Ciò che troverai
qui è un auto test
delle 5 ferite dell'anima,
ispirato dal libro di Lise
Bourbeau. Una
serie di domande, risposte e riflessioni che ti possono aiutare a
capire meglio
cosa ti sta condizionando e sabotando
e soprattutto che cosa devi
imparare.
L'intento
di questo articolo è quello di mostrare che tutti abbiamo
delle ferite e che ciò che siamo e pensiamo
di essere,
è in realtà
un meccanismo di difesa della mente, dell'ego, che ci impedisce di
essere davvero noi
stessi.
Va
bene, non dobbiamo rifiutarlo, perché fa parte di noi,
giacchè siamo anche testa/ego, oltre che corpo,
cuore ed anima. Dobbiamo solo accettarlo e continuare
ad amarci.
Già
questo cambia le carte in tavola!
Come
uscirne fuori?
Come
riconoscere queste ferite e le conseguenti maschere?
Come
iniziare a vivere liberi emotivamente?
Ora,
mentre facciamo due chiacchiere, apri il cuore per un po'....
QUAL'E'
LA COSA CHE PROPRIO NON SEI RIUSCITO A REALIZZARE?
Questa domanda è cruciale.
Tutto quello che fortemente hai desiderato, hai sentito come
già tuo (legge di attrazione), su cui hai lavorato e non si
è realizzato è perchè ne avevi paura,
seppur inconsciamente e questo a fatto sì che non avessi il
software inconscio per realizzarlo.
Bene. Ora che lo hai definito, guardarti da fuori, come uno spettatore,
e
prova a chiederti a che tipo di dinamica difensiva (maschera) si
associa:
- di fuga?
- di dipendenza?
- di controllo?
- di rigidità?
- di sottomissione?
Che convinzione più facilmente potrebbe esserci dietro tale
comportamento difensivo?
- di non esistere?
- di non avere bisogno?
- di non essere autonomo?
- di non sentire?
- di non imporsi?
Che paura potrebbe celarsi sotto, da cosa ti ha protetto non realizzare
quella cosa che desideravi tanto?
- dal poter provare panico?
- dal poter restare solo?
- dal poterti sentire separato o rinnegato da qualcosa o
qualcuno?
- dal poter essere freddo o subire freddezza?
- dal poter essere libero?
Questa riposta ti aiuterà non solo a capire la tua ferita,
ma anche a dare un senso logico alla tua vita, a perdonarti e
a capire che cosa devi imparare.
Devi imparare in primis ad accettare la tua paura e ad amarla, come un
tuo meccanismo di salvaguardia e sopravvivenza.
In secondo luogo, come vedremo più sotto, la lezione che
devi imparare in questa vita è proprio fare ciò
che più ti fa paura...
QUALE
DIRITTO PENSI DI AVERE?
- di esistere?
- di essere esaudito nelle tue richieste?
- di essere sostenuto?
- di provare emozioni e sentimenti?
- di essere libero?
Ora torna a qualche riga più su.
Forse puoi renderti conto che la seconda domanda del test, quella
inerente la tua (inconscia) convinzione su te stesso è
esattamente quello che desideri e forse ostenti.
"Da
ciò che ostentano capirai
di cosa sono privi!" (Totò)
Ti dirò di più.
Prova a riflettere su una discussione pesante che hai avuto con
qualcuno che amavi, o sul motivo che vi ha fatto separare o su qualcosa
che ti ha fatto davvero male.
DI
COSA LO ACCUSI?
- di averti rifiutato o trattato come se non
esistessi?
- di non aver appagato i tuoi bisogni?
- di non averti concesso autonomia o di averti tradito?
- di non ascoltarti, di essere ingiusto?
- di averti sottomesso?
Eccoti una verità che ti migliorerà la vita:
Ciò che
accusi all'altro,
in qualche
modo lo fai a te stesso...
In sintesi, la nostra ferita, quella dinamica emotiva che ci ha fatto
soffrire da piccoli e che troppo spesso si rialimenta, è
ciò che non vorremmo avere, nè attrarre,
tant'è che ostentiamo e pretendiamo il contrario, eppure
è esattamente
ciò che noi
stessi facciamo, in primis a noi stessi.
Perché? Perchè
è un meccanismo cui siamo abituati e che conosciamo.... Non basta la consapevolezza a
farci cessare una abitudine che ci ha creato dipendenza,
anche se dolorosa... Ma questo lo vediamo alla fine.
COSA
NON TI CONCEDI?
- di provare panico?
- di essere solo?
- di essere separato da qualcosa o qualcuno?
- di essere freddo?
- di essere libero?
QUALI
SONO LE TUE COMFORT ZONE E LE TUE DIPENDENZE?
Quali
sono quegli spazi emotivi, fisici o di attività, che ti
"piacciono", che ti
fanno
sentire “ok” o ti danno euforia? E' molto probabile
che tu non lo sappia, ma ciò che pensi ti renda felice, non
lo fa affatto. E' una beffa del cervello. E' la conseguenza della
produzione di sostanze psicotrope, come la dopamina, che danno un senso
di piacere, ma sono correlate ad una dipendenza... Esattamente
ciò che abbiamo detto sopra.
Sei
sicuro di esserlo davvero o è frutto delle tue convinzioni a
riguardo e quindi dei tuoi schemi e delle tue paure?
Quando
hai attivato queste comfort zone? In un periodo in cui eri felice o
insoddisfatto?
E'
probabile che se le hai create quando eri insoddisfatto, non siano
affatto positive per te, anche se sono state giuste, per te, in quel
momento della tua vita.
Le
hai create per te stesso o per far piacere a qualcun altro? Le hai
mantenute per te stesso o per qualcun altro? Associ queste comfort
zone a qualcuno? Se è così, può essere
che non sia l'attività in
sè a farti sentire appagato, ma il connotato emotivo
associato a
quella persona, che ti scaturisce emotività, negativa o
positiva,
che essa sia.
Qualcuno
ti ha iniziato ad esse? Rappresentano uno “status”
e vanno ad
arginare qualche paura?
- fai
di tutto per non discutere e non esporti?
- fai
di tutto per non sentirti solo?
- fai
di tutto per avere il controllo?
- fai
di tutto per non vivere ingiustizie?
- fai
di tutto per essere ossequioso?
CHE
TIPO DI SICUREZZA TI DANNO LE TUE COMFORT ZONE, CHE PAURA ARGINANO?
- di provare panico?
- di essere solo?
- di essere separato da qualcosa o qualcuno?
- di essere freddo?
- di essere libero?
QUAL'E'
LA COSA CHE PIU' TI INFASTIDISCE DEGLI ALTRI, CHE TI FA
PROPRIO RABBIA E/O AVERE COMPORTAMENTI ASSURDI, PERCHE'?
Quali
conseguenze ti può causare questa cosa?
- Se senti il rifiuto?
- se senti l'abbandono?
- se senti il tradimento?
- se senti l'ingiustizia?
- se senti umiliazione?
QUALI
SONO LE DINAMICHE DEI TUOI LITIGI CON CHI AMI?
In
un legame sentimentale di coppia, entrano in gioco le parti
più
profonde, più “oscure” di ciascuno di
noi. E' li che si
manifestano le nostre maschere, con le loro paure ed i loro schemi
comportamentali. Riflettendo, potremmo facilmente notare un file
rouge che accomuna tutte le nostre relazioni o discussioni
relazionali. C'è uno schema che si ripete, sempre uguale. Se
si ha
la fortuna di avere un consorte di lunga data, soprattutto se legato
da matrimonio e con i figli (l'impegno trascritto è scritto
anche
nel cuore), è probabile che certi cicli patologici siano
più vacui
e meno duraturi, ma se si è in una coppia di fidanzati e
soprattutto
ad età matura, è molto probabile che certi cicli
non virtuosi siano
diventati sempre più frequenti, dolorosi, inaccettabili ed
inevitabili. Infatti, quando ognuno torna a dormire a casa propria,
quando non c'è condivisione di questioni economiche,
gestionali o
familiari, è più facile gettare la spugna,
piuttosto che darsi una
bella lavata, dallo sporco accumulatosi con gli anni ed abbracciarsi
nel talamo nuziale. Inoltre, in
genere, con l'età, si è consolidato e
cristallizzato meglio il
proprio carattere, ovvero la nostra maschera, nonché il
nostro ego,
di conseguenza, per capire, l'universo ci fa sbattere la testa sempre
più volte e con più forza!
Che
cosa ti fa scattare o ti allarma nella coppia?
Non
rispondere con la testa, rispondi col cuore...
Qual'è
la prima reazione che hai?
- fuggi,
magari nascondendoti dietro il velo del rispetto?
- fai
la vittima e ti chiudi o
cerchi di convincerti di non avere bisogno di nessuno?
- vai
in escandescenza o cerchi di manipolare col silenzio?
-
ti distacchi
emotivamente o ti senti profondamente mancato di rispetto?
- giustifichi
e capisci, accettando tutto?
COSA
FAI QUANDO STAI MALE?
- Ti
isoli, fuggi? Fuggi la realtà vivendo quella virtuale dei
social?
- Ti
aggrappi agli altri o alle cose o alle attività
o ad azioni dannose (fumo, cibo,
alcool, droghe),
per
riempire il
vuoto e non sentire la solitudine? Fai vittimismo o posti sui social,
ciò che può attrarre pietà?
- Cerchi
di mantenere il controllo con attività e comfort
zone che “ti
sei convinto”
ti facciano bene o “post” sui social, tesi a
manipolare qualcuno cercando di convincer e e convincerti che sei il
meglio?
- Cerchi
in tutti i modi di “giustificare” te stesso o
insegnare qualcosa o mostrare ciò che è giusto?
- Cerchi
in tutti i modi di giustificare ed ossequiare l'altro?
Chi
cerchi quando stai male? Cerchi chi ti faccia riflettere, masticando
il tuo ego e mettendoti a nudo o chi ti “capisca”?
Molto
probabilmente la seconda delle ipotesi.
Beh, il tipo di persona che
cerchi quando stai male, molto probabilmente ha il tuo stesso tipo di
ferita e di maschera comportamentale. Il tuo
ego la cerca per
rinforzarsi, la tua anima la cerca per confrontarsi ed imparare, ma
difficilmente lo farà se non c'è consapevolezza,
in almeno uno dei
due.
CHE
TIPO DI POST METTI SUI SOCIAL?
Direi
anche articoli/libri che scrivi, visto che è quello che
faccio io ed
ho la ferita dell'ingiustizia e sono un formatore (docente) da quasi
trent'anni...
- Nessuno,
guardi solo?
- Tesi
a farti notare o fare vittimismo?
- Tesi
a far notare tue capacità o possedimenti o i tuoi selfie?
- Tesi
ad insegnare o sentenziare sulle cose giuste?
- Ironici,
spesso su te stesso?
COME
HAI IL CORPO?
Rispondi come sei al naturale, senza ritocchi, protesi o allenamento
muscolare.
- Proporzionato e tonico, ma piccolino.
- Con gambe esili e muscolatura ipotonica che difficilmente
forma un muscolo grosso?
- Con le spalle ed il torace molto sviluppati, rispetto alle
gambe, se sei uomo o con i fianche più larghi rispetto alle
spalle, se sei donne?
- Proporzionato, tonico e con gambe forti e sviluppate?
- Tendi alla rotondità, con la parte alta massiva
e piuttosto spessa, rispetto alle gambe molto esili?
Dopo aver trattato ampiamente le paure e ciò che facciamo
per evitarle, cioè qual'è la nostra maschera.
Adesso vi pongo una domanda su ciò che può
esserci d'aiuto per guarire la nostra ferita e farci sentire in pace.
Quello che risponderai è ciò di cui, molto
probabilmente la tua anima ha bisogno.
COSA
FAI QUANDO STAI BENE?
Attenzione,
non ti sto chiedendo cosa ti piace o ti appaga, perchè
quella è la tua maschera, cioè l'abitudine che
hai acquisito, per non sentire dolore. Non è il fare
forsennato con cui riempi il vuoto, ma la conquista dello spazio
interiore.
Ti sto chiedendo di ricordare i momenti in cui ti sei sentito
rilassato, in pace, sereno... O ciò che ti da questa
sensazione:
- Vivi
nel mondo reale, nella natura, con gli altri, piuttosto che nel mondo
virtuale o spirituale o chiuso in casa? Allora, smetti di rifiutare
- Crei
progetti, inizi nuove cose e li porti a termine? Allora, smetti di
abbandonare
- Sei
più centrato sull'essere, che sull'apparire? Allora, smetti
di
controllare e manipolare
- Sei
leggero e spensierato? Allora, smetti di giudicare o essere rigido
- Riesci
a dire di no e prenderti degli spazi per te stesso? Allora, smetti di
essere
ossequioso.
Ora che hai potuto fare il conto di quale numero hai più
volte scelto, e
testare
le 5 ferite, ti rivelo quali sono:
1) rifiuto, maschera del fuggitivo
2) abbandono, maschera del dipendende affettivo
3) tradimento, maschera del controllore
4) ingiustizia, maschera del ridigo
5) umiliazione, maschera dell'ossequioso
rimandandoti ad
altri approfondimenti sul web.
Ma prima voglio invitarti a vedere
questo video, dove replico il
famoso esperimento del riso di Masaru Emoto e mostro concretamente
qual'è l'effetto della presenza e della assenza... Parametri
che, a mio parere, sono alla base delle
5 ferite, di cui
parlo, dopo l'esperimento, spiegandone la logica...
GUARIRE
CON LE REL-AZIONI
Ora che hai fatto il tuo auto
test delle 5 ferite dell'anima,
ti chiedo la gentilezza, verso te stesso, di guardare i tuoi
comportamenti, come spettatore esterno.
Quindi,
piuttosto che metterti a contare qual'è il numero che
più volte hai scelto come risposta (e che identifica la tua
ferita principale), segnati, con molta attenzione, le dinamiche
comportamentali,
perchè saranno esse a farti strabuzzare gli occhi e renderti
conto, non solo di quanto e come questa ferita ti abbia condizionato,
ma anche di quanto siano contradditorie e di quanto
puoi fare per essere più in pace con te stesso.
Questo è il primo passo, quello della consapevolezza.
Il secondo è quello di perdonarti e magari di fartici sopra
una risata, nel vedere quante volte hai ripetuto gli stessi schemi,
come tutti noi.
La buona
volontà purtroppo, come ben sai, non basta a
sradicare anni ed anni di ripetizioni di comportamenti che, tra
l'altro, spesso ci danno appagamento ed euforia.
Non
possiamo pensare e tantomeno pretendere di cambiarli solo con un libro,
o un articolo, o un seminario o con le chiacchiere con qualcuno,
seppure competente in materia.
Non possiamo cambiarli con poco tempo o con 21 giorni (che è una fake).
Ma nemmeno c'è bisogno di un
grande lavoro, spesso doloroso o di un grande sforzo.
Ve lo dice chi come professione è psicologa ed è
abituata a "lavorare" su certi temi, su Sè stessa e conosce
tante tecniche utili.
Sapere (a 46 anni) non mi ha aiutata se non a rendermi conto di certe
dinamiche.
Ciò che mi ha davvero
aiutata, con
molto tempo (anni...) e pazienza sono state le azioni e le relazioni.
La
logica ed il metodo è molto semplice.
Le ferite dipendono dalle relazioni e le
relazioni possono
guarirle!
I nostri schemi comportamentali dipendono dalle nostre relazioni, nei
primi 7 anni di vita, e dallo stile di attaccamento che abbiamo
sviluppato.
Le nostre relazioni hanno generato azioni e reazioni, che sono
diventate
abitudini e carattere.
Quindi,
se il nostro carattere dipende dalle azioni, nelle
relazioni, basta cambiare le nostre azioni, nelle relazioni, per
migliorare il nostro carattere e sviluppare nuovi talenti emotivi,
compresa l'intelligenza emotiva.
Se vogliamo cambiare abitudini, dunque, possiamo farlo.
Ma
è fondamentale che le azioni siano
programmate con le stesse regole con cui si creano abitudini:
Innanzitutto, la strada migliore è quella di
curare le
relazioni in cui c'è più coinvolgimento emotivo,
in modo che se ne avvantaggino tutte le altre relazioni, dalla
amicizia, al lavoro.
In secondo luogo bisogna seguire un programma di allenamento e farlo
con un allenatore esperto che conosca il funzionamento del cervello.
In terzo luogo, ci vuole pazienza.
Dulcis in fundo,
le azioni devono essere
semplici e molto appaganti, piacevoli e desiderabili!
Si, hai capito bene. Non servono "lavori" profondi,
dolorosi, impegnativi ed intensi, anzi, il cervello produce i migliori
risultati proprio al contrario, ma questo non è facilmente
intuibile se non conosci i processi di apprendimento cerebrali.
Io li conosco e per questo ho brevettato un programma di
riprogrammazione delle relazioni, che migliora l'intelligenza emotiva,
favorisce lo sviluppo di soft skills utili in ogni contesto, a soli 0,10€ al giorno,
dandoti piacere sin dall'inizio!
Ma attenzione, non è per te se vuoi fagocitare informazioni
senza agire o se vuoi continuare a puntare il dito sugli altri o se non
hai tempo per te o hai fretta o non vuoi avere successo!
Provare per credere!
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Angela Flammini - All rights reserved - Tutti i diritti
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parziale, è vietata.
molto bello grazie per avermi fatto sentire come tanti ed insieme a tanti continuo il mio cammino di consapevolezza con più leggerezza. Saluti Sonia
RispondiEliminaSonia cara, perdonami di cuore per non averi risposto prima, ma ho visto solo oggi il tuo commento, in una marea di spam, che peraltro non mi viene comunicato.
EliminaGrazie per il tuo contributo e per quello che mi dici. Siamo tutti nella stessa barca. Tutti abbiamo qualche ferita e scoprirlo è il primo passo per un nuovo cammino. Grazie
Ciao Angela
RispondiEliminaHo letto con attenzione il tuo articolo ma non ho trovato da nessuna parte citate le 5 ferite: tu indichi molte volte le 5 reazioni, le 5 paure, le 5 firme del corpo… potresti indicare l’ordine che dai alle 5 ferite perché non mi pare lo stesso indicato nei testi classici.
Grazie
Elisabetta
Elisabetta cara, perdonami, ma non mi arrivano le notifiche dei commenti ed il tuo l'ho visto solo ora. Hai ragione, non ci sono indicate esplicitamente le 5 ferite, perché do per scontato che chi approda a questo articolo le conosca già. Esse sono elencate nella domanda "qual'è la cosa che più ti infastidisce...?". Le 5 ferite sono quelle del:
Elimina1) rifiuto
2) abbandono
3) tradimento
4) ingiustizia
5) umiliazione.
Non hanno un ordine di importanza o di esordio, anche se la ferita del rifiuto è quella che può esordire prima, perché si può generare già nel momento del concepimento, per es. con una gravidanza non desiderata.
Grazie per il tuo commento, ne faccio tesoro e vado subito ad inserire l'indicazione.