L'anima karmica
è quella persona di cui hai bisogno e da cui diventi
dipendente, perché alimenta la tua
maschera, cioè tutte quelle abitudini che ti sei fatto
piacere per sentirti accettato ed amato dal genitore da cui non hai
sentito amore o per avere quella forma di amore che ti è
mancata.
Vuoi sapere perché ti senti bloccato o non "non ce la fai" o tuto sembra remarti contro?
Non ce la fai, non perché non sei capace, ma perché non sei programmato per essere felice, ma solo per sopravvivere, nessuno di noi è.
Eh????
Sì!
Di fronte a qualsiasi conflitto tra l'istinto di sopravvivenza e la gioia, avrà sempre la meglio la sopravvivenza, è ovvio.
Il guaio è che il nostro cervello si cabla in modo da decidere lui cosa è sopravvivenza e cosa non lo è e solitamente ciò non ha a che fare con il rischio di morte in senso stretto, ma con tutto quello che potrebbe comportarlo per un cucciolo, anche se si ha 50 anni.
Un cucciolo non può sopravvivere se non viene accettato ed amato dalla sua famiglia, quindi fa di tutto per avere quell'amore soprattutto da quel genitore che sembra non dargliene, ne va di mezzo la sopravvivenza.
Così inizia ad attuare tutti quei comportamenti “giusti” per essere accettato dalla famiglia in primis e poi dalla comunità. I suoi reali bisogni, la sua gioia, la sua pace, sono secondari all'istinto primario di sentirsi accettato e di sentirsi "ok", ergo di sopravvivere.
Tutti questi comportamenti diventano abitudini. Le abitudini diventano convinzioni. Le convinzioni diventano personalità.
Noi diventiamo le nostre abitudini.
In termini spirituali, si parla di “ego”, ovvero di tutte quelle convinzioni ancorate ai meccanismi abitudinari atti a difenderci dal rischio di soffrire.
In termini psicologici e neuroanatomici, si parla di circuito della ricompensa all'interno del sistema limbico cerebrale, ovvero di tutte quelle ricompense emotive che derivano dal fatto di sentirci accettati (o non abbandonati, non traditi, non umiliati, non vittime di ingiustizia).
In termini neurologici, si parla di percorsi comportamentali e neuronali facilitati.
In termini neurochimici, si parla di “dopamina”, il neurotrasmettitore che trasmette il senso di piacere legato alla ricompensa e che ci fa reiterare un comportamento, affinché diventi una abitudine. Ma, qui arriva la beffa! Perché la dopamina ci fa dire “mi piace”, solo perché c'è una scarica di piacere che si generata dal comportamento abitudinario legato alla sopravvivenza, dunque non alla gioia.
Inoltre, la dopamina, per quanto utile, ha 4 effetti deleteri perché causa:
1) dipendenza,
2) assuefazione,
3) crisi di astinenza,
4) cecità, ovvero non ci fa vedere la realtà per quella che è (come accade per ogni dipendenza).
Questo è il motivo per cui, pur volendo fortemente cambiare o migliorare qualcosa della tua vita, non ci riesci e ti blocchi paralizzato.
Però ti do una buona notizia. Poiché il meccanismo che ti blocca dipende dalla dopamina che deriva da fonti tossiche, basta cambiarne la fonte per aiutarti a superare la crisi di astinenza.
Non sarà facile e nemmeno veloce ed è certo meglio farsi seguire da un professionista, che conosce altre tecniche di aiuto, come la kinesiologia applicata.
Inoltre, come si fa con la dipendenza da sostanze stupefacenti, in cui si usa un'altra droga (il metadone) ma sotto controllo medico, ti puoi approvvigionare di dopamina da fonti più sane come legumi, uova, verdure a foglia verde, premi lavorativi o sportivi e soprattutto con un partner che ti faccia sentire ok, amato ed apprezzato, anche senza dover lottare in continuazione per avere quell'amore che meriti.
Ecco, il nostro ingaggio emotivo è in realtà una attivazione neurologica, una scarica dopaminergica, che deriva proprio da questo “dover fare”, “dover dimostrare”.
Non possiamo fermarci, non possiamo rilassarci, altrimenti rischieremmo di essere rifiutati o abbandonati o traditi o subire ingiuste o umiliazioni, ergo rischiare "la morte", come cuccioli.
Abbiamo allora bisogno di continuare ad indossare la maschera “giusta” per ottenere amore e non possiamo permetterci di denudarci.
Non riusciamo a cambiare perché non riusciamo a tollerare la crisi di astinenza dalla dopamina.
Per questo abbiamo bisogno di amici e partner che ci permettono di mantenere la stessa maschera, anche se questo significa continuare a lottare e sgomitare per sentirsi “ok”, accettati. Significa: do ut des.
I partner di cui abbiamo bisogno per sentirci “ok” e quindi per reiterare le nostre abitudini e i nostri approvvigionamenti dopaminergici, vengono definiti “anime karmiche”. Si chiamo anime karmiche perché sono in linea col nostro karma personale, ovvero con le ferite che abbiamo e dobbiamo guarire. Di esse diciamo “mi piace” e possiamo anche pensare di innamorarci, a causa della scarica dopaminergica, che ci da piacere, ma non è amore, bensì attaccamento dovuto alla dipendenza.
La differenza tra amore e attaccamento è che nell'attaccamento, c'è la dipendenza, c'è il bisogno di sopravvivenza, di apparire, di sentirsi “ok”, che inevitabilmente induce il baratto, do ut des. Nell'attaccamento c'è sempre un vantaggi,o che di solito non è l'amore del partner, bensì tutta una serie di vantaggi secondari, come il fatto di sentirsi ok, accettati, bravi figli, bravi ragazzi/e, bravi mariti/moglie, bravi genitori e così via. Nell'attaccamento e nella dipendenza abbiamo a che fare con un'anima karmica.
Come si fa a riconoscere un'anima karmica? Forse lo hai già capito!
1. Ne hai bisogno (o hai avuto) per ottenere dei vantaggi e/o sentirti “ok” e senza quei bisogni non l'avresti mai scelto/a. C'è il do ut des.
2. Non c'è amore incondizionato, non ti senti amato/accettato a prescindere da quei vantaggi...
3. Ti attiva, non ti rilassa.
4. Ne sei dipendente (astinenza, assuefazione, cecità)
5. Dici “mi piace”.
Dunque, come hai potuto capire, tutti noi intessiamo la nostra vita al fine di sopravvivere e di sentirci amati ed accettati, ma ciò che otteniamo è esattamente l'opposto dell'amore incondizionato, perché è invece la garanzia di essere accettati a "condizione di", “SOLO SE”, che è do ut des...
Questa maschera non è il nostro vero sé, non è la nostra anima.
Per fortuna, dopo averci fatto fare esperienza con l'ego, intorno al “cammin di mezza vita” ci ritroviamo “in una selva oscura in cui la retta via sembra smarrita”. Dante aveva 35 anni anni quando lo scrisse ed allora l'aspettativa di vita era molto più bassa di ora.
Intorno ai 40/50 anni, l'anima richiama la nostra attenzione attraverso i dolori fisici. Gli uomini generalmente li presentano a sinistra, che rappresenta il problema col femminile, mentre le donne a destra, col maschile. Dolori agli arti inferiori indicano problemi con la direzione presa col femminile/maschile. Alle braccia, con ciò che si prende o si da all'uomo/donna. Alla testa, con le ragioni verso la donna/uomo...
Ben pochi riescono a capire che dietro quei dolori c'è il segno del conflitto tra l'ego e l'anima, tra ciò che vogliamo e ciò che dobbiamo fare, tra ciò che siamo e tra ciò che dobbiamo ostentare, tra la maschera e il bambino interiore che urla disperatamente “Bastaaaaaa, voglio solo amore e me lo merito a prescindere dal fatto che io sia “ok”, oppure no!”.
Allora, qualcuno ha la fortuna di incontrare una "persona medicina" che ti fa cadere dalla torre, che ti ribalta la visione, che è opposta ai tuoi partner abituali, che ti scombussola, ti paralizza, ti fa paura, che forse inizialmente NON “ti piace”, ma per qualche strano motivo ti commuove o ti ipnotizza o provi affetto "senza motivo", che ti denuda dalla maschera, che non solo non ti fa sentire “ok”, ma che può tirare fuori il peggio di te, perché non sai come comportarti senza maschera.
Ebbene, puoi facilmente riconoscere che questa è la tua medicina proprio se è diversa dall'anima karmica che hai sempre avuto o se la vita prospettata con quest'ultima sarebbe opposta a quella sempre condotta o se le dinamiche tra voi sono diverse da come sei abituato.
Se con questa persona non hai bisogno di dimostrare qualcosa per sentirti amato ed essa apprezza le più piccole cose o addirittura continua ad esserci anche quando meno te lo meriti.
Se ti fa venire la voglia di essere, piuttosto che di apparire. Se ti va sentire il bisogno della natura.
Se tu stesso la sceglieresti nonostante le sue imperfezioni, senza nessun vantaggio o addirittura contro l'approvazione altrui.
Se con questa persona non senti il bisogno di riempirti la vita e le giornate, ma ti accontenteresti anche solo di un suo abbraccio.
Se non la senti in testa o in pancia o in gola, dove c'è il combattimento, ma la senti nel petto e ti commuove profondamente.
Se non ti attiva, ma ti rilassa.
Diversità è la parola chiave per riconoscere la tua occasione di amare e di essere amato davvero.
D'altro canto se vuoi qualcosa di diverso da ciò che hai sempre avuto, devi fare ciò che non hai mai fatto!
Diversità è il balsamo per le tue ferite, perché ogni cosa di diversa che farai, smetterai di girare il dito nella piaga e attiverai un nuovo percorso neuronale che non solo ti renderà più intelligente, ma ti permetterà di essere amato davvero per quello che sei e non per quello che devi dimostrare.
Ma ricorda cucciolo che, pur essendo il tuo scopo primario la sopravvivenza, ovvero sentirti amato, hai costruito una vita intera per garantirti di non averne ma di ottenere solo l'accettazione “condizionata”. Le abitudini sono dure a morire e potrebbe servirti aiuto. Non sarà facile, ma ne varrà la pena.
Se ciò che hai fatto fin'ora non ha funzionato, qualsiasi cosa diversa farai avrà più probabilità di funzionare.
Io faccio il tifo per te!
Vuoi sapere perché ti senti bloccato o non "non ce la fai" o tuto sembra remarti contro?
Non ce la fai, non perché non sei capace, ma perché non sei programmato per essere felice, ma solo per sopravvivere, nessuno di noi è.
Eh????
Sì!
Di fronte a qualsiasi conflitto tra l'istinto di sopravvivenza e la gioia, avrà sempre la meglio la sopravvivenza, è ovvio.
Il guaio è che il nostro cervello si cabla in modo da decidere lui cosa è sopravvivenza e cosa non lo è e solitamente ciò non ha a che fare con il rischio di morte in senso stretto, ma con tutto quello che potrebbe comportarlo per un cucciolo, anche se si ha 50 anni.
Un cucciolo non può sopravvivere se non viene accettato ed amato dalla sua famiglia, quindi fa di tutto per avere quell'amore soprattutto da quel genitore che sembra non dargliene, ne va di mezzo la sopravvivenza.
Così inizia ad attuare tutti quei comportamenti “giusti” per essere accettato dalla famiglia in primis e poi dalla comunità. I suoi reali bisogni, la sua gioia, la sua pace, sono secondari all'istinto primario di sentirsi accettato e di sentirsi "ok", ergo di sopravvivere.
Tutti questi comportamenti diventano abitudini. Le abitudini diventano convinzioni. Le convinzioni diventano personalità.
Noi diventiamo le nostre abitudini.
In termini spirituali, si parla di “ego”, ovvero di tutte quelle convinzioni ancorate ai meccanismi abitudinari atti a difenderci dal rischio di soffrire.
In termini psicologici e neuroanatomici, si parla di circuito della ricompensa all'interno del sistema limbico cerebrale, ovvero di tutte quelle ricompense emotive che derivano dal fatto di sentirci accettati (o non abbandonati, non traditi, non umiliati, non vittime di ingiustizia).
In termini neurologici, si parla di percorsi comportamentali e neuronali facilitati.
In termini neurochimici, si parla di “dopamina”, il neurotrasmettitore che trasmette il senso di piacere legato alla ricompensa e che ci fa reiterare un comportamento, affinché diventi una abitudine. Ma, qui arriva la beffa! Perché la dopamina ci fa dire “mi piace”, solo perché c'è una scarica di piacere che si generata dal comportamento abitudinario legato alla sopravvivenza, dunque non alla gioia.
Inoltre, la dopamina, per quanto utile, ha 4 effetti deleteri perché causa:
1) dipendenza,
2) assuefazione,
3) crisi di astinenza,
4) cecità, ovvero non ci fa vedere la realtà per quella che è (come accade per ogni dipendenza).
Questo è il motivo per cui, pur volendo fortemente cambiare o migliorare qualcosa della tua vita, non ci riesci e ti blocchi paralizzato.
Però ti do una buona notizia. Poiché il meccanismo che ti blocca dipende dalla dopamina che deriva da fonti tossiche, basta cambiarne la fonte per aiutarti a superare la crisi di astinenza.
Non sarà facile e nemmeno veloce ed è certo meglio farsi seguire da un professionista, che conosce altre tecniche di aiuto, come la kinesiologia applicata.
Inoltre, come si fa con la dipendenza da sostanze stupefacenti, in cui si usa un'altra droga (il metadone) ma sotto controllo medico, ti puoi approvvigionare di dopamina da fonti più sane come legumi, uova, verdure a foglia verde, premi lavorativi o sportivi e soprattutto con un partner che ti faccia sentire ok, amato ed apprezzato, anche senza dover lottare in continuazione per avere quell'amore che meriti.
Ecco, il nostro ingaggio emotivo è in realtà una attivazione neurologica, una scarica dopaminergica, che deriva proprio da questo “dover fare”, “dover dimostrare”.
Non possiamo fermarci, non possiamo rilassarci, altrimenti rischieremmo di essere rifiutati o abbandonati o traditi o subire ingiuste o umiliazioni, ergo rischiare "la morte", come cuccioli.
Abbiamo allora bisogno di continuare ad indossare la maschera “giusta” per ottenere amore e non possiamo permetterci di denudarci.
Non riusciamo a cambiare perché non riusciamo a tollerare la crisi di astinenza dalla dopamina.
Per questo abbiamo bisogno di amici e partner che ci permettono di mantenere la stessa maschera, anche se questo significa continuare a lottare e sgomitare per sentirsi “ok”, accettati. Significa: do ut des.
I partner di cui abbiamo bisogno per sentirci “ok” e quindi per reiterare le nostre abitudini e i nostri approvvigionamenti dopaminergici, vengono definiti “anime karmiche”. Si chiamo anime karmiche perché sono in linea col nostro karma personale, ovvero con le ferite che abbiamo e dobbiamo guarire. Di esse diciamo “mi piace” e possiamo anche pensare di innamorarci, a causa della scarica dopaminergica, che ci da piacere, ma non è amore, bensì attaccamento dovuto alla dipendenza.
La differenza tra amore e attaccamento è che nell'attaccamento, c'è la dipendenza, c'è il bisogno di sopravvivenza, di apparire, di sentirsi “ok”, che inevitabilmente induce il baratto, do ut des. Nell'attaccamento c'è sempre un vantaggi,o che di solito non è l'amore del partner, bensì tutta una serie di vantaggi secondari, come il fatto di sentirsi ok, accettati, bravi figli, bravi ragazzi/e, bravi mariti/moglie, bravi genitori e così via. Nell'attaccamento e nella dipendenza abbiamo a che fare con un'anima karmica.
Come si fa a riconoscere un'anima karmica? Forse lo hai già capito!
1. Ne hai bisogno (o hai avuto) per ottenere dei vantaggi e/o sentirti “ok” e senza quei bisogni non l'avresti mai scelto/a. C'è il do ut des.
2. Non c'è amore incondizionato, non ti senti amato/accettato a prescindere da quei vantaggi...
3. Ti attiva, non ti rilassa.
4. Ne sei dipendente (astinenza, assuefazione, cecità)
5. Dici “mi piace”.
Dunque, come hai potuto capire, tutti noi intessiamo la nostra vita al fine di sopravvivere e di sentirci amati ed accettati, ma ciò che otteniamo è esattamente l'opposto dell'amore incondizionato, perché è invece la garanzia di essere accettati a "condizione di", “SOLO SE”, che è do ut des...
Questa maschera non è il nostro vero sé, non è la nostra anima.
Per fortuna, dopo averci fatto fare esperienza con l'ego, intorno al “cammin di mezza vita” ci ritroviamo “in una selva oscura in cui la retta via sembra smarrita”. Dante aveva 35 anni anni quando lo scrisse ed allora l'aspettativa di vita era molto più bassa di ora.
Intorno ai 40/50 anni, l'anima richiama la nostra attenzione attraverso i dolori fisici. Gli uomini generalmente li presentano a sinistra, che rappresenta il problema col femminile, mentre le donne a destra, col maschile. Dolori agli arti inferiori indicano problemi con la direzione presa col femminile/maschile. Alle braccia, con ciò che si prende o si da all'uomo/donna. Alla testa, con le ragioni verso la donna/uomo...
Ben pochi riescono a capire che dietro quei dolori c'è il segno del conflitto tra l'ego e l'anima, tra ciò che vogliamo e ciò che dobbiamo fare, tra ciò che siamo e tra ciò che dobbiamo ostentare, tra la maschera e il bambino interiore che urla disperatamente “Bastaaaaaa, voglio solo amore e me lo merito a prescindere dal fatto che io sia “ok”, oppure no!”.
Allora, qualcuno ha la fortuna di incontrare una "persona medicina" che ti fa cadere dalla torre, che ti ribalta la visione, che è opposta ai tuoi partner abituali, che ti scombussola, ti paralizza, ti fa paura, che forse inizialmente NON “ti piace”, ma per qualche strano motivo ti commuove o ti ipnotizza o provi affetto "senza motivo", che ti denuda dalla maschera, che non solo non ti fa sentire “ok”, ma che può tirare fuori il peggio di te, perché non sai come comportarti senza maschera.
Ebbene, puoi facilmente riconoscere che questa è la tua medicina proprio se è diversa dall'anima karmica che hai sempre avuto o se la vita prospettata con quest'ultima sarebbe opposta a quella sempre condotta o se le dinamiche tra voi sono diverse da come sei abituato.
Se con questa persona non hai bisogno di dimostrare qualcosa per sentirti amato ed essa apprezza le più piccole cose o addirittura continua ad esserci anche quando meno te lo meriti.
Se ti fa venire la voglia di essere, piuttosto che di apparire. Se ti va sentire il bisogno della natura.
Se tu stesso la sceglieresti nonostante le sue imperfezioni, senza nessun vantaggio o addirittura contro l'approvazione altrui.
Se con questa persona non senti il bisogno di riempirti la vita e le giornate, ma ti accontenteresti anche solo di un suo abbraccio.
Se non la senti in testa o in pancia o in gola, dove c'è il combattimento, ma la senti nel petto e ti commuove profondamente.
Se non ti attiva, ma ti rilassa.
Diversità è la parola chiave per riconoscere la tua occasione di amare e di essere amato davvero.
D'altro canto se vuoi qualcosa di diverso da ciò che hai sempre avuto, devi fare ciò che non hai mai fatto!
Diversità è il balsamo per le tue ferite, perché ogni cosa di diversa che farai, smetterai di girare il dito nella piaga e attiverai un nuovo percorso neuronale che non solo ti renderà più intelligente, ma ti permetterà di essere amato davvero per quello che sei e non per quello che devi dimostrare.
Ma ricorda cucciolo che, pur essendo il tuo scopo primario la sopravvivenza, ovvero sentirti amato, hai costruito una vita intera per garantirti di non averne ma di ottenere solo l'accettazione “condizionata”. Le abitudini sono dure a morire e potrebbe servirti aiuto. Non sarà facile, ma ne varrà la pena.
Se ciò che hai fatto fin'ora non ha funzionato, qualsiasi cosa diversa farai avrà più probabilità di funzionare.
Io faccio il tifo per te!
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