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⚠️ QUANDO IL CORTEGGIAMENTO E' BREVE O INVERTITO

Il corteggiamento è la fase iniziale di un rapporto, tipica di molte specie animali che serve per selezionare il partner potenziale con cui riprodursi e mandare avanti la specie. Per questo è un meccanismo così forte.

Il corteggiamento, a livello biologico, è il fondamento del legame relazionale a lungo termine, senza il quale si posono creare problematiche individuali e di coppia. Infatti, è in questo spazio-tempo che si muovono ormoni,  neurotrasmettitori, bisogni e emozioni, che sono veri e propri architetti dell’intimità e del legame. Quando l’incontro è accelerato o quando i ruoli sono invertiti, vengono a mancare prerequisiti fondamentali tanto il corpo, quanto per la psiche e per la relazione stessa e non si ha la possibilità di costruire quella sinergia sottile e potente che lega due individui. 

CORTEGGIAMENTO ANSWER

⏳ Aspettare è costruire

Corteggiare è costuire a partire dall’incontro: è osservare, comunicare, giocare, conoscere. È permettere al cervello, al corpo ed al cuore di sintonizzarsi con l'altro non solo per capire se è la scelta giusta, ma per permettere che questa scelta abbia fondamenta solide.

Infatti, come vedremo, il corteggiamento modula la produzione di ormoni e neurotrasmettitori in modo diverso rispetto alla fase di infatuazione ed a quella dell'amore, al fine di costruire il legame non solo dal punto di vista chimico, ma anche di sicurezza individuale e relazionale.

Alcuni neurotrasmettitori infatti, sono alti in questa fase, per favorire la motivazione a creare la relazione, ma scendono subito dopo per poterla mantenere. Se si passa direttamente alla fase successiva si rischia di non aver creato le basi essenziali, sia biochimiche che emotiva per costruire il rapporto.

Gli ormoni del benessere maschile e femminile, rispettivamente il testosterone e l'ossitocina, crescono nella fase di corteggiamento e ciò induce i partner a stare bene e ad associare questa caratteristica all'altro. In questa fase sale anche il livello di cortisolo, che induce alla azione e la ricompensa prevista fa aumentare anche la dopamina, l'ormone della motivazione alla relazione. Scende invece il neurotrasmettitore della calma, la serotonina. Tutto questo è funzionale a buttarsi, a rischiare, a fare cose pazze per l'altro, a dimostrare così le proprie capacità e  a sentirsi apprezzati e speciali, ma non solo a livello emotivo, ma anche biochimico. 

Infatti, dopo il corteggiamento, quando il cortisolo calerà, insieme alla euforia dopaminergica ed al piacere testosteronico o ossitocinico, se essi avranno un buon livello di partenza e forti motivazioni, sarà più probabile mantenere un alto livello di soddisfazione relazionale a cui contribuirà l'ossitocina, che oltre ad essere l'ormone del benessere femminile, viene prodotto anche dall'uomo, per rafforzare il legame e ciò avviene col tempo.

Infatti, nell'essere umano, come in altre specie come le volpi della prateria o i California mice, il tempo dedicato al corteggiamento predice l’intensità e la durata del legame. Nei topi californiani, ad esempio, il corteggiamento maschile è correlato con una maggiore produzione di testosterone e con una paternità più responsabile e presente (Trainor et al., 2003). 

🐾 Gli animali ci insegnano a non bruciare i tempi. Aspettare non è rinunciare, è preparare. È dire: “Ti scelgo con tutti i miei sensi, non solo con il mio desiderio”. E' dire "Aspetto, perchè voglio qualcosa di speciale e duraturo".

🧔 Testosterone: l’ormone dell’impegno maschile

Lo si immagina come carburante del desiderio, ma il testosterone fa molto di più: predispone l’uomo a investire nel corteggiamento e nella relazione. Uno studio longitudinale su uomini single ha dimostrato che quelli con testosterone più elevato erano più motivati a mostrare iniziativa, a parlare, a sorridere, a essere creativi nella fase di conquista. Invece, una volta entrati in una relazione stabile, il loro testosterone si abbassava, favorendo l’attaccamento selettivo e la cura (Roney et al., 2003; van der Meij et al., 2011). Anche nei primati, livelli più bassi di testosterone sono associati alla scelta di legami stabili piuttosto che a relazioni opportunistiche.

Un altro studio su 41 uomini tra i 18 e i 26 anni, ha confermato che i picchi di testosterone si osservano non tanto in risposta a stimoli erotici, ma in interazioni reali di corteggiamento, come quando si conversa con una donna interessante, si tenta un approccio emotivo, o si crea un’atmosfera di gioco sociale (Roney et al., 2003).

Dunque il testosterone stimola il corteggiamento e ne è favorito. Infatti, l'atto di conquistare una donna è equiparabile all'atto di conquista o di raggiungimento di un obiettivo, che induce la produzione di testosterone, facendo sentire l'uomo abile, nonché apprezzato per le sue capacità. 

Quando questo oò corteggiamento viene a mancare, l'uomo non può dimostrare le sue abilità, non può  mettersi alla prova, viene deprivato di testosterone, di benessere psicofisiologico, di fiducia, di apprezzamento e dunque di motivazione a reiterare le azioni di conquista che successivamente diverranno azioni atte a rendere felici la propria partner e la propria famiglia. 

Insomma, senza il corteggiamento il maschio non si sente bene, nè maschio e non ha la spinta motivazionale alla relazione.

👩 Ossitocina: il legame silenzioso

L'ossitocina è un ormone prodotto ad ambo i sessi, ma prevalentemente dalla donna, di cui è l'omone del benessere. In entrambi i partner è essenziale per il legame. Rafforza la sicurezza e la connessione a lungo termine, generando attaccamento emotivo profondo. Si attiva con la presenza,  con il contatto emotivo e fisico e viene favorita dal corteggiamento lento che quanto più è lungo, più ossotocina fa produrre. Infatti è proprio durante la fase di corteggiamento che si possono creare più situazioni di ascolto reciproco e contatto affettuoso non ancora pervaso o alterato dalla tempesta ormonale del contatto sessuale.

Inoltre, nelle donne, l'ossitocina, come il testosterone per gli uomini,  ha un ruolo a dir poco fondamentale per costruire quella sicurezza emotiva e relazionale fondamentale per costruire una relazione.

Se nessun uomo vorrebbe stare accanto di una donna che non lo apprezza, nessuna donna costruirebbe una famiglia con un uomo che non la fa sentire speciale e non le da sicurezza. E come può sentirsi speciale una donna se un uomo non ha fatto nulla per dimostrerle che lo è e  conquistarla? E' così dunque che si puà minare sin dall'inizio una relazione. Perché una donna che non si sentirà speciale e sicura, ne va da sé che sarà insicura e senza fiducia verso l'uomo, che non sentendosi apprezzato, non si sentirà motivato. Insomma, un circolo vizioso che predice una fine disastrosa, senza considerare che il basso livello di ossitocina (così come di testosterone nell'uomo) indurrà anche malessere psicofisiologico ed ulteriore frustrazione.

L'ossitocina è la protagonista invisibile del corteggiamento e del legame. Il semplice ascolto profondo, un abbraccio prolungato o una carezza sincera, possono rilasciare questa sostanza, che aumenta la fiducia e l'empatia, riduce l’ansia e favorisce l’attaccamento emotivo. Uno studio su giovani coppie ha mostrato che i livelli di ossitocina restavano elevati per mesi se il corteggiamento era stato ricco di contatto affettuoso e reciprocità emotiva (Schneiderman et al., 2012).

Nel maschio, è la vasopressina a contribuire alla formazione della memoria affettiva: è il mediatore del “mi importa di te” che compare prima ancora del sesso, nei modelli monogami. Nei prairie voles, roditori monogami, è stato osservato che corteggiamenti più lunghi, anche in assenza di accoppiamento, generano legami più stabili grazie alla vasopressina e alla dopamina che si attivano in sincronia (Winslow et al., 1993; Liu & Wang, 2003). La vasopressina supporta l’impegno, la fedeltà, la protezione, la monogamia e la territorialità affettiva nei maschi.

🧠 Dopamina: il desiderio che anticipa, ma non consuma

Durante il corteggiamento, la produzione dei neurotrasmettitori che danno un senso di piacere e benessere, come testosterone, ossitocina e vasopressina, fanno desiderare di proseguire il corteggiamento e la relazione. Questo desiderio anticipatorio attiva la produzione di dopamina, la molecola della motivazione, che colleda e lega il partner con la memoria delle sperienze positive. Gli studi di neuroimaging mostrano che la sola presenza o immagine della persona desiderata accende il sistema mesolimbico, in particolare l’area tegmentale ventrale e il nucleus accumbens (Aron et al., 2005), coinvolti nella produzione di dopamina. 

Ne va da sé che maggiore è la quantità di tali "ricordi", maggiore è la dopamina legata al partner, ovvero il desiderio di esso e la motivazione a restare. Infatti il corteggiamento ha un ruolo importante anche quando la relazione è in crisi. Avere un cofanetto di ricordi cui attingere è fondamentale per riattivare certe memorie e certi desideri.

La dopamina non è solo desiderio sessuale: è la forza che ci fa cercare, aspettare, sperare, l’impulso a tornare e restare dove abbiamo provato qualcosa di piacevole.

🧬 Serotonina, la dolce ossessione

Il corteggiamento modifica anche la serotonina, che durante il corteggiamento e l'infatuazione si abbassa, per inibire il rilassamento e favorire il pensiero selettivo pensieri ricorrenti incontrollati, bisogno di presenza, idealizzazione. Marazziti et al. (1999) lo hanno dimostrato confrontando soggetti innamorati con pazienti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo. Questo processo è associato a focalizzazione e idealizzazione anche negli animali.


⚠️ Quando il corteggiamento è assente o troppo breve

Se il corteggiamento è la preparazione neurochimica al legame, saltarlo o ridurlo drasticamente può avere effetti profondi sulla qualità della relazione

Negli esseri umani, studi longitudinali hanno evidenziato che relazioni iniziate troppo rapidamente hanno una probabilità maggiore di concludersi entro pochi mesi, mentre quelle fondate su un corteggiamento più lungo presentano tassi più elevati di soddisfazione, fiducia e resilienza (Busby et al., 2010).

In ambito animale, studi su prairie voles dimostrano che l’accoppiamento senza una fase precedente di interazione sociale non è sufficiente a formare un legame monogamo stabile (Liu & Wang, 2003). Solo se vi è tempo condiviso prima del rapporto — grooming, vicinanza, rituali sociali — il cervello attiva il circuito di coppia.

I rapporti iniziati troppo in fretta — in particolare quelli fisici avviati senza una fase di connessione profonda — tendono a generare attaccamenti instabili, fragili, o basati solo sulla gratificazione immediata.

Gli studi dimostrano che nei soggetti che hanno un rapporto sessuale precoce senza un tempo sufficiente di costruzione emotiva, si osservano:

  • Riduzione dei livelli di ossitocina post-sesso, con conseguente sensazione di vuoto o disconnessione emotiva (Seltzer et al., 2010).

  • Aumento del cortisolo, legato a percezioni di rischio, dubbio o ritiro affettivo (Marazziti & Canale, 2004).

  • Desincronizzazione neurochimica: mentre la dopamina scarica gratificazione immediata, manca il supporto del testosterone, dell’ossitocina e della vasopressina, fondamentali per stabilizzare il legame nel lungo periodo (Panksepp, 1998).

Il cortisolo, l’ormone dello stress, che è alto nei primi incontri, scende se il legame è sicuro e costruito nel tempo, ma rimane elevato se il sesso è precoce e non supportato da legame profondo. Inoltre i rapporti sessuali prematuri possono generare picchi di cortisolo, specie se non vi è una base emotiva solida. Aspettare, invece, consente al cortisolo di abbassarsi e alla persona di percepire il legame come sicuro (Marazziti & Canale, 2004). 

In sintesi, il tempo non è solo una questione di prudenza morale, ma di salute neuroaffettiva. Saltare il corteggiamento significa sottrarre alla relazione le sue fondamenta chimiche. Significa costruire sull’euforia senza l’ancoraggio della sicurezza.


⚠️ Quando i ruoli si invertono: possibili conseguenze del corteggiamento invertito

In molte culture e contesti evolutivi, uomini e donne hanno sviluppato modalità complementari di corteggiamento. L'inversione di questi ruoli — ad esempio, quando la donna assume  il ruolo dell’iniziatrice e l’uomo si adopera solo come “ricettore passivo” — può mettere in tensione l’equilibrio neurochimico del rapporto e degli individui.

  • Testosterone e motivazione maschile: gli uomini rispondono a segnali di conquista; se invertono il ruolo e diventano passivi, possono manifestare dao motivazionali ridotti, con livelli di testosterone più bassi e minore coinvolgimento emotivo (come mostrato da Roney et al., 2003 su uomini single).

  • Ossitocina e fiducia femminile: quando la donna entra costantemente nel ruolo di iniziatrice, l’ossitocina legata alla ricezione di attaccamento può essere meno stimolata. Il legame profondo infatti si genera quando la donna si sente scelta tra tutte, non quando si sente attiva.

  • Dopamina e soddisfazione: il corteggiamento crea dopamina attraverso un gioco reciproco di tensione e ricompensa fornito dalla produzione dei rispettivi ormoni del benessere, testosterone ed ossitocina. Un’inversione dei ruoli può ridurre l’effetto di piacere, nonché quello di polarità e attrazione, con conseguente minor attivazione dopaminergica, motivazione alla relazione e minor associazione partner/ricompensa.

  • Squilibrio neurochimico: nei casi in cui solo una parte assume l’iniziativa, la sinergia tra testosterone, dopamina, ossitocina, vasopressina, serotonina può risultare incompleta e disfunzionale, soprattutto se non si producono sufficienti livelli di vasopressina e ossitocina, fondamentali per creare un legame stabile.

In sintesi, l’inversione di ruoli nel corteggiamento rischia di compromettere il gioco neurochimico che costruisce un legame forte e completo.

📚 Bibliografia

  • Aragona, B. J., Liu, Y., Curtis, J. T., Stephan, F. K., & Wang, Z. (2003).

  • Aron, A., Fisher, H., Mashek, D. J., Strong, G., Li, H., & Brown, L. L. (2005).

  • Fisher, H. E., Aron, A., & Brown, L. L. (2002).

  • Liu, Y., & Wang, Z. (2003).

  • Marazziti, D., Akiskal, H. S., Rossi, A., & Cassano, G. B. (1999).

  • Marazziti, D., & Canale, D. (2004).

  • Panksepp, J. (1998).

  • Roney, J. R., Mahler, S. V., & Maestripieri, D. (2003).

  • Schneiderman, I., Zagoory-Sharon, O., Leckman, J. F., & Feldman, R. (2012).

  • Trainor, B. C., Bird, I. M., & Marler, C. A. (2003).

  • van der Meij, L., Buunk, A. P., van de Sande, J. P., & Salvador, A. (2011).

  • Winslow, J. T., Hastings, N., Carter, C. S., Harbaugh, C. R., & Insel, T. R. (1993).

  • Young, L. J., Nilsen, R., Waymire, K. G., MacGregor, G. R., & Insel, T. R. (2004).


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