INTERVISTE, ANGELA FLAMMINI LA GELOSIA CHE UCCIDE MATERNITA' SURROGATA PRO E CONTRO PROFILO DI CHI FA VIOLENZA PSICOLOGICA RISCHI DELL'INSEGNAMENTO DEL GENDER CAUSE REALI DELLA VIOLENZA SULLE DONNE L' AMORE NON BASTA! SMETTILA DI RENDERLO INFELICE! -IL REGALO CHE FA LA DIFFERENZA -MANIPOLAZIONE SESSUALE -IO PROPRIO NON TI CAPISCO VOLERE NON E' POTERE -QUANDO SI ARRIVA AL LITIGIO, E' TROPPO TARDI... -INSICUREZZA EMOTIVA, AGGRESSIVITA' VERBALE, HATE
Oggi sono Angela
Flammini, solo una donna in contatto con se stessa e
che si occupa di intelligenza emotiva, al fine del ben-essere mio ed
altrui.
Ho abbandonato ogni identificazione del passato, in cui mi definivo
secondo la mia professione di psicologa o docente o
divulgatrice scientifica o scrittrice.
Mi ci è voluto quasi mezzo secolo, la fisica quantistica,
un cancro e la casa all'asta, per arrivare a questo.
Ho dovuto fallire e perder tutto, per
ritrovarmi.
Ho dovuto sentire le catene, per liberarmi.
Ma eccomi qua ora, viva e vegeta, sotto la luce, con le mie ombre e le
mie catene, ma anche col mio libero arbitrio, seppur non infallibile.
Il mio mondo ed il mo agire, come quelli di tutti in misura diversa,
è stato condizionato dalle relazioni registrate nei miei
primi 7 anni di vita e reiterate negli anni successivi. Se queste
relazioni fossero state diverse, benchè molto probabilmente
avrei avuto lo stesso tipo di ferite e fatto il medesimo percorso di
anima, anche il mio mondo ed il mio agire sarebbero stati diversi.
Mi pento, ho rimpianti, ho rimorsi? Certo che sì. Se
rifacessi le stesse cose significherebbe che non ho imparato niente.
Invece ho imparato a sentirmi, ad accettarmi, ad
amarmi senza le condizioni e le catene della mente, a
perdonarmi e persino a ringraziare per i "fallimenti", i problemi e le
malattie, perchè mi hanno permesso di capire che anch'io
avevo paure irrisolte.
Quando ho iniziato a cambiare le mie rel-azioni, con me stessa e gli
altri, ad imparare ad essere più intelligente emotivamente
(il che nel mio caso significava essere più magnanima e
generosa con me stessa, piuttosto che solo con gli altri) il mondo
intorno a me ha iniziato a migliorare, in modo
quasi magico ed inaspettato.
Allora, quello che posso fare è mettere
a disposizione degli altri ciò che ho
imparato sulla mia pelle, per prevenire alcuni disagi e
favorire l'intelligenza emotiva di chiunque sia pronto.
Cosa voglio?
Voglio favorire l'intelligenza emotiva, il superpotere umano che
permette di agire in modo vantaggioso per se stessi e gli altri,
riducendo conflitti, soprusi e violenze.
Voglio che uomini e donne apprendano nuove abilità per
migliorare il loro ben-essere individuale e relazionale, in
ogni contesto.
Qual'è la mia vision? Come voglio farlo?
Nel modo più semplice possibile, così come si
apprendono tutte le abitudini, con passi piccoli piccoli,
ogni giorno, corredati di ciò che piace tanto al cervello:
novità, ricompense e adeguati spazi temporali, ovvero
neurotrasmettitori che inducono piacere e motivano all'azione.
Passi guidati da un allenatore esperto, che piano piano fanno cambiare
abitudini...
L'EGO
E LA SUA MASCHERA...
La fisica quantistica, dimostra, con un esperimento fondamentale, che la
realtà cambia in base all'osservatore e che
quindi possano co-esistere miriadi di possibili
realtà, in base all'osservatore.
Questo implica anche che cambiando l'osservatore, possa cambiare
la realtà. Questo di fatto
è ciò che propugna la legge d'attrazione.
Quello
che non sappiamo tuttavia, o meglio su cui non riflettiamo abbastanza,
è che ogni parte di noi interagisce con l'ambiente,
sia cosciente che
inconscia e che ognuna di esse condiziona la realtà, senza
che ce ne rendiamo conto.
Questo accade perchè siamo tutti composti di
particelle
energetiche, in un campo energetico, e di conseguenza siamo tutti
più o meno connessi col tutto, entangled, come dimostra un altro
emblematico studio della fisica quantistica.
Quasi 30 anni prima che arrivassi a conoscenza della fisica
quantistica, già la mia vita aveva ricevuto dei segnali.
Il primo messaggio mi giunse per il 18imo compleanno. Una amica mi
regalò un libro che mi colpì profondamente e
ancora non sapevo che sarebbe stato il file rouge della mia
vita.
Il libro si intitola "Uno",
di Richard Bach, ai più conosciuti per "Il Gabbiano". Esso
descrive i voli del protagonista su un circuito di molteplici
percorsi, in cui,
ognuno, rappresentava una possibile vita parallela, che avrebbe potuto
avere, se avesse fatto una scelta, piuttosto che un'altra. Pensate
quante scelte facciamo ogni giorno, anche le più banali.
Ogni scelta può indirizzare la
nostra vita in direzioni completamente diverse. Nel libro, tutto era
possibile e coesistente come potenzialità. Questo
è uno
dei presupposti della fisica quantistica.
L'argomento del condizionamento operante da parte degli altri,
nonché
delle proprie credenze, sul corpo e la realtà, era stato il
motivo che mi aveva indotto a studiare psicologia, con una ottica
scientifica, da ricercatrice (indirizzo che avevo scelto e che resta
ancora oggi la mia modalità operativa).
La psicosomatica e la neuropsicologia, sono stati due dei
corsi di
perfezionamento, fatti successivamente alla scuola medico ospedaliera.
Ora
che ci penso, un altro corso fattovi, fu quello sullo psicodramma
moreiano, che si basava sulla tecnica del cambiamento di ruolo e quindi
della visione della realtà, ergo, anche quello, in qualche
modo relato alla fisica quantistica ed a ciò che
è diventata oggi la mia mission: la capacità di
ampliare la visione emotiva, in modo che tutti ne traggano vantaggio.
La dimostrazione scientifica di come possa cambiare la
realtà,
anche altrui, in base alla osservazione, è stato oggetto del
mio
primo
articolo su una rivista scientifica (di quelle accreditate a
livello internazionale e che possono dare punteggi). Lo specifico
perchè
qualcuno, su wikipedia, ha obiettato che la
psicologia
quantistica non sia scientifica ed ha sfidato chiunque a
postare
articoli scientifici in materia. Beh, accolo quà,
già
nel
1997, sulla rivista scientifica "Risposte", l'articolo "Bravo! Me lo
aspettavo" di Angela
Flammini e Vincenzo Cascino, corredato di una lunga lista
di esperimentazioni scientifiche a
supporto della fisica quantistica. Questo articolo parla
dell'effetto Pigmalione, o effetto Rosenthal, e di come come
una profezia si autorealizzi, ovvero di come
l'osservatore cambi la realtà.
Come dicevo, la mia vita è stata una vita quantistica in cui
mi è stato molto facile avere ciò che sapevo
già essere vero e mi aspettavo.
Andavo agli esami universitari, SAPENDO già di averli
superati e questo accadeva.
Sapevo che mi sarei laureata (in Psicologia, alla Sapienza) col massimo
dei voti, in 5 anni, pur lavorando e mantenendomi da sola, e
così
è stato.
Sapevo che avrei superato brillantemente l'esame di stato di
abilitazione alla professione di Psicologo (benché a quei
tempi,
venisse bocciato circa il 75% dei candidati). Così fu ed
ottenni il
secondo
punteggio in assoluto più alto. Non sono un genio,
semplicemente, ci avevo creduto tanto da attrarre,
come prova scritta, l'argomento di una mia tesina di
qualche
mese prima: la memoria e l'apprendimento. Questo
stesso argomento è ciò che
mi ha permesso di avere molto successo come formatrice ed
oggi mi ha permesso di brevettare un innovativo metodo di
apprendimento di sane abitudini ed uno strumento unico al mondo, efficace
per la sua semplicità ed efficacia.
Sapevo che avrei vinto io l'unica borsa di studio, in Italia, di 2
master frequentati, e così è stato.
Sapevo che, con la mia lettera, di 4 righe, al direttore del
Policlinico Gemelli di Roma, che nemmeno conoscevo, avrei creato la
prima ed
unica ludoteca, in Italia, ad occuparsi di bambini che vivono una
situazione di malattia in casa, e così è stato.
Sapevo che avrei raggiunto notorietà, ma non "come",
finchè un
giornalista di ClassTV mi ha chiamata per intervistarmi
perchè, a suo
dire, Angela Flammini
era una delle massime esperte, in Italia, di psicologia di coppia
(cosa che però non sapevo).
L'autorevolezza ha travalicato i confini nazionali, quando, a
novembre 2018, sono stata intervistata da Cosmopolitan
(rivista nata negli Stati Uniti nel 1886 ed in Italia
dal 1973), per commentare, dal punto di
vista psicologico, il tango e ciò che ne diceva la sua
leggenda
vivente Miguel Angel Zotto, eletto tra i tre più grandi
tangheri
di tutti i tempi, nel mondo.
A gennaio 2019,
qualcosa di
ancora
più esclusivo. Cosmopolitan, per la prima volta
nella
storia, dedica ad un solo professionista ed i suoi almanacchi,
me, una intera intervista.
E nel 2020, a
contattarmi, oltralpe, fu la prima rete nazionale della rigorosa
Svizzera. Così, il 3 marzo 2020, ho
partecipato ad un
talk show sulla tematica dell'inversione dei ruoli, come
autorità in materia, con la mia veduta
psicofisiologica.
LA
FERITA E LA PAURA
Sembra
quasi che io sia una donna di successo, realizzata.
Invece no!
Banalmente mi sono focalizzata solo sul positivo, mi sono data
un pò di arie e ti ho raccontato ciò che chiunque
vuole sentire, che basta volere per ottenere. Ma non è
così e tu lo sai bene!
Forse questo è vero in parte o lo è fino
ad un certo punto della vita, quando ci si stanca di
lottare, la mente diventa più debole, il bambino
interiore più forte, le cose iniziano a non
funzionare più e ci si rende conto che qualcosa, non ha mai
funzionato.
Nel mio caso, fino ai 40 anni, più o meno, il settore
professionale ha funzionato. Apparentemente anche quello relazionale
(sin troppo forse), invece dal punto di vista emotivo qualcosa
non quadrava e quello economico era altalenante.
Benchè mi sia ritrovata in alcuni momenti a guadagnare
davvero tanto, in altri ho fatto fatica a mangiare.
Ho collezionato 4 proposte di matrimonio, ma ancora non sono riuscita a
crearmi una mia famiglia e mettere radici, come vorrei.
Ho sempre pensato di aver
molto amato, ma forse ho iniziato ad impararlo solo a 47 anni.
Mi sono sempre descritta come una donna molto
amata, invece, a 46 anni, ho scoperto di avere la ferita del rifiuto.
Una ferita così forte che mi ha fatto attrarre diverse
violazioni al mio diritto di esistere, come una serissima violazione
dei miei diritti d'autore, reiterata per 8 anni, da diverse riviste,
autori e persino colleghi e la perdita, per negligenza dell'operatore,
del mio numero di cellulare ventennale, nonchè partner che
volevano sottomettermi al loro volere ed uno persino violento
fisicamente.
Insomma tutta una serie
di (false) credenze su me stessa che cozzavano con
la realtà, non dura, ma con un disagio latente.
Quale? La difficoltà a mettere radici.
Perchè? L'ho scoperto appunto solo a 46 anni, con un test
chinesiologico totalmente inconscio, da cui è emersa una
rabbia verso mia madre (mai percepita consciamente) per qualcosa
accaduto a 3 mesi, 2 anni e 6. Ho dovuto chiamarla per sapere di cosa
si trattasse ed ho scoperto che a 3 mesi di vita,
poiché mia madre doveva tornare a lavoro, i miei mi avevano
lasciata coi nonni per 2 anni a 2000 km di distanza. A 2 anni, quando
mi ero rifatta una famiglia coi nonni, i miei mi hanno ripreso con loro
in Svizzera. A 6 anni e mezzo, di nuovo mollata da una zia per 6 mesi,
finchè loro organizzavano il rientro in Italia. Insomma,
ogni volta che mi costruivo una famiglia ed una casa, mi
veniva portata via.
Normale che la mia vita da adulta sia stata
costellata da traslochi continui e che quando ho costruito casa col mio
compagno, egli, dopo avermi isolata, chiesto di non lavorare e tradita
per 1 anno, mi buttasse in strada, senza soldi, senza lavoro e senza la
possibilità di continuare a pagare il mutuo della casa, che
tanto faticosamente mi ero comprata.
Ovvio che la banca ed il Tribunale tentassero di portarmela via...
Ho reiterato gli schemi e le abitudini cui ero abituata.
Le mie relazioni infantili (come chiunque) avevano condizionato il mio
modo di agire e quindi la mia realtà.
Ciò che non avevo accettato di me, la vita me l'ha messo
dinanzi come "destino".
Pensate che conoscere la mia ferita mi abbia risolto qualcosa? No!
Pensate che la consapevolezza mi abbia aiutata? No! Perchè
quando entrano in gioco i sentimenti e le emozioni, parte l'istinto di
sopravvivenza, si riattiva la ferita e parte il pilota automatico...
Pensate che "lavorarci"
mi abbia guarita? No!
Allora a che serve essere una psicologa, vi
chiederete? Ah, bella domanda!
Le tecniche che conosco mi aiutano ad accellerare i tempi e avere un
pò di sollievo, ma fondamenalmente io credo che certe cose
che sono inconscie, non si possano guarire con metodi consci e nemmeno
con quelli in stato di semi coscienza/veglia (meditazione, stato alpha
o stato theta) o apparentemente inconsci (sonno, sogno o ipnosi)
comunque condizionati dai nostri pensieri.
Quindi, per me, essere una psicologa, ma soprattutto essere una
psicologa che viene dalla ricerca ed ha un approccio scientifico, mi
è servito a far tesoro della mia esperienza e sviluppare un
metodo a vantaggio di chiunque (me compresa) che rispettasse il
cervello ed il suo funzionamento, ma fosse nel contempo semplice e
funzionale.
Ciò che ha funzionato, nella mia vita, col tempo e con molta
molta pazienza, non è stato il volere, nè la
consapevolezza, nè le chiacchiere, nè i libri, ma
al contrario è stata l'azione, che
inconsapevolmente ha prodotto il cambiamento.
Rel-azioni quotidiane
con me stessa e gli altri, in primis col compagno degli anni
successivi alla scoperta della mia ferita.
Come le mie relazioni hanno rinforzato la ferita, le mie relazioni
hanno iniziato a guarirla. Semplice!
Dove la ferita più facilmente si apre, nelle relazioni ad
alto contenuto emotivo, lì bisogna operare... Logico...
Visto che tutto veniva condizionato da una qualche paura, poteva essere
ristrutturato con la paura stessa.
Avevo già cercato il più bravo al mondo nelle
relazioni uomo donna, Jhon Gray. Avevo
letto tutti i suoi libri della serie "Marte e Venere", ma non erano
stati sufficienti a farmi agire in modo più
vantaggioso.
Allora ho estratto i consigli pratici dai suoi libri e creato una guida
alle azioni, di 365 giorni...
Eppure ancora qualcosa non funzionava nel metodo e ci ha pensato la
vita a farmi arrivare la chiave giusta, la stessa che ho deciso di
mettere a disposizione di chi è pronto.
I
MIEI FALLIMENTI
La chiave era nel fallimento, ovvero nel
cancro dapprima e nell'asta della casa, dopo.
La notte prima di avere la diagnosi, ho sognato che la dottoressa mi
diceva che era un cancro, di quelli peggiori, ma non si riferiva a
quello fisico, bensì a quello mentale. Subito dopo ho
sognato che la salvezza c'era ed era nel rilassamento. Quindi il cancro
cui si riferiva era quello dell'ego, della mente, che ha
bisogno di mantenere il controllo su tutto per sopravvivere e non
soffrire.
Ero apparentemente serena, com'è nella mia indole, ma per
fortuna, ho avuto un pò di paura di morire.
Dico "per fortuna", perchè io sono
tendenzialmente una persona che non ha paura, che non se lo concede.
Così, ciò che ho costruito come forza
è stata la mia debolezza. Ciò che avevo costruito
come difesa è stato il mio limite.
Pensiamo tutti sempre che le cose brutte non possano accaderci e quando
arrivano sono come una doccia fredda. Ho avuto paura, ma ho mantenuto
la calma, ho iniziato subito a
fare il necessario dal punto di vista medico per risolvere il problema
e, a livello psicologico, ho sentito di dover seguire l'indicazione del
mio sogno, di rilassarmi.
Così ho iniziato a praticare con costanza, quotidianamente,
come una medicina per il cuore, il mio metodo di meditazione mind
fullness, che applicavo all'occorrenza, aggiungendoci il
mantra più
potente, la parola "GRAZIE", anche se non ci credevo.
Come si fa a dire grazie quando si ha il cancro?
Eppure accade che il cervello non riconosca la finzione dalla
realtà, così se per 20 minuti stai col sorriso
sulle labbra, mentre ti rilassi e ringrazi, il neuroni specchio
iniziano ad attivarsi "come se" provassi gratitudine ed
il cervello si
collega automaticamente a tutte le situazioni del passato in cui ha
ringraziato.
Questa azione, evidentemente ha alimentato uno stato mentale di sempre
maggiore pace interiore per cui, ad un certo punto, sono arrivata ad
amare il mio cancro come una piccola parte di me che non stava
funzionando e ad amare il mio corpo, nonostante il male.
Non ho lottato contro di esso, non ne avevo bisogno, perchè
non ne avevo paura. L'ho accettato ed ho collaborato con lui per
eliminare tutto ciò che andava eliminato, comprese le
cellule malate. Ho fatto tutto quello che andava fatto in questi casi,
ma senza odio, nè paura, nè rabbia, solo con
tanta compassione ed
amore, per me stessa, il mio corpo e le mie cellule malate.
Il cancro mi ha insegnato ad amare, piuttosto che ad avere paura.
Mi ha insegnato a cessare i combattimenti
contro tutto ciò che
mi feriva e ferisce la gran parte delle persone (le ingiustizie, il
rifiuto, la vergogna, il tradimento, l'abbandono). Mi ha insegnato a dismettere
i comportamenti difensivi dell'ego e a dare più udienza alla
mia anima ed al mio corpo, con amore.
La stessa cosa me l'ha richiesta l'asta di quella casa per cui avevo
fatto tanti sacrifici e per cui avevo già restituito alla
banca ciò che mi aveva dato (senza gli interessi).
Ho capito che l'avevo attratta io, perchè era uno schema cui
ero abituata. Ma questo non mi ha risolto il problema.
Infatti, pur avendo trovato la soluzione giusta per salvarla
e riprendere a pagare il mutuo, c'era stato un inghippo ingiusto che
aveva bloccato tutto (ovviamente) dimostrando che la ferita ancora non
era guarita.
Finchè un giorno ho capito che ciò che non
riuscivo ad ottenere nella vita, cioè mettere radici, era
dovuto al fatto che ne avevo inconscia paura. Io che non ho paure
coscienti? Proprio questo era l'inghippo. La ferita del rifiuto ha la
maschera della fuga e la paura di avere paura. Quando ho iniziato a
concedermi di avere paura; quando ho gettato la spugna ed ho lasciato
ogni controllo, magicamente si è tutto sbloccato e l'ha
fatto in modo davvero straordinario e quasi impossibile.
Quanto ci ho messo? Circa 10 anni da quando si è creato il
blocco e 5 dal momento della consapevolezza... Un pò tanti e
nel frattempo sono diventata troppo vecchia per avere dei figli...
Troppo tardi...
Farlo non è stato affatto banale e talvolta anche doloroso,
per me psicologa... Pensiamo quanto possa esserlo per la gran parte
delle persone.
E' necessario passare attraverso la sofferenza e/o tutti questi anni
per sbloccare la propria vita?
LA
GIOIA
La chiave è nel fallimento.
Ciò che non abbiamo è perchè ne
abbiamo paura.
Cosa succede dunque se la paura anziché combatterla la
accettiamo ed impariamo a lasciar andare il controllo?
Che tipo di abitudine mi avevano indotto di fatto il cancro e
l'asta? L'accettazione ed il lasciare il controllo.
Che stato d'animo mi aveva indotto questo? Pace interiore, gioia, amore
incondizionato per me stessa...
Come spiega egregiamente il Dott. Bruce Lipton, o si agisce per
paura o per amore. Queste due emozioni sono tra loro contrastanti e non
conniventi.
Quando si ha paura e/o
siamo sotto stress (tutti, seppur inconsciamente, lo siamo per il 95%
del tempo), si fa di tutto per sconfiggere il nemico. Tutto il
nostro corpo è in combattimento e non ci si nutre. Le nostre
azioni sono condizionate dalla paura e l'accettazione di noi
stessi è condizionata dalla realizzazione di queste azioni.
Questi comportamenti difensivi, col tempo, diventano un'abitudine.
L'amore per noi stessi "a condizione di" diventa un'abitudine.
Tutte le abitudini danno piacere, creano dipendenza e crisi di
astinenza, in caso di interruzione.
Le nostre abitudini diventano schemi di pensiero.
I pensieri diventano realtà.
Se la paura invece l'accettiamo e impariamo piano piano a lasciar
andare il combattimento e vivere di più nella pace,
nell'amore incondizionato per noi stessi e nella gioia, ecco allora che
di fatto stiamo cambiando abitudini e può cambiare anche il
nostro processo di pensiero, in un circolo virtuoso che si autoalimenta.
Sto parlando di
meccanismi inconsci molto radicati, legati alla sopravvivenza, che
abbiamo creato in anni e anni.
Quindi non possiamo cessare o cambiare le nostre
abitudini
con la consapevolezza e/o in poco tempo.
Non
possiamo farlo leggendo qualche libro o facendo
qualche seminario o facendo qualche chiacchiera con qualcuno o qualche
"lavoro" di consapevolezza.
Non possiamo farlo nemmeno in 21 giorni o 1 mese o 3 o 1 anno.
Io non ci sono riuscita.
Ci sono riuscita con molto tempo e azioni costituite
da novità, ripetizioni, pause, ricompense,
tanti
fallimenti e senza alcun programma specifico,
lasciandomi guidare da ciò che attraevo sulla mia strada.
Questo mi ha rallentato i tempi. E' normale.
Non è forse questa la differenza tra una strada
già delineata ed una ancora da creare?
Non è forse questa la differenza data da un allenatore
olimpionico ed uno di quartiere?
Un programma di allenamento,
che rispetta "le regole" ed i tempi del cervello e che viene creato da
un esperto di settore, che l'ha vissuto in primis sulla sua pelle,
è ciò che fa la differenza.
L'INTELLIGENZA
EMOTIVA IN AZIONE.
Un breve sunto.
Fisica quantistica: la realtà cambia in base
all'osservatore.
Psicologia quantistica: la profezia si autorealizza. Ciò che
l'inconscio crede si realizza e questo alimenta
le nostre convinzioni e
ragioni.
L'inconscio costruisce il suo sistema di credenze (sia consce che
inconsce), in base al suo vissuto ed a ciò che lo ferisce.
Queste credenze danno vita a comportamenti difensivi e
manipolativi (per sentirsi accettati). Questo è l'ego.
L'ego agisce per paura.
La paura, la difensiva, la manipolazione ed il conformismo alle altrui
spettative, ci tolgono energia e non ci nutrono.
Quando si smette di avere paura, si accetta ciò che esiste,
senza giudizio e senza lotta, senza difese, senza manipolazione, senza
conformismo e senza ego; quando si inizia ad amare il tutto, gli altri
e noi stessi, come una unica cosa; quando siamo più vicni
alla nostra anima ed ai bisogni reali del nostro corpo, allora iniziamo
a nutrirci e ad essere in pace.
E' qui che inizia l'intelligenza emotiva....
L'intelligenza
emotiva può renderci felici, sani e di successo,
perchè ci
permette di usare le emozioni in modo intelligente, cioè
vantaggioso per tutti.
L'intelligenza emotiva dipende dalle relazioni dei nostri primi 7 anni
di vita e dalle abitudini relazionali degli anni successivi.
Migliorando le nostre relazioni, miglioriamo la nostra intelligenza
emotiva.
Acquisendo intelligenza emotiva, possiamo comportarci in modo amorevole
e vantaggioso, verso noi stessi e gli altri. Con queste soft skills,
come dimostrano diversi studi, possiamo favorire il successo, la salute
e la felicità.
Gabriele D'Annunzio
diceva che chi "molto ha sofferto è men sapiente di colui il
quale ha molto gioito".
Tu cosa VUOI fare: continuare a combattere ad essere iperemotivo o
VIVERE IN PACE E GIOIRE?
Cosa PREFERISCI VANTAGGI
solo per alcuni o PER TUTTI?
Dopo Cosmopolitan, a dicembre 2018, anche Intimità, a
ottobre 2019, parla di Angela
Flammini, di 365 pro MAN e di 365 pro WOMAN.
INTERVISTE TV
Intervista a Borotalk, RSI, prima rete nazionale svizzera, sulle coppie
bianche, del 02/03/2020
Intervista a Classtv, sullo stress tra uomini e donne, del 20/02/2013
Intervista a Classtv, sullo stress tra uomini e donne, del 13/02/2013
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