finchè ce la fanno, le
persone mi restano al fianco, mi perdonano, mi vogliono salvare ed
aiutare, ma NON SANNO CHE PIU’ CERCANO DI AIUTARMI,
PIU’ MI METTONO NEI GUAI…. Non sanno che la loro
pietà, il loro salvataggio è ciò che
cerco, ciò che mi permette di continuare a fare la vittima.
Finchè loro mi salveranno, io sarò una vittima e
quando non lo faranno più, quando diverranno dei tiranni per
questo, io sarà una vittima comunque.
Chi mi ama, perdona le mie ire ed io mi
faccio salvare. Poi di nuovo mi arrabbio ed attacco e loro ancora mi
perdonano. Il cerchio si riapre ed il ciclo patologico si ripete,
sempre più vischioso e violento. Ogni giorno, chi mi sta al
fianco diviene più SOFFERENTE, si sente SFRUTTATO, TRADITO,
VIOLENTATO, AGGREDITO, UMILIATO, IMPOTENTE, gli animi si fomentano e la
relazione diviene via via più VIOLENTA.
MILLANTO
AMORE, MA LA MIA E' SOLO DIPENDENZA AFFETTIVA
Quando poi non ce la fanno
più, le persone mi abbandonano ed io le rimpiazzo, come se
nulla fosse…
I miei parenti, lo hanno fatto
e mi evitano.
La mia famiglia, mi riserva un
ruolo di second’ordine.
Amici veri non ne ho. NESSUNO
CHE DAVVERO MI AMI E MI SPRONI A RIFLETTERE E RAGIONARE. Solo
conoscenti pronti a compiacermi, come si fa con un idiota, conoscenti
con cui ho rapporti superficiali, per andare al cinema o fare una
partita di pallone….
Stringo un legame apparente, solo con la
mia salvatrice del momento ed HO BISOGNO DI LEI, PERCHÉ LEI
MI AMA.
Se non mi amasse, io non
l’amerei. E’ amore dunque il mio, oppure
ATTACCAMENTO ed OPPORTUNISMO? Io non so cosa sia l’amore
incondizionato. Io non so cosa voglia dire amare una persona che non ti
ama, semplicemente perché esiste.
SONO COME UNA BANDIERA, VADO DOVE VA IL
VENTO.
Questo è il mio dramma e ne
conosco perfettamente il copione, che ricalco sin dalla mia prima
infanzia.
O
TUTTO O NULLA, O DEA O CARNEFICE!
Tu non hai chiuso il cerchio,
tu non hai ripetuto il mio ciclo patologico, non hai recitato il mio
copione, per questo tra noi non ha funzionato.
MI HAI TRATTATO SEMPRE COME UN
UOMO, non come un bambino bisognoso di cure.
MI HAI RESO PROTAGONISTA DELLA
MIA VITA.
HAI VISTO IL MALE DENTRO DI ME,
NON HAI NASCOSTO LA TESTA SOTTO LA SABBIA, MA NON MI HAI GIUSTIFICATO E
NEMMENO COMPIACIUTO O SALVATO. TU MI HAI SPRONATO AD
ASSUMERMENE LA RESPONSABILITA'.
Mi hai accettato quando ero un
fallito. MI HAI DIMOSTRATO LA TUA PIENA FIDUCIA E LA TUA VERA STIMA.
Con CALMA E DOLCEZZA, hai
saputo ripulire i miei torbidi pensieri, DONANDOMI NUOVA VITA.
Per la prima volta, CON TE MI
SENTIVO REALIZZATO, ERO INNAMORATO E FELICE, SAPEVO DOVE VOLEVO
ARRIVARE.
Con te potevo essere me stesso,
senza il timore esistenziale di essere giudicato.
Non mi hai mai detto cosa
dovevo fare o non fare, non mi hai mai criticato, mai giudicato, mai
rimproverato.
MI HAI SEMPRE ACCETTATO ED
APPREZZATO, RINGRAZIANDOMI OGNI GIORNO anche per quel poco che facevo
di auspicabile.
Troppo! Troppo per me… e
soprattutto incomprensibile. Io non sò comportarmi con te.
HAI SOVVERTITO TUTTE LE MIE
CONVINZIONI, non è così che funziona il mondo!
Sono tutti stronzi! La vita ce l’ha con me ed io sono
inadeguato! Ho bisogno di persecutori e di essere salvato io! Non
voglio la responsabilità della mia vita!
AVEVO DIFFICOLTA’
ECONOMICHE, NON RIUSCIVO AD AVERE UN BUON LAVORO, FINO A RIMANERE
SENZA. NON RIUSCIVO A RENDERTI FELICE, NON RIUSCIVO A MANTENERE LA MIA
FAMIGLIA, TI AVEVO MESSA NEI GUAI ECONOMICAMENTE ED AVEVO SPENTO IL TUO
SORRISO. Mi sentivo un perdente, mi vergognavo ed ero troppo orgoglioso
per ammetterlo. Mi si è infiammata e bloccata una spalla,
quasi a voler simboleggiare, come Atlante, che AVEVO IL PESO DEL MIO
MONDO SULLE SPALLE E NON POTEVO E NON VOLEVO SOSTENERLO…
Il dolore e la frustrazione
erano così profondi e lancinanti, che HO PERSO IL LUME DELLA
RAGIONE.
Ho sfogato la mia frustrazione
nel poker, nell’alcool e mangiando come un forsennato. Ho
speso ancora di più, il mio corpo è diventato uno
schifo…
Di chi era la colpa di tutto
questo? Tua, solo tua!
Mi sentivo inadeguato e
frustrato, ero in crisi, avevo bisogno che tu assecondassi il mio
gioco, che tu mi compatissi e salvassi, ma non lo facevi ed io avevo
bisogno di chiudere quel cerchio... Se non riuscivo ad impietosirti e
far sì che mi difendessi, non mi restava altro che far di te
il mio carnefice…
Era facile, bastava dare a te
la responsabilità di tutto, come faccio sempre!
Era facile dire che era colpa tua se ingrassavo, se non riuscivo a
manternermi un lavoro. Era facile inventarmi e convincere me stesso e
gli altri che tu mi rinfacciavi di essere un incapace, che tu mi
accusavi di renderti infelice, che tu mi maltrattavi e picchiavi, come
un bambino inutile.
Non ho mancato di attribuirti
questi pensieri, con violenza. Ti ho ripudiata, rifiutandoti io per
primo, prima che lo facessi tu...
IO mi sentivo frustrato, IO non ero
adeguato, ma davo la colpa a TE…!
Ti ho accusata, biasimata,
ricattata, tradita, minacciata, ripudiata.
Ti ho picchiata.
Ti ho deriso e denigrato con i
tuoi ed i miei conoscenti, ho infangato il tuo nome.
Tu cosa hai fatto in tutta
risposta?
Avresti dovuto recitare il mio copione,
avresti dovuto SALVARMI o AGGREDIRMI, invece, ancora una volta, MI HAI
DATO LA LIBERTA’. La libertà di AGIRE, di
SCEGLIERE e di SBAGLIARE. La libertà di essere RESPONSABILE
della mia vita e della mia FELICITÀ.
Sei rimasta lì, come
l’ombra discreta del sole potente di mezzodì, in
piena estate.
Non mi salvavi, non mi
aggredivi, non mi abbandonavi!
Hai perpetrato un comportamento
a me incomprensibile, diverso da quello di chiunque altro al mondo, una
strategia angelica e diabolica, nello stesso tempo.
Io non capisco, questo
comportamento non fa parte del mio repertorio e non posso tenerlo sotto
controllo...
Meglio ricalcare il mio COPIONE e
convincermi che eri cattiva e meschina!
Tu sei stata la mia rovina, mi
hai maltrattato e picchiato e SONO STATO IO A LASCIARTI, non tu!
Non ho
più bisogno di te. Tu mi fai schifo, ti odio. Tu mi hai
perseguitato con telefonate e messaggi, perché mi rivolevi,
ma IO NON TI HO VOLUTO. Ti ho RIMPIAZZATO SUBITO con
un’altra, così è stato più
facile riempire il vuoto. Lei sì che mi ama! Mi ha dato
anche un figlio per dimostrarmelo!
Cosa darò a questo bambino
innocente?
Forse, il cerchio patologico
con sua madre, si chiuderà finché sarà
esasperata e mi lascerà e lui non avrà una vera
famiglia.
Forse, costretto dal senso di
responsabilità, il ciclo patologico con sua madre si
ripeterà all’inifinito, in una spirale di odio e
violenza, che violerà la sua infanzia. Un padre frustrato ed
infelice, che inevitabilmente riverserà su di lui le sue ire
e la sua aggressività, condannandolo a fare lo stesso con i
suoi figli, i miei nipoti…
Ciò che io ho
sofferto, lo farò soffrire a mio figlio ed egli ai
suoi….
Penso di sapere tutto, invece
sono solo uno stolto.
COME POSSO IO AMARE, SE NON AMO
ME STESSO?
I
SEGNALI DELLA SINDROME BORDERLINE, SECONDO IL MANUALE DIAGNOSTICO DEI
DISTURBI MENTALI
Il disturbo borderline di personalità si riflette
prevalentemente a carico del mondo affettivo ed emotivo di chi ne
è affetto.
Spesso esso origina da un attaccamento disorganizzato con la
madre, ovvero con l'adulto accudente.
E’ una patologia poliedrica e dalle innumerevoli
sfaccettature, e quindi con un quadro clinico ben diversificato, da
caso a caso.
Molti leggendo potrebbero riconoscersi in qualche sfumatura
caratteriale, ma questo non significa essere bordeline. Per essere tali
bisogna presentare almeno 5 dei criteri diagnostici, in questa sede
solo drammatizzati. Il paziente borderline difficilmente riconosce di
avere un problema e comunque, in genere, è difficile sia da
evidenziarsi che da diagnosticare. Infatti, i borderline, per i
conoscenti superficiali, sono assolutamente normali, anzi sono persone
molto accattivanti e dotate di eccezionale intelligenza e
sensibilità (ma non empatia).
Anche i coautori*/familiari, non se ne rendono conto, finché
non ne parlano con un esperto. *Co-autori, perché il dramma
del borderline è spesso stato scritto dai suoi genitori, ma
viene mantenuto in piedi grazie ai familiari, ai partner ed agli amici
dello stesso, che ne assecondano il copione…
Spesso si ha la pretesa di poter e voler aiutare, ma si fa solo del
danno.
La sindrome borderline è complessa e solo l'intervento di un
esperto può essere d'aiuto e di solito, raramente. Secondo
il DSM IV (IV edizione del manuale diagnostico e statistico dei
disturbi mentali) per DBP (Disturbo Borderline di
Personalità) si intende una modalità pervasiva di
instabilità delle relazioni interpersonali,
dell’immagine di sé e dell’umore,
associate ad una marcata impulsività, comparse nella prima
età adulta e presenti in vari contesti. Per porre la
diagnosi di DBP occorre che tra nove criteri elencati ne vengano
soddisfatti almeno cinque. Da ciò consegue che due soggetti
con la stessa diagnosi di DBP possono avere in comune solo un criterio
diagnostico e quindi differire notevolmente nel quadro clinico.
1. Sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono
2. Un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense,
caratterizzate dall’alternanza tra gli estremi di
iperidealizzazione e svalutazione
3. Alterazione dell’identità:
immagine di sé e percezione di sé marcatamente e
persistentemente instabili
4. Impulsività in almeno due aree potenzialmente
dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, abuso di sostanze, di
cibo, guida spericolata, gioco d'azzardo
5. Ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari o
comportamento automutilante/autolesivo
6. Instabilità affettiva dovuta a una marcata
reattività dell’umore
7. Sentimenti cronici di vuoto
8. Rabbia immotivata e intensa o difficoltà a
controllare la rabbia (per es., frequenti accessi di ira o rabbia
costante, ricorrenti scontri fisici)
9. Transitoria ideazione paranoide, o gravi sintomi
dissociativi transitori, legati allo stress, tendenza a
valutare gli altri secondo il criterio
“tutto-nulla”.
Vuoi sapere qualcosa in più sul ruolo che
può avere il tipo di attaccamento verso la madre
rispetto a quello verso un partner? Leggi qui.
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